Amundi
Bond Italia e Paesi emergenti: è aperta la caccia al rendimento
Nonostante il forte recupero dai minimi di marzo prevale un sentiment positivo sul reddito fisso con i corporate bond ritenuti fondamentali nel portafoglio. Fonti di reddito interessanti tra i bond Asia, i titoli italiani e il debito emergente
7 Settembre 2020 10:25
ATTESI NUOVI STIMOLI DELLA FED
Per quanto riguarda i titoli di stato, Amundi si chiede quando la banca centrale americana lancerà altri stimoli monetari attraverso il rafforzamento della Forward Guidance e del Quantitative Easing, con un aumento degli acquisti sul segmento lungo della curva dei tassi. Nonostante le ultime notizie sull’andamento del virus negli Stati Uniti siano più incoraggianti, secondo Amundi l’assenza di un accordo sul fronte fiscale potrebbe tradursi in un aumento degli stimoli monetari già a partire da questo mese. I mercati delle obbligazioni societarie si sono mossi in linea con le performance relative delle azioni americane ed europee, perché la revisione strategica accomodante della Fed ha sostenuto gli attivi rischiosi. Come spiega nell’articolo Amundi: la svolta della Fed favorisce azioni e corporate bond Giordano Beani, Head of Multi-Asset Fund Solutions Italy di Amundi , i corporate bond rappresentano ancora una delle principali fonti di rendimento sull’obbligazionario, per questo la casa d’investimento continua a privilegiare le obbligazioni Investment Grade con rating BBB e quelle High Yield di qualità elevata soprattutto negli USA, visto l’aumento del tasso di default delle obbligazioni con i rating più bassi.
IL TREND POSITIVO DEL CREDITO È DESTINATO A RALLENTARE
Anche il team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management (MSIM) continua a ritenere moderatamente rialziste le prospettive per il mercato obbligazionario. Certo, sussiste il rischio di una correzione qualora i mercati dovessero giudicare insoddisfacenti le notizie in arrivo, considerando anche che le valutazioni sono diventate meno convenienti. Il team di MSIM, come argomentato nell’articolo Obbligazioni nel 2020: tra incertezza e opportunità, non sembra però preoccupato dai rendimenti governativi bassi e in calo: con i deficit pubblici e i livelli d’indebitamento societario sui massimi storici, è fondamentale poter contare su tassi d’interesse contenuti e stabili. Relativamente al debito emergente, nonostante il forte rialzo messo a segno il trimestre scorso, il team ritiene che vi sia ancora valore, in particolare nei titoli high yield in valuta forte e, in minor misura, nelle valute, dato che il trend di indebolimento del dollaro si sta esaurendo e i differenziali di crescita rispetto ai paesi sviluppati non hanno esibito alcun miglioramento rilevante. Nell’ambito dei mercati creditizi il team reputa che il trend positivo degli ultimi mesi possa proseguire, sebbene ad un ritmo destinato a rallentare. “Con gli spread vicini alle medie storiche è difficile un ulteriore restringimento in assenza di altri miglioramenti dei fondamentali o del supporto tecnico fornito dagli acquisti delle banche centrali”, specificano gli esperti di Morgan Stanley IM. Un contesto che fa prevedere una contrazione dell’offerta di nuovi bond sul mercato a fronte del minore fabbisogno di cassa delle aziende, che inoltre evidenziano comportamenti virtuosi: dalla riduzione del rischio di default grazie all’accumulo di liquidità alle vendite di attivi, dalla razionalizzazione delle spese per investimenti alle riduzioni dei dividendi.
L’APPEAL DELLE OBBLIGAZIONI ITALIANE
Intanto, dal punto di vista delle prospettive per i mercati obbligazionari, ci sono tre aree chiave che BlueBay Asset Management sta monitorando con attenzione in Italia: sostenibilità del debito, in cui la crescita economica gioca un ruolo vitale, stabilità politica e minaccia dei partiti euroscettici, portata di ulteriori misure di supporto da parte dell’Unione europea. Nell’articolo BlueBay positiva sulle obbligazioni italiane Neil Mehta, Assistant Portfolio Manager di BlueBay AM, sottolinea che l’Italia è stato il primo paese in Europa a introdurre misure stringenti di lockdown a marzo e ne è emersa come esempio da seguire per far appiattire la curva dei contagi di Covid-19 in modo efficiente. L’economia sta vedendo una ripresa rispetto al secondo trimestre, supportata dalla riapertura del settore dei viaggi e del turismo, che rappresenta il 13% del PIL domestico. Per questo l’esperto della casa londinese specializzata nel reddito fisso parla di indizi che fanno ben sperare. Gli indici PMI dell’attività economica sono rimbalzati bruscamente a giugno e luglio, per poi tornare a livelli più moderati ad agosto, soprattutto nel settore dei servizi, dove l’occupazione resta debole, ma gli indicatori PMI manifatturieri hanno toccato il punto massimo degli ultimi due anni, supportati dalla domanda domestica e dalle aspettative sulla produzione futura. A livello di PIL inoltre, dopo il calo del 12,4% nel secondo trimestre, BlueBay si aspetta una contrazione del 10% nel corso del 2020, seguita da un rimbalzo del +6% nel 2021 e del +2,5% nel 2022.
INFLAZIONE POSSIBILE FONTE DI PREOCCUPAZIONE PER IL REDDITO FISSO
Più in generale, dal nuovo contesto sul reddito fisso dove ci si aspetta che i tassi restino sullo zero per un periodo molto lungo, potrebbe affacciarsi all’orizzonte il pericolo dell’inflazione. “Non rileviamo attualmente possibili minacce sul fronte della duration, mentre l’inflazione potrebbe aumentare causando una fonte di preoccupazione”, precisa nell’articolo Perché nel reddito fisso l’inflazione è un problema Alex McKnight, Investment Director di GAM Investments. L’aumento dei prezzi al consumo potrebbe determinare una biforcazione del credito, con gli emittenti affidabili che potranno reperire denaro a buon mercato e tassi in aumento, anche significativo, per quelli attivi nei settori in crisi strutturale. Un contesto nel quale emergono meno opportunità nella old economy sul fronte del credito. “Le obbligazioni societarie dell’Asia presentano alcune potenzialità più interessanti rispetto ai mercati sviluppati. In particolare, i titoli con rating BBB hanno già recuperato metà dello spread a lo stesso si può dire anche per titoli ABS, trainati dalla liquidità del mercato e dai buoni fondamentali. Le previsioni di tassi bassi offre inoltre la possibilità alle società di finanziarsi in modo più conveniente e a lungo”, conclude l’esperto di GAM Investments.
PERCHÉ È DA PREFERIRE IL DEBITO EMERGENTE IN DOLLARI
Infine uno sguardo al debito emergente. Come sottolinea Jeremy Cunningham, Investment Director per il reddito fisso di Capital Group nell’articolo La caccia al rendimento punta al debito emergente, dall’inizio della crisi a marzo, mentre il debito emergente in valuta locale ha registrato cali intorno al punto percentuale circa in termini di valuta locale, le emissioni dei paesi in via di sviluppo denominate in dollari hanno accusato perdite a due cifre. “Storicamente, il debito in valuta locale ha espresso performance migliori rispetto a quello in dollari. Negli ultimi due anni, tuttavia, questa situazione ha subito una completa inversione, in primo luogo grazie alla qualità degli emittenti che evidenziano fondamentali di livello superiore rispetto alla media dell’intera asset class. In secondo luogo, si sono affacciati sul mercato un maggior numero di emittenti sovrani di qualità inferiore che hanno emesso debiti in dollari”, precisa l’esperto di Capital Group.
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