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Idee di investimento, la dinamica sulle obbligazioni societarie resta positiva
Nonostante il notevole recupero dai minimi di marzo, le obbligazioni societarie hanno ancora carburante. Intanto mentre qualcuno suggerisce i bond cinesi altri raccomandano di fare attenzione all’inflazione
28 Settembre 2020 11:13
DOMANDA OBBLIGAZIONARIA SOSTENUTA DALLE BANCHE CENTRALI
Lo scenario di base continua a prevedere una crescita superiore al trend nei prossimi mesi, anche se a un ritmo più lento e dipendente da eventi chiave, come una sorpresa negativa sul fronte della pandemia, che minerebbe la fiducia in tutti i settori dell’economia reale e dei mercati finanziari, al pari di un risultato shock o contestato delle elezioni presidenziali statunitensi. Ma la politica monetaria continua a essere sufficientemente espansiva per contrastare queste eventualità, mentre la risposta fiscale dovrà essere monitorata con molta attenzione. In assenza di esiti negativi, i bassi tassi core dovrebbero continuare ad attrarre investitori obbligazionari a caccia di rendimento e sostenere la domanda di attivi rischiosi. Sono le conclusioni cui giunge il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management nell’articolo “J. P. Morgan: quadro sempre favorevole per gli asset a rischio”. Più in generale, il Team ritiene che nei prossimi mesi la domanda sarà vigorosa in tutti i mercati, sostenuta dall’attività delle banche centrali o dagli investitori ancora a caccia di rendimento. Il contesto potrebbe variare maggiormente a seconda del mercato, perché negli high yield una maggior offerta potrebbe penalizzare il mercato, mentre la previsione di un modesto volume di emissioni in altri segmenti come l’Investment Grade statunitense dovrebbe continuare a favorire la dinamica di riduzione degli spread.
L’IMPORTANZA DELLA PRODUTTIVITÀ
In ambito obbligazionario, il team Global Balanced Risk Control (GBaR) di Morgan Stanley Investment Management sottolinea l’importanza del fattore produttività, un indicatore spesso trascurato. Un aumento della produttività crea crescita con poca inflazione, il che significa crescita di maggiore qualità o una maggiore crescita reale. Secondo l’analisi svolta e illustrata nell’articolo “Morgan Stanley IM: focus su rinnovabili e corporate bond”, forti aumenti della produttività sono di fondamentale importanza per l’investitore che guarda al mercato del credito, perché rendono possibile il mantenimento degli attuali imponenti stimoli fiscali e monetari senza di contro creare inflazione, il che è di grande aiuto all’apprezzamento delle attività finanziarie. A spingere la produttività sono gli investimenti, che a loro volta aumentano nel lungo termine sia gli utili che la solidità dei bilanci societari, quindi l’affidabilità del debito corporate. Tra investimenti e i conseguenti effetti sulla crescita c’è normalmente uno sfasamento temporale di circa tre anni. Il debito societario emesso ora avrà quindi bisogno di tempo per tradursi in aumento della crescita e degli utili, un tempo durante il quale non possono mancare scossoni in termini di allargamento degli spread creditizi.
AMPLIARE LA DIVERSIFICAZIONE NEL REDDITO FISSO
In ogni caso, come raccomanda Maria Paola Toschi (J.P. Morgan Asset Management) nell’articolo “Toschi (J.P. Morgan): la Cina sfrutterà il vantaggio post Covid-19” vanno riviste le scelte per un portafoglio bilanciato e ben diversificato. Il classico rapporto 60% equity e 40% bond dovrebbe essere rivisto, soprattutto nella componente reddito fisso. Quest’ultima deve necessariamente essere reimpostata se ci si vuole garantire la combinazione rendimento e protezione. Occorre posizionarsi in modo significativo sull’investment grade che oggi offre un minimo di rendimento positivo e una buona qualità degli emittenti. Ma è anche indispensabile aggiungere titoli high yield e debito emergente, che offrono più rendimento a fronte di una minore protezione. E, al contempo, prendere in considerazione sia strumenti di strategie alternative, per aumentare la decorrelazione con i mercati, e sia investimenti che incorporino i fattori ESG (ambientali, sociali e di governance), capaci di selezionare emittenti di qualità.
