Strategie di investimento

''Dall'obbligazionario può arrivare un reddito interessante''

Un mix di titoli di Stato e obbligazioni High Yield, spiegano in AllianceBernstein, può fornire una protezione dai ribassi e un reddito interessante

di Redazione 29 Luglio 2020 21:00

financialounge -  AllianceBernstein investimenti obbligazionario Scenari
Una strategia per investire nei mercati obbligazionari che si è rivelata efficace in passato è quella che prevede una ripartizione del portafoglio tra titoli sensibili ai tassi d’interesse, ad esempio titoli di Stato, e strumenti del credito. Sono due asset class i cui rendimenti normalmente sono negativamente correlati: i primi tendono a fare bene nelle fasi di rallentamento della crescita, mentre la componente che genera rendimento, i titoli corporate high yield, tende a brillare in un contesto di accelerazione della crescita e tassi in aumento. La domanda è se queste strategie obbligazionarie bilanciate possono essere ancora valide con i rendimenti dei titoli di Stato ai minimi storici e se le forti tensioni sui mercati non abbiano fatto venire meno la correlazione inversa tra i due asset.

LA STRATEGIA BILANCIATA


Gli esperti di AllianceBernstein sono convinti dell’efficacia di questo approccio e ritengono che ci siano le condizioni perché una strategia bilanciata possa continuare a funzionare bene. È vero, spiegano, che nei contesti di propensione al rischio si registra un aumento delle correlazioni, l’azione delle banche centrali giova ai titoli dell’intero spettro del rischio, ma nei periodi in cui gli spread dei titoli high yield si sono ampliati e gli asset rischiosi hanno perso terreno, le correlazioni con i Treasury sono rimaste negative. In altre parole, i titoli di Stato hanno continuato a compensare l’andamento degli asset rischiosi quando la protezione era più necessaria, consentendo alle strategie obbligazionarie bilanciate di attenuare i ribassi.

GLI YIELD CONTENUTI NON PREGIUDICANO UNA STRATEGIA BILANCIATA


Per quanto riguarda il timore, particolarmente diffuso negli Stati Uniti, che con tassi ai minimi storici i titoli di Stato avranno minori margini di rialzo nelle fasi di avversione al rischio, gli esperti della casa di investimento Usa ricordano che rendimenti contenuti non si traducono necessariamente in performance ridotte, un buon esempio è rappresentato dal titolo decennale giapponese. Nel periodo 2015-2020, osservano, un portafoglio bilanciato costituito da Bund tedeschi e titoli high yield in euro ha attenuato notevolmente il ribasso del credito, anche quando i rendimenti dei Bund sono scesi in territorio negativo, permettendo a una strategia bilanciata di sovraperformare nettamente i soli asset rischiosi.

IL CORPORATE INVESTMENT GRADE RENDE MENO DI UN PORTAFOGLIO BILANCIATO


Non sembra conveniente cedere alla tentazione di rinunciare all’esposizione al rischio di tasso d’interesse a favore di un portafoglio di sole obbligazioni corporate investment grade: il suo rendimento a scadenza (2,2% misurato a fine giugno) è nettamente inferiore al 3,4% conseguibile con un portafoglio bilanciato con duration, rating e volatilità media simili, composto dal Treasury USA e da emissioni high yield (escluso debito con rating CCC); la differenza sarebbe ancora più marcata nel caso si procedesse a una diversificazione tra i settori a più alto rendimento.

DA UNA GESTIONE DINAMICA UN’ULTERIORE SPINTA


Una gestione attiva, sottolineano poi in AllianceBernstein, può accrescere ulteriormente il reddito e migliorare potenzialmente la protezione dai ribassi e/o la partecipazione ai rialzi, dopotutto è l’approccio del fondo AB European Income Portfolio, premiato per le quote di classe I con cinque stelle Morningstar. I gestori possono orientare la struttura dei portafogli verso i tassi o verso il credito, a seconda del contesto di mercato, e possono diversificare la loro esposizione creditizia tra i settori a più alto rendimento, oggi ad esempio vedono opportunità nel corporate con rating BBB, nel debito subordinato (AT1) di banche europee, negli strumenti cartolarizzati come i Credit Risk Transfer securities, nel debito sovrano dei mercati emergenti e persino nei cosiddetti “fallen angel”.

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