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"Debito pubblico alle stelle ma sostenibile con i tassi ai minimi"

Nonostante il debito pubblico record, i tassi d'interesse sono molto bassi e questo, osserva Felipe Villarroel (TwentyFour Am), consente di mantenere all'interno degli intervalli storici il rapporto interessi/debito

25 Agosto 2020 08:00

financialounge -  conti pubblici debito pubblico Morning News PIL ripresa Scenari Vontobel
La combinazione negativa di una previsione di contrazione del PIL di quest’anno di poco più del 3% a livello mondiale e di disavanzi di bilancio (in percentuale del PIL) del 10,7% nei mercati sviluppati, proietta il rapporto debito/PIL a livelli record. L’FMI stima che tale rapporto nell'Eurozona aumenterà quest’anno dall'84% al 97%, e negli Stati Uniti dal 109% al 131%, mentre nei mercati emergenti la previsione è di un aumento dal 53% al 62%.

QUANTO È SOSTENIBILE TUTTO QUESTO DEBITO


È sostenibile tutto questo debito pubblico? “Dire che questa volta sia diverso costituisce un'affermazione molto pericolosa nei mercati finanziari. Tuttavia ci sono alcune osservazioni sulla sostenibilità di questa situazione”, specifica Felipe Villarroel, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management (gruppo Vontobel). La cui analisi parte dalla constatazione che la maggior parte dei paesi registrerà un deterioramento dell’indebitamento e questo, dal punto di vista dei mercati finanziari, non è aspetto secondario dal momento che è molto più facile per gli investitori attaccare un anello debole, un singolo paese con specifiche criticità. La crisi del debito sovrano della zona euro nel 2011, nella quale era in discussione la sostenibilità del debito pubblico di alcuni Paesi dell'Eurozona portò gli operatori ad essere ribassisti sul debito di Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, e Grecia e rialzisti su quello di Olanda, Germania e Stati Uniti.

RAPPORTO INTERESSI/DEBITO ALL’INTERNO DEGLI INTERVALLI STORICI


“L’intenzione di emissione comune di debito pubblico nell'Eurozona si propone di evitare che ciò si ripeta. In parallelo i disavanzi delle partite correnti si sono ridotti in modo significativo, le banche sono fortemente capitalizzate e la Bce acquista ogni mese miliardi di euro di debito pubblico dell'Eurozona”, ricorda Villarroel . Secondo il quale nonostante i carichi di debito siano i più elevati della storia moderna, i tassi d'interesse sono molto più bassi di un tempo, e questo consente di mantiene all'interno degli intervalli storici il rapporto interessi/debito. Per l’esperto di TwentyFour Am il rimborso del debito difficilmente potrà estinguersi con le sole entrate interne (tasse e imposte) mentre dovrebbe risultare possibile prolungarlo. “Ogni titolo governativo in scadenza prevede l'emissione di un nuovo bond con una cedola ultra-bassa o zero il che dovrebbe rendere ulteriormente rifinanziabile il debito”, spiega Villarroel.

LE DIFFERENZA RISPETTO AL 2011


Inoltre, i Paesi con avanzi delle partite correnti hanno mantenuto i loro avanzi, mentre quelli con deficit della bilancia commerciale hanno ridotto i loro disavanzi e, nel caso dell'Italia, sono addirittura passati a un avanzo negli ultimi anni. L'offerta di titoli di Stato è destinata ad aumentare in modo importante, ma anche la domanda, dal momento che le banche centrali acquistano quotidianamente miliardi di dollari. Stavolta, a differenza del 2011, non è presente un chiaro anello debole, e una crisi sovrana in questo contesto potrebbe scaturire se gli operatori del mercato dubitassero della capacità della Bce o della Fed di continuare a tenere i tassi sotto controllo nonostante il QE.

UNA SCOMMESSA CHE NON VALE LA PENA DI FARE


“Si tratta di una eventualità estrema che, tuttavia, non si può escludere del tutto. Ma è altrettanto vero che eventi epocali di questo genere hanno una frequenza bassa: pertanto riteniamo che questa non sia una scommessa che valga la pena di fare”, conclude l’esperto di TwentyFour Am.

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