AllianceBernstein

L’investimento concentrato è più rischioso vista l’incertezza attuale?

Un portafoglio focalizzato su società caratterizzate da una crescita continuativa degli utili è ancora la scelta migliore secondo AllianceBernstein

23 Ottobre 2020 15:14

financialounge -  AllianceBernstein diversificazione Scenari Strategie di investimento
Diversificare, non mettere tutte le uova nello stesso paniere, come si usa dire nei paesi anglosassoni, è una delle principali regole per chi investe. In un portafoglio azionario la massima diversificazione si ottiene con un Etf che replica passivamente un indice di mercato, si punta al solo rendimento di mercato (beta) e si rinuncia alla possibile sovraperformance (alfa) derivante da una migliore selezione dei titoli. Poi però si guarda ai numeri di quest’anno e si scopre che un portafoglio composto esclusivamente da cinque titoli (Microsoft, Amazon, Facebook, Alphabet e Apple) avrebbe sovraperformato significativamente l’indice Msci World.

DIVERSIFICARE CON MISURA


L’approccio giusto è allora un portafoglio composto da soli cinque titoli? Non è così, osservano gli analisti di AllianceBernstein, perché a consentire questa performance sono state le condizioni senza precedenti create dai lockdown globali; su un qualsiasi orizzonte temporale più lungo, la ricerca accademica indica come ottimale un portafoglio composto tra 20 e 35 e titoli, oltre questo numero i vantaggi di un’ulteriore diversificazione risultano modesti.

I PORTAFOGLI CONCENTRATI TRAGGONO VANTAGGIO DAI TITOLI CON UNA CRESCITA COSTANTE


Oltre a un portafoglio concentrato, in AllianceBernstein ritengono che per avere successo nell’investimento a lungo termine sia fondamentale una crescita degli utili costante. Le loro analisi indicano che i migliori risultati si ottengono investendo in società globali in grado di ottenere una crescita dei propri utili per azione superiore al 10% annuo in un periodo compreso fra tre e cinque anni; storicamente questi titoli hanno sovraperformato il mercato rispettivamente del 2,2% e del 3,5% annuo. Non è facile individuare queste società: negli ultimi 30 anni, soltanto 64 società globali sono riuscite a conseguire una crescita annua del 10% per tre anni e soltanto 13 per cinque anni.

UN APPROCCIO CONCENTRATO ANCORA VALIDO


Ma oggi, con le incertezze legate a pandemia e recessione globale è ancora efficace un portafoglio concentrato su titoli dagli utili in costante crescita? In AllianceBernstein sono convinti di sì ed elencano tre motivi: il crollo degli utili di quest’anno non significa necessariamente che le prospettive di lungo termine siano gravemente compromesse; le stime di consenso indicano che molte società dovrebbero ancora registrare una crescita degli utili superiori al 10% annuo; un gruppo ristretto di società di alta qualità presenta, infine, un potenziale perfino superiore.

LE PREVISIONI A LUNGO TERMINE INDICANO UNA RIPRESA DEGLI UTILI


Gli effetti della pandemia hanno fatto crollare gli utili per azione dell’indice Msci World del 24%, ma il quadro a più lungo termine non è così negativo, i tassi di crescita annua compositi a tre e cinque anni sono calati rispetto ai livelli pre-virus, in media siamo intorno al 6%, ma ci sono settori, come la salute e la tecnologia, che superano il 10% annuo; più in dettaglio, a fine giugno si potevano individuare 446 società con una crescita a lungo termine pari ad almeno il 10% annuo, di cui 165 nei settori relativamente resilienti della tecnologia e della salute.

CON UN’ATTENTA SELEZIONE, TASSI DI CRESCITA DEGLI UTILI SUPERIORI AL 15%


Un numero più ristretto di opportunità favorisce un portafoglio concentrato e i gestori del fondo a quattro stelle Morningstar, AB Concentrated Global Equity Portfolio, applicando un approccio maggiormente selettivo hanno individuato 110 società di massima qualità che presentano modelli di business comprovati, vantaggi competitivi, bilanci solidi e un ottimo management. Alcune di loro sono alle prese con utili deludenti nel breve termine, ma secondo i fund manager di AllianceBernstein i loro tassi di crescita degli utili a lungo termine potrebbero salire al 15,4% annuo una volta superata la fase peggiore della recessione.

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