Erik Knutzen

Neuberger Berman vede il rischio di una “giapponificazione” globale

La fiducia ispirata dalle politiche monetarie e fiscali e da una lunga serie di altri fattori influenza i mercati, ma non è chiaro agli investitori se sarà possibile tornare prima o poi a livelli sostenuti di crescita e inflazione

29 Settembre 2020 20:00

financialounge -  Erik Knutzen mercati Neuberger Berman Robert Surgent Scenari
L’Asset Allocation Committee (AAC) di Neuberger Berman ha fatto il punto su economie e mercati nella tradizionale riunione trimestrale. A dare una preview delle conclusioni sono Erik Knutzen, Chief Investment Officer – Multi-Asset Class e Robert Surgent, Senior Portfolio Manager – Multi-Asset Class di Neuberger Berman, che sottolineano il rischio di una “giapponificazione” dell’economia mondiale.

INCREDIBILE SERIE DI INSIDIE


Finora le autorità non si sono certo risparmiate nel varare misure monetarie e fiscali per fronteggiare l’emergenza, ma Knutzen e Surgent si chiedono se assisteremo mai a una svolta nel viaggio verso la “giapponificazione” mondiale, anche per l’incredibile serie di insidie di breve termine già segnalate da Neuberger Berman, tra cui spiccano le incognite sugli sviluppi della pandemia e le imminenti presidenziali USA. Spingendo lo sguardo a più lungo termine, l’AAC di Neuberger Berman si è generalmente espresso a favore degli asset più rischiosi, con un moderato orientamento all’high yield di qualità, ai segmenti azionari caratterizzati da maggior ciclicità e agli asset con più probabilità di risultare sensibili a una ripresa dell’inflazione a breve. Le strategie decorrelate potrebbero contribuire a ridurre in parte gli effetti della volatilità nel prossimo trimestre o semestre, mentre la vendita di opzioni put potrebbe essere un modo di monetizzarla, e un modesto cuscino di liquidità potrebbe consentire agli investitori di sfruttarla, aumentando l’esposizione al rischio nei ribassi.

APERTA LA DOMANDA SU CRESCITA E INFLAZIONE


I due esperti temono che nelle ultime settimane i mercati abbiano peccato di eccessivo ottimismo nei confronti di un vaccino e di una cura anti-virus in arrivo, ma restano fiduciosi su progressi tangibili in arrivo nei prossimi 12-18 mesi. Per quanto riguarda le elezioni, la view è che le incerte tempistiche sui risultati saranno probabilmente fonte di elevata volatilità. Ma l’impatto economico finale degli esiti possibili, da una travolgente ondata Dem, a una vittoria di Biden con il Congresso diviso, fino alla conferma dello status quo, richiederebbe tempo per manifestarsi e potrebbe non risultare poi così rilevante come si prospetta a breve termine. Una view, avvertono gli esperti di Neuberger Berman, che però verte tutta sul clima di fiducia prevalente e sulle rinnovate aspettative di crescita e inflazione, in un quadro meno carico di incertezze. Per cui resta aperta la domanda su quale potrebbe essere il motore in grado di far ripartire davvero crescita e inflazione.

SCOMMESSA DI LUNGO TERMINE


La divisione principale resta quella tra “Giapponificatore” e “Stimolatore”, e secondo Neuberger Berman l’esito di questa lotta quasi sicuramente sarà decisivo per definire aspetti fondamentali, come capire se sarà ancora possibile in futuro puntare sui titoli di Stato per generare reddito o se le correlazioni tra asset ritorneranno mai alla normalità. Lo Stimolatore prevede infatti che la crescita costante del debito pubblico verrà premiata da tassi sempre più bassi grazie alla liquidità delle banche centrali. Ma il Giapponificatore pare tutt’altro che sconfitto, perché può vantare anni di disinflazione e di crescita debole, a prescindere dall’andamento della disoccupazione o dall’aumento del debito, ed è convinto che le banche centrali possano fare ben poco davanti agli sviluppi demografici e all’avanzata della tecnologia.

VISIONI MENO UNANIMI SUL LUNGO TERMINE


Su quest’aspetto strutturale, le view dell’AAC di Neuberger Berman sul lungo periodo sono risultate meno unanimi, con alcuni che hanno sottolineato come dopo un decennio le politiche monetarie non siano ancora riuscite a generare inflazione, mentre altri ribattono che mai in passato sono state adottate misure di stimolo fiscale e monetario massicce come attuali. E anche i mercati sono divisi: dopo l’imponente risposta alla pandemia, tutti gli indicatori ciclici e reflazionari, come l’inflazione di breakeven statunitense a 10 anni, il Goldman Sachs Cyclicals Versus Defensives Index, il dollaro australiano e il rame, hanno segnato un netto rialzo.

UN INTERROGATIVO CHE RESTA APERTO


Secondo i due esperti di Neuberger Berman, la discrepanza sembra indicare che l’impatto dello stimolo sulla fiducia dei mercati sul prossimo anno stride con lo scetticismo sulla possibilità di tornare a crescita e inflazione sostenibili: un dilemma che si risolverà nei prossimi sei-dodici mesi. Forse lo shock da coronavirus sulle abitudini di vita e di lavoro, insieme alle manovre per contrastarlo, costituiranno la via d’uscita dalla “giapponificazione”. Magari invece i Treasury stanno cercando di dire che non c’è via d’uscita. Secondo gli esperti di Neuberger Berman la domanda resta aperte e forse tra un anno cavalcheremo un orientamento pro-ciclico conducendo una stima approfondita dei rendimenti attesi e dei principi di asset allocation per gli anni a venire.

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