AllianzGI
“Il contesto risk on tiene ancora”
I fattori tecnici favoriscono un sovrappeso su azioni e materie prime. Per Greg Meier (AllianzGI) gli indicatori ciclici suggeriscono una rotazione che potrebbe favorire le borse europee
2 Agosto 2020 10:00
Da inizio giugno, da quando cioè è ripresa l’attività delle principali economie, l’indice MSCI World ha registrato soprattutto movimenti marginali mentre i contagi hanno ripreso a salire spingendo diversi Paesi europei e asiatici e 10 Stati USA a ripristinare le misure di contenimento. “Provvedimenti che danneggeranno alcune aziende e comunità ma gli effetti sull’economia nel suo complesso dovrebbero essere inferiori rispetto a quelli di nuovi lockdown nazionali”, fa sapere Greg Meier, Senior Economist Director di AllianzGI.
L’esperto, ricorda che, mentre la riapertura consente di ripristinare l’offerta di merci e servizi, la domanda dipende, stavolta più che mai, dalla fiducia dei consumatori. “In quest’ottica, occorre considerare che una quota importante di consumatori, quella degli over 65, che spende molto più degli under 25 (meno a rischio), ha più possibilità di soccombere al virus”, spiega Meier. Se non arriverà un vaccino o un rapido contenimento della malattia, l’iniziale ripresa a ‘V’ dell’economia potrebbe trasformarsi in un lungo processo di riparazione dei danni strutturali. Dalla cui durata dipenderanno i rischi di perdita permanente di posti di lavoro, cambiamento dei comportamenti dei consumatori, chiusura delle imprese e stress delle autorità.
La prossima settimana avremo nuovi elementi per comprendere meglio cosa aspettarci. Lunedì, si saprà lo stato di salute delle attività manifatturiere in Cina e Stati Uniti, con questi ultimi che, in base alle stime di consensus, dovrebbero far segnare i livelli più elevati da aprile 2019. Mercoledì sarà la volta dei dati sulle vendite al dettaglio dell’area euro. “Il consensus stima un aumento del 15,8% m/m in giugno, ma il tasso a/a dovrebbe scendere dal -5,1% al -7,5%” specifica Meier. Lo stesso giorno verrà pubblicato l’indice ISM dei servizi USA – che rappresentano circa il 70% del PIL statunitense - relativo al mese di luglio. Si prevede che permanga in territorio espansivo (55,0 punti) ma in contrazione rispetto ai 57,1 del mese precedente, incorporando i futuri danni legati alla (ri)chiusura di bar, palestre, ristoranti e la continua debolezza del segmento viaggi.
Infine ,mentre giovedì saranno resi noti i dettagli sugli ordinativi delle fabbriche tedesche e le decisioni di politica monetaria nel Regno Unito, venerdì sono attesi i dati su importazioni ed esportazioni cinesi, che dovrebbero segnalare una contrazione rispettivamente del 10,0% e dell’1,5% a/a. Attesi, sempre venerdì 7 agosto, i dettagli sulla ripresa economica tedesca, che dovrebbe evidenziare un’accelerazione delle esportazioni al 13,8% m/m e un aumento della produzione industriale al 10%. Lo stesso giorno, infine, si saprà se le stime di consensus di 2,26 milioni di nuovi posti e una diminuzione della disoccupazione dall’11,1% al 10,3% sul mercato del lavoro USA sono corrette.
“Il contesto risk-on tiene ancora, con il dollaro che si indebolisce e le materie prime che salgono. In base agli indicatori ciclici ci potrebbe essere una rotazione in grado di favorire le borse europee. Anche perché, i titoli tecnologici che continuano a trainare il mercato azionario americano cominciano a suscitare timori a causa delle valutazioni eccessive”, conclude l’economista di AllianzGI.
UNA QUESTIONE DI DOMANDA E OFFERTA
L’esperto, ricorda che, mentre la riapertura consente di ripristinare l’offerta di merci e servizi, la domanda dipende, stavolta più che mai, dalla fiducia dei consumatori. “In quest’ottica, occorre considerare che una quota importante di consumatori, quella degli over 65, che spende molto più degli under 25 (meno a rischio), ha più possibilità di soccombere al virus”, spiega Meier. Se non arriverà un vaccino o un rapido contenimento della malattia, l’iniziale ripresa a ‘V’ dell’economia potrebbe trasformarsi in un lungo processo di riparazione dei danni strutturali. Dalla cui durata dipenderanno i rischi di perdita permanente di posti di lavoro, cambiamento dei comportamenti dei consumatori, chiusura delle imprese e stress delle autorità.
ATTESI LA PROSSIMA SETTIMANA DATI MACRO IMPORTANTI
La prossima settimana avremo nuovi elementi per comprendere meglio cosa aspettarci. Lunedì, si saprà lo stato di salute delle attività manifatturiere in Cina e Stati Uniti, con questi ultimi che, in base alle stime di consensus, dovrebbero far segnare i livelli più elevati da aprile 2019. Mercoledì sarà la volta dei dati sulle vendite al dettaglio dell’area euro. “Il consensus stima un aumento del 15,8% m/m in giugno, ma il tasso a/a dovrebbe scendere dal -5,1% al -7,5%” specifica Meier. Lo stesso giorno verrà pubblicato l’indice ISM dei servizi USA – che rappresentano circa il 70% del PIL statunitense - relativo al mese di luglio. Si prevede che permanga in territorio espansivo (55,0 punti) ma in contrazione rispetto ai 57,1 del mese precedente, incorporando i futuri danni legati alla (ri)chiusura di bar, palestre, ristoranti e la continua debolezza del segmento viaggi.
FOCUS SU EXPORT DELLA GERMANIA E SUL MERCATO DEL LAVORO USA
Infine ,mentre giovedì saranno resi noti i dettagli sugli ordinativi delle fabbriche tedesche e le decisioni di politica monetaria nel Regno Unito, venerdì sono attesi i dati su importazioni ed esportazioni cinesi, che dovrebbero segnalare una contrazione rispettivamente del 10,0% e dell’1,5% a/a. Attesi, sempre venerdì 7 agosto, i dettagli sulla ripresa economica tedesca, che dovrebbe evidenziare un’accelerazione delle esportazioni al 13,8% m/m e un aumento della produzione industriale al 10%. Lo stesso giorno, infine, si saprà se le stime di consensus di 2,26 milioni di nuovi posti e una diminuzione della disoccupazione dall’11,1% al 10,3% sul mercato del lavoro USA sono corrette.
IL CONTESTO RISK ON TIENE ANCORA
“Il contesto risk-on tiene ancora, con il dollaro che si indebolisce e le materie prime che salgono. In base agli indicatori ciclici ci potrebbe essere una rotazione in grado di favorire le borse europee. Anche perché, i titoli tecnologici che continuano a trainare il mercato azionario americano cominciano a suscitare timori a causa delle valutazioni eccessive”, conclude l’economista di AllianzGI.