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L’incertezza sulla ripresa pone nuove sfide per l’Europa

Luca Tobagi di Invesco illustra le prospettive per la ripresa delle economie da una crisi senza precedenti, che chiede anche risposte diverse a livello politico

14 Luglio 2020 17:00

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Quali sono gli scenari che si presentano davanti agli investitori dopo che la pandemia ha sovvertito ogni pronostico? Ne ha parlato in un webinar dedicato alla stampa specializzata Luca Tobagi, Cfa, investiment strategist product director di Invesco.

LE FORME DELLA RIPRESA


Secondo Tobagi le possibili “forme” della ripresa sono differenti: al di là dell’utilizzo delle lettere dell’alfabeto (a V, a U, a W), “i fattori decisivi saranno la restrittività dei lockdown e le nuove ondate di contagio”. A giudizio dell’esperto di Invesco “ci vorranno più o meno 18 mesi per ritornare dove eravamo a fine 2019, allo stesso livello di Pil. Per la fine del 2022, se le cose andranno ragionevolmente bene, potremmo ritornare alle previsioni di crescita stimate per quest’anno”.


UNA CRISI SENZA PRECEDENTI


La crisi innescata dalla pandemia, osserva Tobagi, ha avuto “una portata senza precedenti”. Un dato su tutti dimostra la gravità della depressione economica: a maggio 2020 le richieste di disoccupazione negli Usa hanno raggiunto la cifra mai vista di 21 milioni, oltre dieci volte di più del precedente record, segnato nell’ottobre del 1945, al termine della Seconda guerra mondiale.

UN ANNO MISTO


In un contesto del genere, “i mercati stanno lanciando segnali estremamente confusi”. Per Tobagi “il 2020 è stato un anno misto per le asset class: meno del 40% (il 39%, ndr) delle attività finanziarie ha avuto rendimenti positivi, soprattutto alcuni asset obbligazionari e l’oro. Sono pochissimi i mercati azionari in questa lista: il Nasdaq, l’S%P 500 e il mercato cinese”.

STRANA LA CORSA DELL’ORO


Ma per l’esperto di Invesco a essere degna di nota è la performance degli asset sicuri, i cosiddetti beni rifugio, “il termometro della preoccupazione”. E da questo punto di vista, a giudizio di Tobagi “è strano che le quotazioni dell’oro continuino a salire in un contesto che vede anche i mercati azionari in territorio positivo”.

EUROPA A UNA SVOLTA


In questo quadro, l’Europa si trova di fronte a una possibile svolta. “La crisi è profonda: in risposta le istituzioni hanno adottato più stimoli e di migliore qualità, ma alcuni problemi restano”. In particolare, secondo Tobagi “l’unione monetaria senza un’unione fiscale può non funzionare bene in momenti di stress, ed è ciò che è successo nel 2011-2012”.

ITALIA INDIETRO PER COMPETITIVITÀ


A pagare il conto della crisi del debito sovrano è stata più di tutti la Grecia, che “ancora sta pagando in termini di disoccupazione”. Ma l’Italia fa peggio di tutti per produttività del lavoro, e il rischio è che “nel giro di 15-20 anni la differenza di potere d’acquisto tra uno stipendiato italiano e uno tedesco sarà della metà”. Per questo motivo, conclude Tobagi, “dotare l’Ue di strumenti fiscali permetterebbe di mitigare questi differenziali di competitività” e porre le basi per un futuro migliore.

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