AllianceBernstein
Idee di investimento, la pandemia spinge gli investimenti sostenibili
La pandemia ha rafforzato il valore degli investimenti sostenibili mentre quelli nelle energie rinnovabili non si fermano. Opportunità nel lusso e nei settori legati alla digitalizzazione
24 Agosto 2020 10:12
LA RESILIENZA DELLE SOCIETÀ CON COMPORTAMENTI RESPONSABILI
La crisi economica e finanziaria causata dalla pandemia ha rappresentato una prova del fuoco per gli investitori ma ha anche confermato tutto il valore delle strategie basate sugli investimenti sostenibili che si concentrano sui fattori ESG (ambientali, sociali e di governance). “La crisi del Covid-19 ha dimostrato la necessità di servizi e prodotti socialmente utili, ma anche la maggiore resilienza ed apprezzamento, da parte degli investitori, delle società che adottano comportamenti responsabili”, fa sapere nell’articolo “Il valore degli investimenti sostenibili rafforzato dal Covid” Daniel Roarty , Chief Investment Officer di AllianceBernstein. Resilienza, spiega l’esperto, frutto della loro elevata qualità e dell’attitudine ad essere più redditizie, e con profitti più stabili. Inoltre sono maggiormente in grado di attenuare gravi rischi aziendali che potrebbero causare importanti perdite finanziarie e fallimenti. Altro particolare distintivo: la maggior parte dei portafogli sostenibili si concentra su società con politiche orientate agli stakeholder, ossia clienti, dipendenti, e la comunità più in generale.
CRESCITA ECONOMICA E SOSTENIBILITÀ NON SONO INCOMPATIBILI
Se a inizio anno erano ancora molti gli scettici sulla necessità di intervenire per arrestare le variazioni di un clima impazzito, la pandemia ha costretto le autorità ad imporre il blocco totale della circolazione delle persone e delle merci, con un costo sociale di lungo periodo che non si è ancora in grado di apprezzare nella sua interezza. “Crescita economica e sostenibilità non sono affatto incompatibili tra loro. Esiste un modo di risolvere favorevolmente questo contrasto e passa attraverso le aziende, il cui comportamento in termini di impatto ambientale, governance e pratiche sociali deve essere accuratamente orientato dalla politica mentre, in parallelo, i cittadini possono selezionare i prodotti e i servizi delle aziende virtuose dal punto di vista della sostenibilità”, specificano nell’articolo “Investimenti mobiliari, un volano per un capitalismo più sostenibile” gli esperti di Euromobiliare AM Sgr. Una partita nella quale le società che gestiscono i risparmi dei cittadini sono chiamate a svolgere un ruolo di primaria importanza. “Siamo fermamente convinti che gli investimenti mobiliari saranno un formidabile volano per l’affermarsi di un capitalismo più sostenibile”, specificano i professionisti di Euromobiliare AM Sgr.
EOLICO, FOTOVOLTAICO E LE NUOVE FRONTIERE TECNOLOGICHE
Etica Sgr, che da oltre vent’anni è impegnata sul fronte della sostenibilità proponendo ai risparmiatori italiani esclusivamente fondi comuni di investimento sostenibili e responsabili, segnala inoltre che le energie rinnovabili non si fermano neanche con la pandemia.
Nonostante l’inevitabile frenata nei mesi scorsi dovuta all’emergenza sanitaria, gli investimenti nelle energie rinnovabili in Italia per il 2020 evidenziano segnali positivi. La conferma arriva dalla dodicesima edizione dell’IREX Annual Report 2020 di Althesys 2020 che fa il punto sulla trasformazione del mercato elettrico e sulla transizione alle rinnovabili. Un rapporto, come si legge nell’articolo “Il coronavirus non ferma le energie rinnovabili” che mette in luce il dinamismo del settore che ha visto crescere sia la potenza installata (+38%) che il numero delle operazioni (+24%), pur in presenza di una contrazione del 5,6% degli investimenti. Da segnalare che, mentre quasi la metà delle operazioni abbiano riguardato il segmento fotovoltaico, l’eolico resta quello leader in termini di dimensioni con 4,7 miliardi di euro investiti e 5 GW di potenza installata. Seguono, a distanza l’idroelettrico (stabile al 4%), la smart energy (in calo dall’11% al 6%), le biomasse (in contrazione dal 7% al 4%) e l’efficienza energetica (dall’11% al 2%). Per contro, cominciano a segnare numeri di un certo rilievo le nuove frontiere tecnologiche come biometano, storage, e power-to-gas, che coprono il 2% circa.
TASSI DI CRESCITA ESPONENZIALI PER IL MONDO DIGITALE
Le misure di lockdown hanno avuto anche il pregio di dimostrare quanto sia elevato il progresso raggiungibile già oggi tramite i servizi digitali e, soprattutto, in quanto poco tempo. Inoltre gli sviluppi in ambito digitale consentiranno l’utilizzo di una mole maggiore di dati capace di migliorare l’esperienza e il processo di digitalizzazione. Durante il lockdown la domanda dei videogiochi online e dei servizi Tv, l’ecommerce, la telemedicina, i social network, e l’istruzione online hanno registrato tassi di crescita esponenziali. Ora ci si potrebbe aspettare un graduale rallentamento di queste richieste a mano a mano che le attività economiche riprendono la loro normale operatività. In realtà i dati disponibili non sembrano evidenziare nulla di tutto questo. Anche perché esiste un evidente margine di espansione del bacino di utenti dal momento che, attualmente, soltanto il 59% della popolazione mondiale ha accesso a Internet. “Inoltre, la cosiddetta ‘generazione hashtag’ – le persone nate in un mondo già digitale tra il 1991 e il 2005, che rappresentano il 34% circa dell’intera popolazione mondiale – prosegue la sua crescita insieme al suo potere economico: una dinamica che continuerà ad alimentare la domanda di soluzioni digitali”, spiegano nell’articolo “Pictet: un’espansione senza precedenti del mondo digitale”, Sylvie Séjournet, Senior Investment Manager e Anjali Bastianpillai, Senior Product Specialist di Pictet Asset Management.
LUSSO, È UNA CRISI DELL’OFFERTA PIÙ CHE DELLA DOMANDA
Anche il settore lusso, dopo un secondo trimestre che è stato il peggior periodo di sempre per i marchi del settore, comincia a mostrare segnali di recupero. “Le aziende hanno espresso un parere abbastanza unanime sul fatto che si tratti di una crisi dell’offerta, più che della domanda”, puntualizza nell’articolo ““In Cina la crisi del lusso è temporanea” Swetha Ramachandran, Investment Manager del fondo GAM Luxury Brands Equity, segnalando, a tale proposito, gli esempi di Ferrari ed Hermès, il cui management ha dichiarato che la domanda è rimasta robusta, in particolare per i clienti in Nord America e in Cina. In quest’ultimo mercato, dove i negozi sono stati aperti durante il secondo trimestre, le vendite di pelletteria e moda hanno registrato un rialzo di oltre il 60% nel trimestre mentre il giro d’affari di Tiffany nel mese di maggio ha segnato un aumento del 90%. “Tuttavia, se è vero che la crisi ha colpito i brand in modo abbastanza uniforme, il rimbalzo sta differenziando i marchi in base alle loro reazioni e alla loro reputazione. Riteniamo che possa riemergere la polarizzazione delle performance osservata prima del Covid-19, differenziando ulteriormente i vincitori e i perdenti”, conclude Ramachandran.
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