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Yen, oro e obbligazioni inflation linked per blindare il portafoglio

I bond con profili ESG di qualità e quelli investment grade dovrebbero continuare a fare bene sul mercato ma gli esperti consigliano anche di proteggere il portafoglio dalla volatilità e dall’inflazione

10 Agosto 2020 16:31

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OPPORTUNITÀ NEL CREDITO SOCIETARIO


Nella turbolenta reazione dei mercati globali alla crisi del coronavirus, spicca la forte volatilità su quello del credito, paragonabile al 2008-2009, a cui le autorità fiscali e monetarie hanno reagito in modo molto energico, arrivando persino ad acquistare obbligazioni societarie e altre tipologie di titoli a reddito fisso. Data questa situazione Gene Tannuzzo, Vice Responsabile del Reddito Fisso Globale di Columbia Threadneedle Investments, vede opportunità da cogliere al di fuori dei mercati sovrani, soprattutto nel credito societario, e in termini di rendimento corretto per il rischio ravvisa quelle migliori nel mercato investment grade, dove sono disponibili emittenti con solidi profili di liquidità in grado di superare le turbolenze attuali, in cui oltretutto si può contare sull’appoggio delle banche centrali che continuano a fare da pilastro di sostegno sui mercati globali. Il mercato high yield ha invece dinamiche meno chiare e, ad avviso di Tannuzzo, risente maggiormente delle ricadute sull’economia provocate dalla pandemia. Infine l’esperto di Columbia Threadneedle nell’articolo Dove scovare opportunità nel reddito fisso segnala condizioni propizie offerte anche dai mercati emergenti, dove vanno selezionate le economie di qualità superiore, con banche centrali e autorità fiscali in grado di sostenere e limitare l’onere economico.

RUSSIA E ARABIA SAUDITA MENO VULNERABILI AL CALO DEL GREGGIO


A proposito di debito emergente, Sabrina Khanniche, Senior Economist di Pictet Asset Management, nell’articolo I Paesi che rischiano di più con il crollo del petrolio ha analizzato le principali 12 economie esportatrici di petrolio per individuare quelle più vulnerabili a causa del crollo del prezzo dell’oro nero. Tra i paesi più esposti a questo rischio figurano Oman, Kazakistan e Colombia mentre Russia e Arabia Saudita risultano i meno fragili. Le economie dei tre Paesi più a rischio evidenziano un elevato indice della vulnerabilità ai prezzi del petrolio, calcolato da Pictet Am: un periodo prolungato di prezzi bassi comporterebbe un aumento del deficit fiscale e delle partite correnti, il che a sua volta eserciterebbe una pressione al ribasso sulle valute di questi Paesi.

YEN E ORO COME PROTEZIONE


Tornando alle obbligazioni societarie, anche per Matteo Germano, Head of Multi-Asset e CIO Italy di Amundi, si confermano una interessante fonte di rendimento alla luce del fatto che sia la Fed che la BCE hanno incluso anche i corporate bond nei loro programmi di acquisto. In particolare, secondo Germano, sono da preferire i bond in euro rispetto a quelli in dollari, e le emissioni aziendali investment grade rispetto a quelle high yield, dal momento che queste ultime potrebbero risentire di un incremento dei default e del rallentamento della crescita dei fatturati. “Seguiamo con attenzione i bond USA indicizzati all’inflazione per via delle valutazioni convenienti e delle forze reflazionistiche a lungo termine che emergeranno man mano che ci sarà una ripresa della crescita”, precisa nell’articolo Amundi cauta su Wall Street, preferenza per i Mercati emergenti Germano. Secondo il quale vanno previste pure adeguate protezioni in vista di una possibile seconda ondata di contagi, di una Brexit senza accordo e delle elezioni americane: la prima scelta va allo yen giapponese (JPY/USD), che svolge un ruolo di porto sicuro, e all’oro che funziona come protezione contro l’incertezza.

LE RAGIONI CHE SOSTENGONO IL RALLY DELL’ORO


L’oro ha sfondato il muro dei 2.000 dollari l’oncia, ma la sua corsa non sembra destinata a fermarsi. Lo sostiene nell’articolo Natixis: perché l’oro continuerà a correre Jack Janasiewicz, Portfolio Manager, Solutions, di Natixis Investment Managers, analizza i fattori che continueranno a sostenerne il prezzo. Il primo dei riguarda i tassi reali: l’oro non fa perdere rendimento, con tassi nominali così bassi e rendimenti reali negativi, la questione del costo del carry per i beni rifugio non rappresenta più un ostacolo, anzi si perde denaro se si hanno in portafoglio principalmente titoli di debito governativo, mentre l’oro, in quanto riserva di valore, sembra essere ogni giorno più interessante. In particolare il fattore indicato dall’esperto di Natixis IM legato al costante incremento dell’offerta di titoli obbligazionari, che rappresentano un bene rifugio ma hanno rendimento negativo, assume un aspetto di rilievo. Esercita infatti una maggiore pressione al rialzo sui beni rifugio alternativi come di fatto è il metallo giallo, poiché gli investitori cercano un asset che protegga il valore rispetto a quelli che lo vedono eroso dall’inflazione giorno dopo giorno: l’offerta di asset a rendimento negativo continua a spingere verso l’alto la domanda di asset in grado di conservare il proprio valore nel breve termine.

REDDITO FISSO CON CARATTERISTICHE ESG DI ALTA QUALITÀ


Steve Ellis, Global CIO, Fixed Income di Fidelity International è invece alla ricerca di vincitori a lungo termine con caratteristiche ESG di alta qualità, convinto che possano essere meglio attrezzati per resistere agli shock futuri. Anche se questo, ammette l’esperto, potrebbe comportare il sacrifico di una qualche quota di guadagno a breve termine per un migliore profilo di rendimento a lungo termine. Ellis, che si aspetta che i rendimenti sovrani continuino ad oscillare sui livelli attuali o inferiori, nell’articolo Volatilità in arrivo sui mercati, Fidelity: “Sarà un terzo trimestre impegnativo” rivela una costante propensione positiva verso i titoli di Stato statunitensi ed europei core. È vero che offrono bassi rendimenti ma costituiscono una sorta di ‘polizza assicurativa’ contro gli eccessi dei rialzi delle attività rischiose. Inoltre, mentre ha ridotto l’esposizione ai titoli periferici europei (tornati al loro fair value), l’esperto obbligazionario di Fidelity segnala un’allocazione alle obbligazioni legate all’inflazione che dovrebbe offrire una certa protezione contro un eventuale aumento dei prezzi al consumo.

FED SEMPRE PIÙ TOLLERANTE SULL’INFLAZIONE


Eventualità che sembra prendere corpo alla luce del cambio di regime della Federal Reserve. Come spiegano nell’articolo Fed verso la svolta: lasciar correre l’inflazione gli esperti del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, la Banca Centrale statunitense potrebbe diventare ancora più accomodante e ancora più a lungo, preparandosi ad abbandonare le sue tradizionali politiche di controllo dell’inflazione e passare a un regime di ‘forward guidance’ basato sugli esiti, quindi non più anticipando l’arrivo dell’inflazione, ma aspettando che si attesti stabilmente al di sopra dell’obiettivo del 2% in termini di Personal consumption expenditures ‘core’, con la possibilità che la politica monetaria possa diventare ancora più espansiva.

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