Candriam
Le false convinzioni sulla finanza sostenibile
Anche nell’investimento sostenibile esistono falsi miti che, se non chiariti, possono ostacolare gli investitori responsabili. Gli esperti di Candriam, con oltre 20 anni di esperienza in questo ambito, ne analizzano alcuni
13 Luglio 2020 10:34
Nell’articolo I miti da sfatare negli investimenti sostenibili sono stati trattate due convinzioni errate negli investimenti sostenibili: ‘Le strategie sostenibili sono sottoperformanti’ e ‘L’investimento sostenibile si limita ad escludere i cattivi’. In questo articolo gli esperti di Candriam, da oltre 20 anni attiva nell’investimento sostenibile, tratteranno altri tre miti con l’obiettivo di fare chiarezza sulle realtà dei fatti.
L’investimento sostenibile è ormai in crescita costante e nell’ultimo decennio le strategie sostenibili hanno registrato afflussi consistenti, una crescita in termini di asset e un incremento dell’offerta. Alla fine del 2018, Morningstar ha individuato 351 fondi sostenibili, con un incremento del 50% rispetto al totale di 235 del 2017. Inoltre, sempre secondo Morningstar, il 2018 è stato il terzo anno consecutivo di afflussi da record nei fondi comuni e nei fondi negoziati in Borsa orientati alla sostenibilità. Numeri che confermano un settore in crescita, che continuerà a svilupparsi nei prossimi anni.
La ricerca effettuata da New York Life Investments ha confermato che i Millennial tendono ad attribuire un’importanza maggiore alle problematiche ESG rispetto agli altri investitori. Lo studio, in particolare, ha rilevato che la probabilità che i Millennial investano in società o fondi con specifici obiettivi ambientali o sociali si attesta al 72%, oltre il doppio di quella degli altri investitori (33%).Un altro studio ha rilevato che il 29% degli investitori di età compresa tra 20 e 30 anni preferisce avvalersi di un consulente finanziario che offre investimenti orientati a specifici valori. In realtà, sono gli istituzionali (fondi pensione, casse di previdenza, compagnie assicurative, fondazioni, fondi sovrani ecc.) i principali investitori in strategie ESG. Questo non significa che le strategie sostenibili non sia diffuse anche tra gli investitori individuali. Secondo uno studio di Morningstar pubblicato ad aprile 2019, il 72% della popolazione statunitense ha espresso un interesse quantomeno moderato per l’investimento sostenibile. Nella ricerca di New York Life Investments è inoltre emerso che sia le donne che gli uomini si sono dimostrati ugualmente aperti all’impiego delle strategie sostenibili. Risultati che sembrerebbero evidenziare le potenzialità a tutto campo per un mercato ampio e relativamente inesplorato di investitori intenzionati ad approfondire il tema delle strategie sostenibili.
In realtà, come mostra la figura sotto, relativa all’anno 2018, se è vero che il 51% degli asset sostenibili su scala globale era rappresentata da azioni quotate, un 36% era costituito da titoli a reddito fisso.
Inoltre oltre il 10% degli asset gestiti secondo criteri di sostenibilità era riconducibile agli asset alternativi, tra cui immobiliare, hedge fund, venture capital e private equity. Da notare che, secondo l’iniziativa PRI, i Principi di investimento responsabile promossi dalle Nazioni Unite, mentre il numero di investimenti azionari sostenibili è rimasto invariato tra il 2017 e il 2018, durante lo stesso periodo si è registrato un tasso di crescita significativa negli asset alternativi e nel reddito fisso. Proprio quest’ultimo, in ragione dell’ampiezza del mercato nel suo complesso, presenta il più elevato potenziale di crescita per l’investimento sostenibile. E che ci sia un importante spazio in questo ambito lo conferma la recente ascesa delle cosiddette “obbligazioni verdi”, che vanno a finanziare progetti nuovi o esistenti finalizzati ad apportare effetti benefici sull’ambiente e/o ad aiutare a combattere i cambiamenti climatici. Nel 2018, in base ai dati elaborati da Bloomberg, sono state collocate sul mercato obbligazioni verdi per 580 miliardi di dollari mentre l’anno scorso l’ammontare dovrebbe essersi attestato tra i 170 e i 180 miliardi. Numeri relativi a una frazione dell’ampio universo del reddito fisso, il cui potenziale di crescita futuro è pertanto decisamente significativo.
