Ethenea
“Ecco perché gli Stati Uniti ripartiranno più velocemente rispetto all’Europa”
Per Ethenea, i punti di forza degli Usa, da un lato, e i punti deboli dell’Ue, dall’altro, garantiranno una reazione più rapida allo shock per l’economia a stelle e strisce
10 Luglio 2020 07:45
Il lockdown ha causato una grave recessione economica in tutte le economie mondiali. In Europa, alcuni Paesi avevano già dovuto affrontare delle recessioni tecniche, ma negli Stati Uniti il coronavirus è arrivato ad interrompere una fase di espansione economica più lunga della storia. Per Ethenea, l’entità dell’attuale rallentamento della crescita è comunque paragonabile in entrambe le aree geografiche. Chi si riprenderà prima? Gli Stati Uniti.
“Sono soprattutto i punti di forza degli Stati Uniti, da un lato, e i punti deboli dell’Ue, dall’altro, che ci portano a fare questa affermazione”, spiega Michael Blümke, portfolio manager del fondo Ethna-Aktiv. “Ma anche le rispettive valute e il diverso peso dei vari settori economici svolgono un ruolo importante”. Gli Stati Uniti hanno processi decisionali più semplici e diretti in materia di politica monetaria e fiscale, con un miglior coordinamento tra i centri del potere.
“In Europa, invece, abbiamo un’unione economica e monetaria, ma non politica, caratterizzata da cicli economici diversi e parzialmente asincroni, oltre che da fondamentali macroeconomici molto diversi”, continua la sua analisi Blümke. “Gli interessi diversi e in alcuni casi divergenti degli stati membri complicano sostanzialmente qualsiasi decisione”, con la difficoltà di mettere in campo tempestivamente azioni di politica monetaria e fiscale.
Tra i motivi che spingono Ethenea a credere che il recupero sarà più veloce negli Usa rispetto all’Europa, c’è anche quello che riguarda l’attuale bilancio dell’Ue, “assolutamente insufficiente per far fronte alle sfide poste dalla crisi Covid-19”, aggiunge l’esperto di Ethenea. “Sebbene il pacchetto fiscale proposto per la zona euro rappresenti un primo passo verso un'unione fiscale e una maggiore solidarietà tra gli stati membri, resta da vedere se e quanto rapidamente tutto questo diventerà realtà”. Il dibattito acceso di questi giorni sull’approvazione del Recovery fund sottolinea proprio questa difficoltà. “Naturalmente non possiamo dimenticare, accanto alle misure paneuropee, i pacchetti di stimolo, relativamente ampi, che sono stati adottati dai singoli stati”, si precisa nell’analisi ma con il rischio di aumentare le divergenze tra i Paesi membri.
Gli Usa hanno anche un ulteriore vantaggio, ossia lo stato del dollaro come valuta di riserva globale. “La ricerca internazionale di beni rifugio implica che gli Stati Uniti possono finanziare il proprio deficit più facilmente, senza dover accettare un alto rischio di svalutazione”, spiega Michael Blümke. “Ciò manterrà bassi i costi di finanziamento sia per il settore pubblico sia per quello privato”. L’euro è una valuta troppo forte per alcuni Paesi e troppo debole per altri.
A dare una grande spinta alla ripresa economica ci ha pensato anche il settore tecnologico. Il predominio degli Stati Uniti in questo settore ha giocato un ruolo importante durante la crisi, soprattutto per grandi colossi che ne hanno approfittato per beneficiare del nuovo contesto. “Gli Stati Uniti hanno un vantaggio strutturale che molto probabilmente permetterà loro di superare la crisi attuale più rapidamente di quanto farà l’Europa”, conclude Blümke. “Tuttavia, raccomandiamo cautela nel trarre conclusioni sugli sviluppi futuri dei corsi azionari partendo da queste considerazioni”.
I MOTIVI DELLA RIPRESA PIÙ VELOCE NEGLI USA
“Sono soprattutto i punti di forza degli Stati Uniti, da un lato, e i punti deboli dell’Ue, dall’altro, che ci portano a fare questa affermazione”, spiega Michael Blümke, portfolio manager del fondo Ethna-Aktiv. “Ma anche le rispettive valute e il diverso peso dei vari settori economici svolgono un ruolo importante”. Gli Stati Uniti hanno processi decisionali più semplici e diretti in materia di politica monetaria e fiscale, con un miglior coordinamento tra i centri del potere.
E QUELLI DI RALLENTAMENTO IN EUROPA
“In Europa, invece, abbiamo un’unione economica e monetaria, ma non politica, caratterizzata da cicli economici diversi e parzialmente asincroni, oltre che da fondamentali macroeconomici molto diversi”, continua la sua analisi Blümke. “Gli interessi diversi e in alcuni casi divergenti degli stati membri complicano sostanzialmente qualsiasi decisione”, con la difficoltà di mettere in campo tempestivamente azioni di politica monetaria e fiscale.
BILANCIO UE INSUFFICIENTE
Tra i motivi che spingono Ethenea a credere che il recupero sarà più veloce negli Usa rispetto all’Europa, c’è anche quello che riguarda l’attuale bilancio dell’Ue, “assolutamente insufficiente per far fronte alle sfide poste dalla crisi Covid-19”, aggiunge l’esperto di Ethenea. “Sebbene il pacchetto fiscale proposto per la zona euro rappresenti un primo passo verso un'unione fiscale e una maggiore solidarietà tra gli stati membri, resta da vedere se e quanto rapidamente tutto questo diventerà realtà”. Il dibattito acceso di questi giorni sull’approvazione del Recovery fund sottolinea proprio questa difficoltà. “Naturalmente non possiamo dimenticare, accanto alle misure paneuropee, i pacchetti di stimolo, relativamente ampi, che sono stati adottati dai singoli stati”, si precisa nell’analisi ma con il rischio di aumentare le divergenze tra i Paesi membri.
IL DOLLARO COME VALUTA DI RISERVA GLOBALE
Gli Usa hanno anche un ulteriore vantaggio, ossia lo stato del dollaro come valuta di riserva globale. “La ricerca internazionale di beni rifugio implica che gli Stati Uniti possono finanziare il proprio deficit più facilmente, senza dover accettare un alto rischio di svalutazione”, spiega Michael Blümke. “Ciò manterrà bassi i costi di finanziamento sia per il settore pubblico sia per quello privato”. L’euro è una valuta troppo forte per alcuni Paesi e troppo debole per altri.
IL PREDOMINIO TECNOLOGICO
A dare una grande spinta alla ripresa economica ci ha pensato anche il settore tecnologico. Il predominio degli Stati Uniti in questo settore ha giocato un ruolo importante durante la crisi, soprattutto per grandi colossi che ne hanno approfittato per beneficiare del nuovo contesto. “Gli Stati Uniti hanno un vantaggio strutturale che molto probabilmente permetterà loro di superare la crisi attuale più rapidamente di quanto farà l’Europa”, conclude Blümke. “Tuttavia, raccomandiamo cautela nel trarre conclusioni sugli sviluppi futuri dei corsi azionari partendo da queste considerazioni”.