innovazione
Come sfruttare lo tsunami di innovazione sempre più dirompente
Secondo Christophe Donay (Pictet Wealth Management) le società davvero innovative di norma superano il mercato nel lungo termine. Una prospettiva allettante nell’attuale fase di rendimenti bassi e persistenti
20 Ottobre 2020 19:00
Dirompente, deflazionistica, esponenziale e globale. Sono le quattro caratteristiche peculiari di questa ondata di innovazione tecnologica che riveste un ruolo importante sulle previsioni sulla crescita economica e, a cascata, sulla performance delle varie asset class. Un fenomeno che non ha prodotto crescita e produttività, dal momento che si è limitato a ‘rottamare’ alcuni settori senza necessariamente aumentare la domanda complessiva.
“Tuttavia, sembra profilarsi all’orizzonte una fase molto più creativa in cui i nuovi prodotti e servizi basati su innovazioni recenti possono propiziare l’espansione economica. Un flusso innovativo che, insieme ad una crescita salariale più equa, potrebbe dare impulso a una maggiore produttività” fa sapere Christophe Donay, Head of Asset Allocation & Macro Research di Pictet Wealth Management.
A questo proposito l’esperto ha individuato sette fonti di innovazione tecnologica: internet, automazione, elaborazione di informazioni e dati, trasporti, scienze della vita, energia e materiali intelligenti. Sette ambiti al cui interno spiccano almeno 20 sottocategorie, come Internet of Things (IoT), calcolo quantistico, stampa 3D, veicoli a guida autonoma e nanotecnologie. Un vero e proprio tsunami di innovazione sempre più potente, che si è diffuso in tutto il mondo. Per contro, le innovazioni possono ridurre la privacy personale e favoriscono le diseguaglianze: in particolare, l’automazione delle attività lavorative di basso e medio livello aumenta il divario salariale e contribuisce alla polarizzazione sociale.
“Al di là di questi timori, l’innovazione può rappresentare una fonte di extra rendimento in un contesto di rendimenti persistentemente bassi, favorendo, in particolare, le azioni. Basti pensare che negli ultimi 10 anni l’indice Nasdaq, rappresentativo delle società più innovative, ha generato rendimenti annui del 20% circa, oltre il doppio di quelli dello Stoxx Europe 600” ricorda Donay.
Il manager di Pictet suggerisce agli investitori di avere ben presente quattro aspetti. “In primo luogo le migliori prospettive di profitti dovrebbero favorire i rendimenti azionari delle società più innovative. In secondo luogo, l’attuale ondata di innovazione determinerà un aumento delle valutazioni, sia in ambito azionario che in quello obbligazionario, alla luce dei tassi di interesse bassi e persistenti” rivela Donay che poi aggiunge: “L’attrattiva dei flussi di cassa in accelerazione favorisce un ulteriore impulso alle valutazioni delle società innovative attive in questi ambiti che, e siamo al quarto aspetto, dovrebbero riuscire a evidenziare risultati, di bilancio e di Borsa, migliori rispetto alla media di categoria dal momento che trainano la rivoluzione dirompente”.
Diversificare all’interno dei vari temi dell’innovazione resta un must. Tuttavia ognuno di essi è soggetto a un suo ciclo di espansione che obbliga gli investitori a tenere sotto controllo le valutazioni per evitare possibili bolle. Inoltre, la natura intrinsecamente rischiosa degli investimenti nell’innovazione tende a limitare i vantaggi della diversificazione durante le fasi ribassiste di portata mondiale o in caso generalizzato di crollo dei mercati, generando gravi drawdown. “Precisato questo, le società davvero innovative di norma tendono a fare meglio del mercato nel lungo termine. Una prospettiva allettante per chi ha un lungo orizzonte di investimento, soprattutto nell’attuale fase di rendimenti bassi e persistenti” conclude il manager di Pictet Wealth Management.
