Andy Howard

Dall'emergenza coronavirus una possibile lezione per le politiche climatiche globali

I governi stanno cercando di combattere l’emergenza sanitaria con una leadership forte e investimenti ingenti, elementi che aiuterebbero anche nella lotta al riscaldamento globale, spiega Schroders

29 Luglio 2020 11:58

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L’emergenza climatica rischia di passare in secondo piano a causa del Covid-19? A porsi la domanda sono Andy Howard, Global Head of Sustainable Investment e Simon Webber, Global and International Equities, entrambi di Schroders, che fanno il punto sulle misure di contrasto dei governi e sulle previsioni legate all’aumento delle temperature.

RISCHI MAGGIORI DAL CAMBIAMENTO CLIMATICO


Le autorità sono giustamente impegnate nel fronteggiare la crisi sanitaria, ma “il cambiamento climatico pone una minaccia potenzialmente maggiore”, spiegano Howard e Webber. Le centinaia di migliaia di vittime provocate dal Covid-19 (660mila decessi e oltre 16,5 milioni di persone contagiate, secondo i dati della John Hopkins University al 29 luglio 2020) rappresentano una cifra sconvolgente. Purtroppo, fanno notare gli esperti di Schroders, “gli effetti del cambiamento climatico su salute e mortalità sono potenzialmente ancora più drastici”.

INVESTIMENTI INGENTI


Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra il 2030 e il 2050 il riscaldamento globale causerà 250mila vittime all’anno per caldo, malnutrizione, malaria e dissenteria e l’impatto economico sarà altrettanto severo sul lungo termine. Finora la risposta dei governi alla crisi generata dal Covid-19 è stata poderosa, con pacchetti di stimoli di 15mila miliardi di dollari, pari a circa dieci volte la spesa annuale globale destinata agli sforzi per mitigare il cambiamento climatico.

LEADERSHIP POLITICA FORTE


Secondo Howard e Webber, la minaccia posta dal virus “ha messo in evidenza l’importanza di una leadership politica forte” che ha permesso una risposta rapida mentre, dal punto di vista puramente climatico, è probabile che il 2020 segnerà il quarto anno in trent’anni di riduzione delle emissioni globali. Nonostante gli indubbi benefici di questo trend per le aziende con obiettivi climatici di lungo termine, gli esperti di Schroders evidenzia come a target del tipo “zero emissioni entro il 2050” andrebbero affiancati obiettivi di più breve termine e piani chiari per ridurre l’impatto ambientale generato dalle aziende.

STRADA ANCORA LUNGA


Lo strumento di analisi “Schroders Climate Progress Dashboard” offre una misura oggettiva della rapidità e delle dimensioni delle iniziative globali per il clima. “Al momento – spiegano Andy Howard e Simon Webber- sulla base dei diversi driver esaminati, stimiamo un aumento della temperatura di lungo termine di 3,9° rispetto ai livelli pre-industriali”. La strada è ancora lunga, in sintesi, e neanche con l’emergenza coronavirus in corso è possibile abbassare la guardia nella lotta contro i cambiamenti climatici.

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