Columbia Threadneedle Investments
"Dall'emergenza Covid un nuovo slancio al rally obbligazionario"
Edward Al-Hussainy, analista senior di Columbia Threadneedle Investments, prevede che entro fine anno i T-Bond avranno tassi negativi. E vede spazio di guadagno sui bond
7 Settembre 2020 17:00
La ‘nuova normalità’ indotta dal Covid-19 ha indotto le banche centrali di tutto il mondo a tagliare ulteriormente i tassi e ad incrementare gli acquisti di bond per spingere al ribasso i rendimenti lungo la curva della duration, ma la pandemia eserciterà comunque un profondo impatto negativo sulla crescita economica globale. Gli investitori dovranno abituarsi a un quadro fatto di crescita negativa, di debito pubblico più alto e aumento della disoccupazione, che per i mercati del credito implica la possibilità che anche i tassi dei T-Bond USA a 10 anni entrino per la prima volta in territorio negativo già entro la fine dell’anno, aprendo nuovi spazi di guadagno nell’obbligazionario.
È la conclusione cui giunge l’analisi di Edward Al-Hussainy, analista senior tassi d’interesse e valute di Columbia Threadneedle Investments, che inizia dalla constatazione che negli ultimi 40 anni nei paesi sviluppati i tassi d’interesse nominali e reali sono diminuiti progressivamente e molto sensibilmente, con i fed fund scesi da oltre il 20% nel 1981 a poco più di zero, mentre i rendimenti dei Treasury decennali sono precipitati da picchi del 15% agli attuali livelli dello 0,6%. Un trend di lungo periodo simile a quello di Regno Unito, Europa e in Giappone e destinato probabilmente a proseguire, secondo l’esperto di Columbia Threadneedle.
Secondo l’analisi, i tassi d’interesse non sono fissati dalle banche centrali, che invece inseguono un tasso “naturale” per l’economia, in calo da molti anni per motivi strutturali, dall’invecchiamento demografico allo stallo della crescita della produttività. Paradossalmente, sostiene l’esperto di Columbia Threadneedle, senza la crisi finanziaria globale i tassi sarebbero già negativi in un numero maggiore di economie, compresa quella americana, ma il massiccio aumento di debito emesso per contrastarla ha impresso enorme slancio all’offerta di obbligazioni, contribuendo a mantenere artificialmente alti i rendimenti.
Ma, prosegue il ragionamento di Edward Al-Hussainy, nei prossimi 3-5 anni i tassi riprenderanno a scendere, divenendo negativi negli Usa, a causa del rallentamento della crescita e dell’intensificarsi delle misure politiche non convenzionali delle banche centrali. La crescita sta comunque rallentando, e nei prossimi mesi le banche centrali potrebbero dover fare ancora di più, per cui, secondo Edward Al-Hussainy, la domanda da porsi non è se i tassi d’interesse negativi scenderanno ancora o se si diffonderanno ulteriormente, ma quale sarà la reazione degli investitori quando ciò avverrà.
Oggi i rendimenti dei titoli di Stato giapponesi quinquennali e quelli dei Bund tedeschi a cinque e a dieci anni sono negativi, ma conservano una grande capacità di assorbire gli shock, con gli investitori attratti dalla sicurezza e dalla liquidità offerta. Inoltre, mentre i tassi scendono, i ritorni in conto capitale degli investitori obbligazionari aumentano. L’esperto di Columbia Threadneedle stima che negli ultimi 5 anni gli investitori nel reddito abbiano messo a segno sostanziose plusvalenze grazie ai tassi in continuo calo e ai conseguenti prezzi in rialzo, in un trend che proseguirà con le plusvalenze dei prossimi 5 anni che potrebbero addirittura superare quelle dello scorso quinquennio.
Ci sono però anche barriere che si frappongono a questi sviluppi. Edward Al-Hussainy ne individua tre: una ripresa importante della produttività, che sarebbe positivo per l’azionario e negativo per l’obbligazionario, il ‘rischio’ che la spesa pubblica alla fine riesca a mettere in moto una ripresa solida invertendo il trend dei tassi, e un aumento significativo dell’inflazione.