Per approfondimenti su investimenti e strategie a cura di Pictet Asset Management è possibile visitare il sito corporate e il blog di cultura finanziaria Pictet per Te.
FLUSSO INNOVATIVO E CRESCITA SALARIALE PIU’ EQUA
“Tuttavia, sembra profilarsi all’orizzonte una fase molto più creativa in cui i nuovi prodotti e servizi basati su innovazioni recenti possono propiziare l’espansione economica. Un flusso innovativo che, insieme ad una crescita salariale più equa, potrebbe dare impulso a una maggiore produttività” fa sapere Christophe Donay, Head of Asset Allocation & Macro Research di Pictet Wealth Management.
SETTE FONTI DI INNOVAZIONE TECNOLOGICA
A questo proposito l’esperto ha individuato sette fonti di innovazione tecnologica: internet, automazione, elaborazione di informazioni e dati, trasporti, scienze della vita, energia e materiali intelligenti. Sette ambiti al cui interno spiccano almeno 20 sottocategorie, come Internet of Things (IoT), calcolo quantistico, stampa 3D, veicoli a guida autonoma e nanotecnologie. Un vero e proprio tsunami di innovazione sempre più potente, che si è diffuso in tutto il mondo. Per contro, le innovazioni possono ridurre la privacy personale e favoriscono le diseguaglianze: in particolare, l’automazione delle attività lavorative di basso e medio livello aumenta il divario salariale e contribuisce alla polarizzazione sociale.
LA MARCIA IN PIU’ DEL NASDAQ RISPETTO ALLO STOXX 600
“Al di là di questi timori, l’innovazione può rappresentare una fonte di extra rendimento in un contesto di rendimenti persistentemente bassi, favorendo, in particolare, le azioni. Basti pensare che negli ultimi 10 anni l’indice Nasdaq, rappresentativo delle società più innovative, ha generato rendimenti annui del 20% circa, oltre il doppio di quelli dello Stoxx Europe 600” ricorda Donay.
UN ULTERIORE IMPULSO ALLE VALUTAZIONI DELLE SOCIETA’ INNOVATIVE
Il manager di Pictet suggerisce agli investitori di avere ben presente quattro aspetti. “In primo luogo le migliori prospettive di profitti dovrebbero favorire i rendimenti azionari delle società più innovative. In secondo luogo, l’attuale ondata di innovazione determinerà un aumento delle valutazioni, sia in ambito azionario che in quello obbligazionario, alla luce dei tassi di interesse bassi e persistenti” rivela Donay che poi aggiunge: “L’attrattiva dei flussi di cassa in accelerazione favorisce un ulteriore impulso alle valutazioni delle società innovative attive in questi ambiti che, e siamo al quarto aspetto, dovrebbero riuscire a evidenziare risultati, di bilancio e di Borsa, migliori rispetto alla media di categoria dal momento che trainano la rivoluzione dirompente”.
DIVERSIFICARE ALL’INTERNO DEI VARI TEMI DELL’INNOVAZIONE
Diversificare all’interno dei vari temi dell’innovazione resta un must. Tuttavia ognuno di essi è soggetto a un suo ciclo di espansione che obbliga gli investitori a tenere sotto controllo le valutazioni per evitare possibili bolle. Inoltre, la natura intrinsecamente rischiosa degli investimenti nell’innovazione tende a limitare i vantaggi della diversificazione durante le fasi ribassiste di portata mondiale o in caso generalizzato di crollo dei mercati, generando gravi drawdown. “Precisato questo, le società davvero innovative di norma tendono a fare meglio del mercato nel lungo termine. Una prospettiva allettante per chi ha un lungo orizzonte di investimento, soprattutto nell’attuale fase di rendimenti bassi e persistenti” conclude il manager di Pictet Wealth Management.
Per approfondimenti su investimenti e strategie a cura di Pictet Asset Management è possibile visitare il sito corporate e il blog di cultura finanziaria Pictet per Te.