Elezioni Usa 2020
Biden contro Wall Street?
L’ex vice di Obama si scaglia contro il ‘capitalismo degli azionisti’ dimenticando che Wall Street è anche la cassaforte delle pensioni di milioni di americani. Ma forse si è solo espresso male
13 Luglio 2020 09:13
Come anticipato da Financialounge.com, nel secondo semestre del 2020 la campagna per le presidenziali americane del 3 novembre sta diventando sempre più il tema centrale anche per gli investitori globali, che scrutano le intenzioni e le strategie dei due grandi partiti e dei rispettivi candidati per guidare l’economia nella fase del post-Covid 19. Su Donald Trump ci sono pochi dubbi, i suoi primi quasi 4 anni hanno definito con precisione la bilancia di rischi e vantaggi per i mercati. Sul primo fronte spiccano indubbiamente le politiche commerciali aggressive o comunque poco concilianti nei confronti dei principali attori globali, a cominciare da Cina e Europa, ma che non hanno risparmiato neanche partner ‘naturali’ come Canada e Messico, che hanno avuto l’effetto di creare turbolenze che i mercati finanziari non hanno gradito. Sul secondo fronte si stagliano indubbiamente le misure pro-business, fatte di un mix di deregulation e tagli alle tasse che invece il mercato ha indubbiamente gradito, e che sono state il motore principale della Wall Street dei record e della straordinaria tenuta all’impatto della crisi da Covid.
Sul fronte democratico le politiche possibili di una presidenza Joe Biden sono più difficili da decifrare. Uscito di scena il ‘socialista’ Bernie Sanders, sembrava che l’ex vice di Obama avesse un approccio più favorevole al business e al mercato. Ma giovedì 9 luglio, parlando ai supporter in Pennsylvania, ha detto di voler mettere fine a quella che ha definito “l’era del capitalismo degli azionisti”. E ha aggiunto che mentre Trump si è focalizzato su Wall Street, Dow e Nasdaq, lui se eletto si focalizzerà “sulle famiglie della classe media, non sulla classe dei ricchi investitori. Loro non hanno bisogno di me.” E, passando a parlare di misure concrete ha prefigurato un aumento al 28% della tasse sugli utili aziendali dal 21% fissato da Trump nel 2017.
Biden non è percepito come un politico anti-business e nemico di Wall Street, e probabilmente sta cercando di cancellare l’immagine di anziano zio assonnato e di scaldare i cuori delle frange più estreme dell’elettorato liberal. Ma se il 3 novembre dovesse vincere e magari venisse accompagnato dalla riconquista del Senato da parte dei democratici, allora un Biden presidente potrebbe essere richiamato dall’intero Congresso, visto che la Camera dei Rappresentanti è già saldamente democratica, a tener fede a quanto dichiarato in campagna elettorale. A questo punto vale la pena di ricordare che in America Wall Street e Main Street non sono due concorrenti che sottraggono ricchezza uno all’altro, ma animali che si abbeverano alla stessa fonte.
In America ad esempio non c’è l’INPS, ma un sistema complesso ed efficiente di allocazione delle risorse per garantire una pensione più che onorevole a moltissimi, se non proprio a tutti, di cui proprio Wall Street costituisce il motore principale. Circa il 20% dei quasi 30mila miliardi di dollari di asset pensionistici degli americani sono custoditi nei programmi 401(k), che prendono il nome dal comma della legge fiscale che li istituisce, e che fanno parte dei contratti di lavoro. Dipendenti e datori di lavoro contribuiscono mensilmente all’accumulo nei 401 (k) che sono agevolati fiscalmente, in quanto il ricavato non viene tassato quando il titolare va in pensione, e può riscattarlo interamente o usufruirne come vitalizio.
I programmi 401(k) rappresentano investimenti in strumenti finanziari pari a circa 6mila miliardi di dollari, pari circa il 20% dei quasi 30 mila miliardi di dollari degli asset pensionistici degli americani. Nella torta qui sotto la distribuzione per categoria, che vede un grande prevalenza delle azioni quotate a Wall Street.
[caption id="attachment_162383" align="alignnone" width="713"] Fonte: Investment Company Institute[/caption]
Se Wall Street dovesse crollare, vanno in fumo le pensioni di decine di milioni di americani, proprio quelle famiglie della classe media che Biden vuol proteggere dagli artigli degli speculatori di Borsa mettendo fine all’era del “capitalismo degli azionisti”. Certo, Wall Street è un moltiplicatore di soldi, e chi ne mette al lavoro di più è indubbiamente avvantaggiato rispetto a chi ne ha di meno. Ma nel sistema americano Wall Street e Main Street pedalano sullo stesso tandem, se si schianta si fanno male tutti e due.
