Alimentazione
Obesità, la pandemia infantile che gli investimenti responsabili possono combattere
C’è uno stretto legame tra il modo di produrre alimenti e l’aumento nel mondo dell’obesità, la nuova potenziale pandemia infantile globale. Come investitore responsabile Candriam è impegnato a selezionare le aziende virtuose in termini di salute e benessere
22 Luglio 2020 10:54
L’obesità è una delle più diffuse malattie del sistema metabolico, dovute agli stili di vita e a diete poco salutari nelle società moderne. Tuttavia, sebbene l’industrializzazione e i trend urbanistici abbiano determinato un cambiamento radicale nel nostro modo di mangiare, sovrappeso ed obesità non riguardano soltanto i paesi sviluppati e ad alto reddito. Infatti, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nei paesi dall’economia a basso e medio reddito i tassi di sovrappeso e di obesità infantile sono in crescita mentre il numero di bambini e di adolescenti obesi è decuplicato negli ultimi quattro decenni.
“Più in generale, sempre in base ai dati dell’OMS, l’incidenza del diabete in tutto il mondo è aumentata da un 4,7% nel 1980 ad un 8,5% nel 2014, in parallelo al consumo delle calorie in tutto il mondo che è cresciuto di circa il 25% pro-capite in media durante gli ultimi 50 anni”, puntualizza Solange Le Jeune, Senior ESG Analyst di Candriam. L’industrializzazione ha modificato la lavorazione all’interno delle aziende agricole. Il cibo, infatti, prima di essere confezionato per la vendita, subisce varie trasformazioni nei processi industriali: per rendere i prodotti più allettanti per i consumatori vengono introdotti esaltatori del gusto come il sale, lo zucchero e il grasso che contribuiscono alla diffusione di diete insalubri su larga scala.
“In base ai dati forniti dall’OMS, nel 2014 gli adulti sottopeso in ogni parte del mondo erano 462 milioni mentre un restante 1,9 miliardi erano in sovrappeso od obesi”, rivela Le Jeune
Oltre all’obesità e al diabete, altre malattie croniche non trasmissibili, che sono il risultato di abitudini alimentari poco sane, includono i tumori e i problemi cardiovascolari. Con il risultato che i costi da affrontare per la società che sono diventati insostenibili registrano tassi di ulteriore incremento. In base alle stime dell’OMS, i costi dell’obesità costituiscono circa tra il 2% e il 7% della spesa sanitaria globale. In parallelo, le stime indicano che in alcuni paesi sviluppati i costi sanitari di diete povere rappresentano a pieno titolo circa dall’1% al 2% del PIL del paese. Purtroppo, non si tratta soltanto di un problema di costi sanitari. Ben più allarmanti sono quelli umani: secondo l’OMS, l’obesità è la causa di 2,8 milioni di morti all’anno tra la popolazione adulta. L’impatto economico indiretto, invece, include la perdita di produttività, la riduzione di forza lavoro ed abilità tra la popolazione.
“Nelle vesti di investitori responsabili, Candriam valuta il posizionamento delle società in cui investe attraverso vari fattori, tra cui la salute e il benessere”, fa sapere Le Jeune, che poi aggiunge: “Da numerosi anni si discute sui problemi legati a stili di vita poco salutari mentre emergono con sempre maggiore evidenza gli impatti sulla salute e il costo per la società. Riteniamo che affrontare questi problemi possa offrire opportunità di crescita e profitto alle aziende alimentari e ai loro investitori, assicurando un beneficio alla sostenibilità sociale in tutto il mondo”.
IL CONSUMO DELLE CALORIE IN AUMENTO SPINGE L’INCIDENZA DEL DIABETE
“Più in generale, sempre in base ai dati dell’OMS, l’incidenza del diabete in tutto il mondo è aumentata da un 4,7% nel 1980 ad un 8,5% nel 2014, in parallelo al consumo delle calorie in tutto il mondo che è cresciuto di circa il 25% pro-capite in media durante gli ultimi 50 anni”, puntualizza Solange Le Jeune, Senior ESG Analyst di Candriam. L’industrializzazione ha modificato la lavorazione all’interno delle aziende agricole. Il cibo, infatti, prima di essere confezionato per la vendita, subisce varie trasformazioni nei processi industriali: per rendere i prodotti più allettanti per i consumatori vengono introdotti esaltatori del gusto come il sale, lo zucchero e il grasso che contribuiscono alla diffusione di diete insalubri su larga scala.
NEL MONDO 1,9 MILIARDI DI PERSONE IN SOVRAPPESO OD OBESE
“In base ai dati forniti dall’OMS, nel 2014 gli adulti sottopeso in ogni parte del mondo erano 462 milioni mentre un restante 1,9 miliardi erano in sovrappeso od obesi”, rivela Le Jeune
Oltre all’obesità e al diabete, altre malattie croniche non trasmissibili, che sono il risultato di abitudini alimentari poco sane, includono i tumori e i problemi cardiovascolari. Con il risultato che i costi da affrontare per la società che sono diventati insostenibili registrano tassi di ulteriore incremento. In base alle stime dell’OMS, i costi dell’obesità costituiscono circa tra il 2% e il 7% della spesa sanitaria globale. In parallelo, le stime indicano che in alcuni paesi sviluppati i costi sanitari di diete povere rappresentano a pieno titolo circa dall’1% al 2% del PIL del paese. Purtroppo, non si tratta soltanto di un problema di costi sanitari. Ben più allarmanti sono quelli umani: secondo l’OMS, l’obesità è la causa di 2,8 milioni di morti all’anno tra la popolazione adulta. L’impatto economico indiretto, invece, include la perdita di produttività, la riduzione di forza lavoro ed abilità tra la popolazione.
FOCUS SU SALUTE E BENESSERE
“Nelle vesti di investitori responsabili, Candriam valuta il posizionamento delle società in cui investe attraverso vari fattori, tra cui la salute e il benessere”, fa sapere Le Jeune, che poi aggiunge: “Da numerosi anni si discute sui problemi legati a stili di vita poco salutari mentre emergono con sempre maggiore evidenza gli impatti sulla salute e il costo per la società. Riteniamo che affrontare questi problemi possa offrire opportunità di crescita e profitto alle aziende alimentari e ai loro investitori, assicurando un beneficio alla sostenibilità sociale in tutto il mondo”.