MITO 3: L’INVESTIMENTO SOSTENIBILE È UNA MODA PASSEGGERA
L’investimento sostenibile è ormai in crescita costante e nell’ultimo decennio le strategie sostenibili hanno registrato afflussi consistenti, una crescita in termini di asset e un incremento dell’offerta. Alla fine del 2018, Morningstar ha individuato 351 fondi sostenibili, con un incremento del 50% rispetto al totale di 235 del 2017. Inoltre, sempre secondo Morningstar, il 2018 è stato il terzo anno consecutivo di afflussi da record nei fondi comuni e nei fondi negoziati in Borsa orientati alla sostenibilità. Numeri che confermano un settore in crescita, che continuerà a svilupparsi nei prossimi anni.
MITO 4: L’INTERESSE PER L’INVESTIMENTO SOSTENIBILE È CONFINATO PRINCIPALMENTE AI MILLENNIAL E ALLE DONNE
La ricerca effettuata da New York Life Investments ha confermato che i Millennial tendono ad attribuire un’importanza maggiore alle problematiche ESG rispetto agli altri investitori. Lo studio, in particolare, ha rilevato che la probabilità che i Millennial investano in società o fondi con specifici obiettivi ambientali o sociali si attesta al 72%, oltre il doppio di quella degli altri investitori (33%).Un altro studio ha rilevato che il 29% degli investitori di età compresa tra 20 e 30 anni preferisce avvalersi di un consulente finanziario che offre investimenti orientati a specifici valori. In realtà, sono gli istituzionali (fondi pensione, casse di previdenza, compagnie assicurative, fondazioni, fondi sovrani ecc.) i principali investitori in strategie ESG. Questo non significa che le strategie sostenibili non sia diffuse anche tra gli investitori individuali. Secondo uno studio di Morningstar pubblicato ad aprile 2019, il 72% della popolazione statunitense ha espresso un interesse quantomeno moderato per l’investimento sostenibile. Nella ricerca di New York Life Investments è inoltre emerso che sia le donne che gli uomini si sono dimostrati ugualmente aperti all’impiego delle strategie sostenibili. Risultati che sembrerebbero evidenziare le potenzialità a tutto campo per un mercato ampio e relativamente inesplorato di investitori intenzionati ad approfondire il tema delle strategie sostenibili.
MITO 5: L’INVESTIMENTO SOSTENIBILE È APPLICABILE SOLO ALL’AZIONARIO
In realtà, come mostra la figura sotto, relativa all’anno 2018, se è vero che il 51% degli asset sostenibili su scala globale era rappresentata da azioni quotate, un 36% era costituito da titoli a reddito fisso.
Inoltre oltre il 10% degli asset gestiti secondo criteri di sostenibilità era riconducibile agli asset alternativi, tra cui immobiliare, hedge fund, venture capital e private equity. Da notare che, secondo l’iniziativa PRI, i Principi di investimento responsabile promossi dalle Nazioni Unite, mentre il numero di investimenti azionari sostenibili è rimasto invariato tra il 2017 e il 2018, durante lo stesso periodo si è registrato un tasso di crescita significativa negli asset alternativi e nel reddito fisso. Proprio quest’ultimo, in ragione dell’ampiezza del mercato nel suo complesso, presenta il più elevato potenziale di crescita per l’investimento sostenibile. E che ci sia un importante spazio in questo ambito lo conferma la recente ascesa delle cosiddette “obbligazioni verdi”, che vanno a finanziare progetti nuovi o esistenti finalizzati ad apportare effetti benefici sull’ambiente e/o ad aiutare a combattere i cambiamenti climatici. Nel 2018, in base ai dati elaborati da Bloomberg, sono state collocate sul mercato obbligazioni verdi per 580 miliardi di dollari mentre l’anno scorso l’ammontare dovrebbe essersi attestato tra i 170 e i 180 miliardi. Numeri relativi a una frazione dell’ampio universo del reddito fisso, il cui potenziale di crescita futuro è pertanto decisamente significativo.