Come Financialounge.com ha ricordato diverse volte, il risultato delle elezioni americane è molto meno scontato di quanto dicano i sondaggi che fanno titolo su giornali e tv ma una vittoria di Biden e un Congresso tutto democratico restano una possibilità concreta. Forse Biden si è espresso male, come gli capita spesso, e voleva dire che non contano solo gli shareholders, gli azionisti, ma anche gli stakeholders, vale a dire la comunità nel suo insieme. Ma questo è un concetto già interiorizzato da Wall Street. Che, dopo un presidente che twitta troppo, sicuramente non ha bisogno di un presidente che fatica a trovare le parole giuste.
BIDEN VUOL RIALZARE LA CORPORATE TAX AL 28%
Sul fronte democratico le politiche possibili di una presidenza Joe Biden sono più difficili da decifrare. Uscito di scena il ‘socialista’ Bernie Sanders, sembrava che l’ex vice di Obama avesse un approccio più favorevole al business e al mercato. Ma giovedì 9 luglio, parlando ai supporter in Pennsylvania, ha detto di voler mettere fine a quella che ha definito “l’era del capitalismo degli azionisti”. E ha aggiunto che mentre Trump si è focalizzato su Wall Street, Dow e Nasdaq, lui se eletto si focalizzerà “sulle famiglie della classe media, non sulla classe dei ricchi investitori. Loro non hanno bisogno di me.” E, passando a parlare di misure concrete ha prefigurato un aumento al 28% della tasse sugli utili aziendali dal 21% fissato da Trump nel 2017.
PERCHÉ WALL STREET E MAIN STREET NON SONO CONCORRENTI
Biden non è percepito come un politico anti-business e nemico di Wall Street, e probabilmente sta cercando di cancellare l’immagine di anziano zio assonnato e di scaldare i cuori delle frange più estreme dell’elettorato liberal. Ma se il 3 novembre dovesse vincere e magari venisse accompagnato dalla riconquista del Senato da parte dei democratici, allora un Biden presidente potrebbe essere richiamato dall’intero Congresso, visto che la Camera dei Rappresentanti è già saldamente democratica, a tener fede a quanto dichiarato in campagna elettorale. A questo punto vale la pena di ricordare che in America Wall Street e Main Street non sono due concorrenti che sottraggono ricchezza uno all’altro, ma animali che si abbeverano alla stessa fonte.
IL SISTEMA PENSIONISTICO USA È ALIMENTATO DAGLI INVESTIMENTI
In America ad esempio non c’è l’INPS, ma un sistema complesso ed efficiente di allocazione delle risorse per garantire una pensione più che onorevole a moltissimi, se non proprio a tutti, di cui proprio Wall Street costituisce il motore principale. Circa il 20% dei quasi 30mila miliardi di dollari di asset pensionistici degli americani sono custoditi nei programmi 401(k), che prendono il nome dal comma della legge fiscale che li istituisce, e che fanno parte dei contratti di lavoro. Dipendenti e datori di lavoro contribuiscono mensilmente all’accumulo nei 401 (k) che sono agevolati fiscalmente, in quanto il ricavato non viene tassato quando il titolare va in pensione, e può riscattarlo interamente o usufruirne come vitalizio.
LE AZIONI FANNO LA PARTE DEL LEONE DEI PROGRAMMI PENSIONISTICI
I programmi 401(k) rappresentano investimenti in strumenti finanziari pari a circa 6mila miliardi di dollari, pari circa il 20% dei quasi 30 mila miliardi di dollari degli asset pensionistici degli americani. Nella torta qui sotto la distribuzione per categoria, che vede un grande prevalenza delle azioni quotate a Wall Street.
[caption id="attachment_162383" align="alignnone" width="713"] Fonte: Investment Company Institute[/caption]
Se Wall Street dovesse crollare, vanno in fumo le pensioni di decine di milioni di americani, proprio quelle famiglie della classe media che Biden vuol proteggere dagli artigli degli speculatori di Borsa mettendo fine all’era del “capitalismo degli azionisti”. Certo, Wall Street è un moltiplicatore di soldi, e chi ne mette al lavoro di più è indubbiamente avvantaggiato rispetto a chi ne ha di meno. Ma nel sistema americano Wall Street e Main Street pedalano sullo stesso tandem, se si schianta si fanno male tutti e due.
BOTTOM LINE
Come Financialounge.com ha ricordato diverse volte, il risultato delle elezioni americane è molto meno scontato di quanto dicano i sondaggi che fanno titolo su giornali e tv ma una vittoria di Biden e un Congresso tutto democratico restano una possibilità concreta. Forse Biden si è espresso male, come gli capita spesso, e voleva dire che non contano solo gli shareholders, gli azionisti, ma anche gli stakeholders, vale a dire la comunità nel suo insieme. Ma questo è un concetto già interiorizzato da Wall Street. Che, dopo un presidente che twitta troppo, sicuramente non ha bisogno di un presidente che fatica a trovare le parole giuste.
Trending