Elezioni Usa 2020

Natixis IM: il mercato si sta adattando alla prospettiva di una presidenza Biden

Il consenso assegnato al candidato Dem dai sondaggi alimenta le aspettative di ingenti stimoli fiscali in arrivo mentre allontana il temuto scenario di elezioni contestate e conseguente incertezza

14 Ottobre 2020 16:52

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I mercati sembrano sempre più a loro agio nella prospettiva di una vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali del 3 novembre, e magari anche di un’onda blu che consentisse anche il controllo del Congresso, perché renderebbe più agevole portare avanti gli attesi stimoli fiscali, che potrebbero arrivare a toccare i 5.000 mld di dollari. Resterebbe comunque sullo sfondo il supporto garantito dalla Fed, in un quadro che potrebbe vedere l’economia americana performare meglio di altre nel 2021. Una delle conseguenze sarebbe una prosecuzione della relativa debolezza del dollaro e una spinta a economie e mercati emergenti.

MERCATO A SUO AGIO ANCHE CON UN’ONDA BLU


Sono le conclusioni cui giungono Esty Dwek, Head of Global Macro Strategy, e Jack Janasiewicz, Portfolio Strategist, di Natixis IM Solutions, in un dibattito sul mood dei mercati a tre settimane dal voto che vede Biden sfidare il presidente Donald Trump. Janasiewicz sottolinea che a differenza di un paio di settimane fa, il mercato sembra più a suo agio rispetto alla prospettiva di un’onda blu, vale a dire vittoria Dem sia alla Casa Bianca che al Senato, perché consentirebbe di portare avanti senza ostacoli misure ingenti di stimolo fiscale, che secondo alcune stime che circolano potrebbe arrivare a 5.000 mld di dollari. Dwek concorda, anche perchè una chiara vittoria Dem allontanerebbe lo spettro di elezioni contestate, che ovviamente non piace ai mercati.

PROSPETTIVE MIGLIORI PER LA CRESCITA USA


Insomma, secondo i due esperti di Natixis IM, in giro c’è ottimismo. Da un punto di vista internazionale, le prospettive per il 2021 sembrano migliori per la crescita in USA che non in Europa, per cui potremmo assistere a una certa disconnessione, mentre per quanto riguarda le tensioni con la Cina, sottolinea Dwek, un’amministrazione Biden non implica necessariamente un miglioramento dei rapporti, anche se ci potrebbe essere meno pressione sul fronte di dazi e tariffe. Janasiewicz osserva che Trump ha fatto tutto sommato un buon lavoro sulla Cina per quanto riguarda l’opinione pubblica americana, che ha apprezzato la linea del presidente almeno stando ai sondaggi condotti in merito, e questo gioca a favore dello scenario di relazioni sostanzialmente invariate con l’altra superpotenza anche con un’amministrazione Biden, per cui le tensioni sono destinate a restare alte.

TRE FATTORI PUNTANO AL RIALZO DEI MERCATI


Dwek ricorda che in passato i sondaggi hanno sbagliato, ma ritiene che alla fine da qui al voto i mercati si muoveranno al rialzo per tre fattori: la larga convinzione che Biden vinca, lo stimolo fiscale comunque in arrivo e il supporto della Fed che comunque non mancherà. In prospettiva c’è il tema delle relazioni internazionali, con l’Europa e con l’Asia. Janasiewicz concorda affermando che comunque ai mercati non piace l’incertezza, e sondaggi netti a favore di Biden vanno in questa direzione, mentre anche la volatilità non è particolarmente elevata. Inoltre le prospettive di crescita sembrano migliori in USA rispetto ad altre aree.

UN PUNTO A FAVORE DEGLI EMERGENTI


Meno incertezza e meno volatilità giocano inoltre indubbiamente a favore dei Mercati Emergenti, che ne dovrebbero beneficiare soprattutto nell’area degli asset a rischio. Inoltre alcuni emergenti come l’America Latina e il Messico in particolare sono particolarmente legati alle prospettive di crescita americana. Con quali implicazioni per il dollaro? Secondo Dwek il biglietto verde è in un trend di declino che verrebbe accentuato da una vittoria di Biden, anche perché un clima più disteso e migliori prospettive di crescita non solo in USA non vanno in direzione di un dollaro più forte.

NON INSIDIATO IL RUOLO GLOBALE DEL DOLLARO


E Janasiewicz spiega che uno scenario con minori rischi fa perdere attrattiva al dollaro come bene rifugio e porto sicuro, per questo anche la prospettiva di una crescita USA più marcata nel quadro attuale non vuol dire un dollaro forte, mentre uno scenario risk-off può invece supportare altre valute. Detto questo, secondo l’esperto di Natixis IM, le idee che circolano sulla possibilità che il dollaro perda il suo status di moneta globale di riserva e di principale strumento di pagamento sembrano eccessive, e alla fine il dollaro mostrerà una sostanziale tenuta e magari un lieve recupero l’anno prossimo.

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