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Come costruire un portafoglio sul trend secolare della Age of Innovation
Gli esperti di Euromobiliare SGR, come altri autorevoli osservatori, concordano sul fatto che le valutazioni dei titoli tech sono giustificate dall’attesa di redditività futura. Ma è fondamentale poter contare su una guida esperta
6 Ottobre 2020 12:01
Il decennio appena trascorso e quello che sta iniziando possono essere a buon diritto definiti “The Age of Innovation”. Questa nuova rivoluzione industriale è caratterizzata dall’introduzione di innovazioni tecnologiche nei prodotti, nei servizi e nei processi in grado di avere un impatto duraturo sulle industrie di riferimento. Questo impatto si misura in termini di semplificazione, ampliamento delle possibilità di accesso e riduzione dei costi.
La “Age of Innovation” ha preso le mosse dal settore tecnologico, con innovazioni rivoluzionarie quali il cloud computing, il 5G e l’estensione degli ambiti di applicazione della Artificial Intelligence. Essa riguarda però anche la sanità, con il forte impulso ricevuto dalle biotecnologie e dalla diagnostica avanzata. Infine anche settori più tradizionali quali le vendite al dettaglio sono già stati impattati con la disruption dei modelli di consumo tradizionali a favore dell’e-commerce. Ma la “Age of Innovation” è tutt’altro che un fenomeno largamente alle nostre spalle. Secondo molti osservatori l’economia mondiale sta per affrontare la più grande trasformazione della storia, tale da avere un impatto sulla crescita molto maggiore di quanto accaduto ad inizio Novecento con l’introduzione più o meno contemporanea dell’elettricità, delle automobili e del telefono.
C’è tutta una serie di tecnologie già esistenti, nelle quali si può investire, la cui adozione è però ancora nelle fasi iniziali della sua espansione quali il deep learning software, i digital payments e i digital wallets, il blockchain, le batterie elettriche efficienti dal punto di vista dei costi, la collaborazione tra robot e uomo e la stampa 3D della componentistica. Fino a pochi mesi fa la diffusione di molte di queste tecnologie era considerata auspicabile, ma ancora lontana nel tempo, non ultimo a causa di una serie di resistenze di carattere sociale. Si pensi ad esempio al sospetto con cui le generazioni più anziane guardano ai pagamenti online.
La crisi mondiale del COVID-19 ha però rappresentato un punto di svolta per la “Age of Innovation”. Infatti i trend in atto sono stati confermati e in qualche caso accelerati. E’ facile prevedere che l’e-commerce e i pagamenti digitali, la nuova medicina, i sistemi che consentono il remote working e l’e-learning ricevano un forte impulso dalla crisi COVID rendendo la loro adozione su scala globale più rapida di quanto si potesse prevedere soltanto a fine 2019. I mercati azionari hanno fino a qui reagito di conseguenza. In questa prospettiva va visto il recupero “spettacolare” messo a segno dall’indice borsistico americano, cui hanno contribuito essenzialmente i settori più avanzati dell’economia e tra essi i cosiddetti “innovation leaders”, vale a dire aziende protagoniste della prima ondata della “Age of Innovation” che sono ormai i principali titoli per capitalizzazione nel listino USA. Lo stesso è accaduto in Cina, l’altro epicentro della “Age of Innovation” a cui da tempo Euromobiliare A.M. SGR guarda con interesse. In Europa, nei cui listini prevalgono ancora industrie ed aziende più tradizionali, il recupero è stato meno accentuato rispetto agli Stati Uniti, nonostante una performance economica nel secondo trimestre migliore. La rapidità con cui i titoli “tecnologici” (usiamo questa definizione in senso allargato) si sono apprezzati e la forte espansione dei multipli ai quali vengono scambiati che ne è conseguita hanno creato qualche preoccupazione tra gli investitori, che in qualche caso hanno cominciato a temere il prodursi di una vera e propria bolla speculativa.
Tutto ciò va considerato nella prospettiva dei cambiamenti socio-economici che con il COVID-19 hanno subito una forte accelerazione. Di conseguenza, in termini generali, la probabilità di successo di molte iniziative della “Age of Innovation” ne è uscita rafforzata e le aspettative di crescita degli utili spostate molto in là nel tempo sono state in qualche modo anticipate. Viste in questo modo la crescita di prezzo e l’espansione dei multipli possono quindi trovare una spiegazione logica e sono ulteriormente rafforzate da un contesto di tassi di interesse a zero ancora per un lungo periodo. Ciò non significa che non si verificheranno, anche a breve termine, correzioni di mercato più o meno importanti, ma il contesto economico e finanziario che prevediamo per l’era post-COVID rimane favorevole a questo tipo di aziende.
Costruire un portafoglio che sfrutti le opportunità della “Age of Innovation” non implica semplicemente l’acquisto degli innovation leader di oggi, tutt’altro. L’esperienza ci insegna che in economia è più semplice individuare un tema di investimento di lungo periodo di quanto non sia selezionare le aziende che ne beneficeranno maggiormente e ciò è tanto più vero in un campo in cui il tasso di obsolescenza delle tecnologie e dei modelli di business vincenti è particolarmente elevato. Per questo motivo la costruzione di un portafoglio dedicato alla “Age of Innovation” non può prescindere dall’intervento di un gestore professionale, impegnato sia nella individuazione dei nuovi temi che la “Age of Innovation” potrà proporre sia nella selezione delle aziende che saranno innovation leader di domani.