L’esperto di Columbia Threadneedle ritiene che siano rischi contenuti, e vede una ripresa economica che seguirà nel migliore dei casi una traiettoria a U, per cui reputa probabile che prima della fine dell’anno i rendimenti dei Treasury Usa decennali possano scendere per la prima volta in territorio negativo, uno sviluppo che consentirebbe agli investitori obbligazionari di mettere a segno ulteriori plusvalenze. E conclude invitando gli investitori a prendere nota del fatto che “il grande rally del mercato obbligazionario è ben lungi dall’aver esaurito il suo corso”.
UN TREND CHE DURA DA 40 ANNI
È la conclusione cui giunge l’analisi di Edward Al-Hussainy, analista senior tassi d’interesse e valute di Columbia Threadneedle Investments, che inizia dalla constatazione che negli ultimi 40 anni nei paesi sviluppati i tassi d’interesse nominali e reali sono diminuiti progressivamente e molto sensibilmente, con i fed fund scesi da oltre il 20% nel 1981 a poco più di zero, mentre i rendimenti dei Treasury decennali sono precipitati da picchi del 15% agli attuali livelli dello 0,6%. Un trend di lungo periodo simile a quello di Regno Unito, Europa e in Giappone e destinato probabilmente a proseguire, secondo l’esperto di Columbia Threadneedle.
I TASSI INSEGUONO IL LIVELLO ‘NATURALE’
Secondo l’analisi, i tassi d’interesse non sono fissati dalle banche centrali, che invece inseguono un tasso “naturale” per l’economia, in calo da molti anni per motivi strutturali, dall’invecchiamento demografico allo stallo della crescita della produttività. Paradossalmente, sostiene l’esperto di Columbia Threadneedle, senza la crisi finanziaria globale i tassi sarebbero già negativi in un numero maggiore di economie, compresa quella americana, ma il massiccio aumento di debito emesso per contrastarla ha impresso enorme slancio all’offerta di obbligazioni, contribuendo a mantenere artificialmente alti i rendimenti.
LA REAZIONE DEGLI INVESTITORI
Ma, prosegue il ragionamento di Edward Al-Hussainy, nei prossimi 3-5 anni i tassi riprenderanno a scendere, divenendo negativi negli Usa, a causa del rallentamento della crescita e dell’intensificarsi delle misure politiche non convenzionali delle banche centrali. La crescita sta comunque rallentando, e nei prossimi mesi le banche centrali potrebbero dover fare ancora di più, per cui, secondo Edward Al-Hussainy, la domanda da porsi non è se i tassi d’interesse negativi scenderanno ancora o se si diffonderanno ulteriormente, ma quale sarà la reazione degli investitori quando ciò avverrà.
NUOVE PLUSVALENZE IN VISTA
Oggi i rendimenti dei titoli di Stato giapponesi quinquennali e quelli dei Bund tedeschi a cinque e a dieci anni sono negativi, ma conservano una grande capacità di assorbire gli shock, con gli investitori attratti dalla sicurezza e dalla liquidità offerta. Inoltre, mentre i tassi scendono, i ritorni in conto capitale degli investitori obbligazionari aumentano. L’esperto di Columbia Threadneedle stima che negli ultimi 5 anni gli investitori nel reddito abbiano messo a segno sostanziose plusvalenze grazie ai tassi in continuo calo e ai conseguenti prezzi in rialzo, in un trend che proseguirà con le plusvalenze dei prossimi 5 anni che potrebbero addirittura superare quelle dello scorso quinquennio.
TRE BARRIERE POTREBBERO OSTACOLARE IL TREND
Ci sono però anche barriere che si frappongono a questi sviluppi. Edward Al-Hussainy ne individua tre: una ripresa importante della produttività, che sarebbe positivo per l’azionario e negativo per l’obbligazionario, il ‘rischio’ che la spesa pubblica alla fine riesca a mettere in moto una ripresa solida invertendo il trend dei tassi, e un aumento significativo dell’inflazione.
IL GRANDE RALLY NON È FINITO
L’esperto di Columbia Threadneedle ritiene che siano rischi contenuti, e vede una ripresa economica che seguirà nel migliore dei casi una traiettoria a U, per cui reputa probabile che prima della fine dell’anno i rendimenti dei Treasury Usa decennali possano scendere per la prima volta in territorio negativo, uno sviluppo che consentirebbe agli investitori obbligazionari di mettere a segno ulteriori plusvalenze. E conclude invitando gli investitori a prendere nota del fatto che “il grande rally del mercato obbligazionario è ben lungi dall’aver esaurito il suo corso”.