IL MOMENTO DELLE OBBLIGAZIONI CINESI
Intanto Pictet AM osserva che al di là degli annunci l’immissione di liquidità sta rallentando in tutto il mondo, mentre incombono i rischi politici legati alle elezioni presidenziali statunitensi di novembre, il tutto ancora in presenza della pandemia di Covid-19, non solo con il rischio di una seconda ondata, ma anche con l’incertezza legata ai tempi di sviluppo di un vaccino. A questo scenario si aggiunge anche il cambio della guardia alla guida del Giappone, che apre a un periodo di incertezza sia in termini geopolitici sia per l’eventualità che la terza economia mondiale possa cambiare approccio politico. Nel reddito fisso, Pictet AM ritiene che sia il momento delle obbligazioni cinesi denominate in renminbi, giudicate di gran lunga la classe di attivi a reddito fisso più interessante in un mercato altrimenti poco allettante. Sono obbligazioni che offrono un rendimento di poco superiore al 3%, con un differenziale record di 230 punti base rispetto al rendimento dei Treasury USA, che diventa ancora più interessante una volta considerati i fondamentali. Inoltre, come si legge nell’articolo “Pictet: cautela dopo l’agosto bollente dei mercati”, è più probabile che i tassi cinesi, rimasti più elevati di quelli registrati del mondo sviluppato e in gran parte delle economie emergenti, tendano a scendere piuttosto che a salire nel medio termine, offrendo il beneficio di un potenziale ritorno anche in conto capitale per l’investitore.
PERCHÉ PROTEGGERSI ADESSO DALL’INFLAZIONE
Il tutto senza trascurare fattori capaci di scompaginare nel medio periodo il quadro di riferimento. Il BlackRock Investment Institute, per esempio, segnala tre forze in campo che spingono in direzione di un’inflazione più elevata di quella scontata oggi dal mercato, in un trend che modificherà il corso decennale di prezzi al consumo estremamente contenuti, in un contesto di ritorno sul mercato della volatilità, che potrebbe restare elevata con l’avvicinarsi delle presidenziali americane. Questo costituisce un cambiamento importante per l’investitore a lungo termine, che dovrebbe pensare per tempo a proteggersi e cogliere le opportunità del nuovo scenario. E’ quanto emerge nell’articolo “BlackRock: posizionarsi per un’inflazione più forte” in cui viene suggerito di sovrappesare i bond indicizzati all’inflazione a scapito dei titoli governativi in un’ottica strategica. Sottolineando che è meno costoso proteggersi quando le attese di inflazione sono ancora basse, BlackRock consiglia anche gli asset ‘reali’, come l’immobiliare, insieme a selezionati titoli azionari, privilegiando società con forte posizionamento di mercato e capacità di sopportare un aumento dei costi.
RIMANERE AL RIBASSO SULLA STERLINA
Infine, a 100 giorni dalla scadenza, Vontobel AM prevede un no-deal nella vicenda Brexit, che induce a rimanere ribassisti sulla sterlina. Secondo Ludovic Colin, Head of Global Flexible Bonds di Vontobel Asset Management, il recente movimento dei prezzi sui diversi mercati dimostra che i Gilt, i titoli di Stato britannici, tendono a prezzare un risultato negativo, con anche gli spread creditizi che hanno integrato un certo rischio, ma ancora non abbastanza. Per questo consiglia nell’articolo “Brexit, rischio sterlina con possibili occasioni in Borsa” di rimanere ribassisti sulla sterlina, in un quadro in cui le valute nel loro complesso diventeranno sempre più volatili, dato che abbiamo anche una crisi da Covid-19 da affrontare, oltre alle elezioni americane ormai molto vicine. Colin quindi afferma di preferire vendere sterline contro euro piuttosto che contro dollaro USA per diminuire il rischio, continuando a sottopesare la divisa britannica fino a fine anno.
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