LA PIÙ GRANDE TRASFORMAZIONE DI SEMPRE
La “Age of Innovation” ha preso le mosse dal settore tecnologico, con innovazioni rivoluzionarie quali il cloud computing, il 5G e l’estensione degli ambiti di applicazione della Artificial Intelligence. Essa riguarda però anche la sanità, con il forte impulso ricevuto dalle biotecnologie e dalla diagnostica avanzata. Infine anche settori più tradizionali quali le vendite al dettaglio sono già stati impattati con la disruption dei modelli di consumo tradizionali a favore dell’e-commerce. Ma la “Age of Innovation” è tutt’altro che un fenomeno largamente alle nostre spalle. Secondo molti osservatori l’economia mondiale sta per affrontare la più grande trasformazione della storia, tale da avere un impatto sulla crescita molto maggiore di quanto accaduto ad inizio Novecento con l’introduzione più o meno contemporanea dell’elettricità, delle automobili e del telefono.
LE TECNOLOGIE
C’è tutta una serie di tecnologie già esistenti, nelle quali si può investire, la cui adozione è però ancora nelle fasi iniziali della sua espansione quali il deep learning software, i digital payments e i digital wallets, il blockchain, le batterie elettriche efficienti dal punto di vista dei costi, la collaborazione tra robot e uomo e la stampa 3D della componentistica. Fino a pochi mesi fa la diffusione di molte di queste tecnologie era considerata auspicabile, ma ancora lontana nel tempo, non ultimo a causa di una serie di resistenze di carattere sociale. Si pensi ad esempio al sospetto con cui le generazioni più anziane guardano ai pagamenti online.
LA SPINTA DEL COVID-19 E I MERCATI
La crisi mondiale del COVID-19 ha però rappresentato un punto di svolta per la “Age of Innovation”. Infatti i trend in atto sono stati confermati e in qualche caso accelerati. E’ facile prevedere che l’e-commerce e i pagamenti digitali, la nuova medicina, i sistemi che consentono il remote working e l’e-learning ricevano un forte impulso dalla crisi COVID rendendo la loro adozione su scala globale più rapida di quanto si potesse prevedere soltanto a fine 2019. I mercati azionari hanno fino a qui reagito di conseguenza. In questa prospettiva va visto il recupero “spettacolare” messo a segno dall’indice borsistico americano, cui hanno contribuito essenzialmente i settori più avanzati dell’economia e tra essi i cosiddetti “innovation leaders”, vale a dire aziende protagoniste della prima ondata della “Age of Innovation” che sono ormai i principali titoli per capitalizzazione nel listino USA. Lo stesso è accaduto in Cina, l’altro epicentro della “Age of Innovation” a cui da tempo Euromobiliare A.M. SGR guarda con interesse. In Europa, nei cui listini prevalgono ancora industrie ed aziende più tradizionali, il recupero è stato meno accentuato rispetto agli Stati Uniti, nonostante una performance economica nel secondo trimestre migliore. La rapidità con cui i titoli “tecnologici” (usiamo questa definizione in senso allargato) si sono apprezzati e la forte espansione dei multipli ai quali vengono scambiati che ne è conseguita hanno creato qualche preoccupazione tra gli investitori, che in qualche caso hanno cominciato a temere il prodursi di una vera e propria bolla speculativa.
PREZZI GIUSTIFICATI
Tutto ciò va considerato nella prospettiva dei cambiamenti socio-economici che con il COVID-19 hanno subito una forte accelerazione. Di conseguenza, in termini generali, la probabilità di successo di molte iniziative della “Age of Innovation” ne è uscita rafforzata e le aspettative di crescita degli utili spostate molto in là nel tempo sono state in qualche modo anticipate. Viste in questo modo la crescita di prezzo e l’espansione dei multipli possono quindi trovare una spiegazione logica e sono ulteriormente rafforzate da un contesto di tassi di interesse a zero ancora per un lungo periodo. Ciò non significa che non si verificheranno, anche a breve termine, correzioni di mercato più o meno importanti, ma il contesto economico e finanziario che prevediamo per l’era post-COVID rimane favorevole a questo tipo di aziende.
L’IMPORTANZA DELLA GESTIONE PROFESSIONALE
Costruire un portafoglio che sfrutti le opportunità della “Age of Innovation” non implica semplicemente l’acquisto degli innovation leader di oggi, tutt’altro. L’esperienza ci insegna che in economia è più semplice individuare un tema di investimento di lungo periodo di quanto non sia selezionare le aziende che ne beneficeranno maggiormente e ciò è tanto più vero in un campo in cui il tasso di obsolescenza delle tecnologie e dei modelli di business vincenti è particolarmente elevato. Per questo motivo la costruzione di un portafoglio dedicato alla “Age of Innovation” non può prescindere dall’intervento di un gestore professionale, impegnato sia nella individuazione dei nuovi temi che la “Age of Innovation” potrà proporre sia nella selezione delle aziende che saranno innovation leader di domani.
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