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“Con la pandemia, Eurobond sempre più vicini”
Per il team Investimenti di Fineco Asset Management, l’emergenza Covid-19 ha avvicinato gli Eurobond, grazie anche ai bond Sure della Commissione Ue
28 Ottobre 2020 17:36
Sul mercato obbligazionario finisce sotto la lente il rapporto tra politica monetaria e politica fiscale. I segnali di ripresa di inizio autunno sembrano meno chiari negli ultimi giorni, con l’aumento deciso della curva dei contagi e con lo spettro di nuovo lockdown. Per il team Investimenti di Fineco Asset Management, “l’emergenza Covid ha avvicinato il traguardo degli Eurobond, grazie ai bond Sure della Commissione Ue”.
A livello globale, il Pil reale è circa il 3% sotto i livelli pre-Covid, e gran parte dell’economia dipende dai programmi di stimolo fiscale che, evidentemente, non possono durare per troppo tempo. “Lo slancio della ripresa ha mostrato una decisa frenata”, spiegano gli esperti di Fineco Asset Management. “Questo non sorprende: il comportamento dei consumatori è profondamente cambiato e i numeri dell’inflazione restano molto bassi”. La domanda da porsi ora riguarda l’economia globale: quanto potrebbe resistere a un nuovo lockdown?
La crisi sanitaria ha suscitato una risposta monetaria e fiscale senza precedenti. Il Recovery Fund potrebbe essere un primo passo verso un potenziale Eurobond. “Il punto principale è l’idea della condivisione delle emissioni obbligazionarie e delle responsabilità”, prosegue l’analisi di Fineco Asset Management. “L’emissione di debito condiviso da parte dei governi oggi sfuma le linee di demarcazione tra i singoli debiti” e potrebbe far convergere ulteriormente gli spread tra i Paesi europei.
La tesi sostenuta dagli esperti di Fineco Asset Management è che l’urgenza della pandemia sta facendo compiere progressi molto chiari verso gli Eurobond. A testimonianza di una strada ormai segnata, ci sarebbe il programma obbligazionario legato a Sure (Support to mitigate unemployment risks in an emergency), introdotto dall’Unione europea per supportare piani a favore dell’occupazione in tutti i Paesi membri. La Commissione ha collocato due bond che hanno le caratteristiche di veri e propri Eurobond: quadro economico condiviso a livello europeo, choc esogeno comune. “Questi fattori hanno accelerato significativamente l’avvento degli Eurobond - sottolineano gli esperti di Fineco Asset Management -, pur non costituendo un vero e proprio Eurobond, essendo state emesse da un veicolo separato, le obbligazione Sure hanno registrato un ottimo risultato in termini di collocamento”. La domanda è stata di 14 volte l’offerta per una tranche iniziale da 17 miliardi di euro.
Le banche centrali riconoscono il ruolo cruciale della politica fiscale. Philip Lane, membro del comitato esecutivo della Bce, è stato chiaro nell’affermare che “la politica fiscale deve reggere il colpo: la scala degli acquisti di bond ha permesso alla politiche monetaria di facilitare la politica fiscale, sul modello del Giappone”. Negli Usa, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha sottolineato la necessità di una espansione della politica fiscale. Anche se il nuovo piano di aiuti, negli Stati Uniti, arriverà solo dopo le elezioni per la Casa Bianca. Il team Investimenti di Fineco Asset Management conclude la sua analisi sottolineando come “la politica monetaria, per quanto espansiva, da sola non basta a sostenere l’economia”.
IL LIVELLO DEL PIL
A livello globale, il Pil reale è circa il 3% sotto i livelli pre-Covid, e gran parte dell’economia dipende dai programmi di stimolo fiscale che, evidentemente, non possono durare per troppo tempo. “Lo slancio della ripresa ha mostrato una decisa frenata”, spiegano gli esperti di Fineco Asset Management. “Questo non sorprende: il comportamento dei consumatori è profondamente cambiato e i numeri dell’inflazione restano molto bassi”. La domanda da porsi ora riguarda l’economia globale: quanto potrebbe resistere a un nuovo lockdown?
L’IDEA DI CONDIVIDERE IL DEBITO
La crisi sanitaria ha suscitato una risposta monetaria e fiscale senza precedenti. Il Recovery Fund potrebbe essere un primo passo verso un potenziale Eurobond. “Il punto principale è l’idea della condivisione delle emissioni obbligazionarie e delle responsabilità”, prosegue l’analisi di Fineco Asset Management. “L’emissione di debito condiviso da parte dei governi oggi sfuma le linee di demarcazione tra i singoli debiti” e potrebbe far convergere ulteriormente gli spread tra i Paesi europei.
PASSI VERSO L’EUROBOND
La tesi sostenuta dagli esperti di Fineco Asset Management è che l’urgenza della pandemia sta facendo compiere progressi molto chiari verso gli Eurobond. A testimonianza di una strada ormai segnata, ci sarebbe il programma obbligazionario legato a Sure (Support to mitigate unemployment risks in an emergency), introdotto dall’Unione europea per supportare piani a favore dell’occupazione in tutti i Paesi membri. La Commissione ha collocato due bond che hanno le caratteristiche di veri e propri Eurobond: quadro economico condiviso a livello europeo, choc esogeno comune. “Questi fattori hanno accelerato significativamente l’avvento degli Eurobond - sottolineano gli esperti di Fineco Asset Management -, pur non costituendo un vero e proprio Eurobond, essendo state emesse da un veicolo separato, le obbligazione Sure hanno registrato un ottimo risultato in termini di collocamento”. La domanda è stata di 14 volte l’offerta per una tranche iniziale da 17 miliardi di euro.
IL RUOLO DELLA POLITICA FISCALE
Le banche centrali riconoscono il ruolo cruciale della politica fiscale. Philip Lane, membro del comitato esecutivo della Bce, è stato chiaro nell’affermare che “la politica fiscale deve reggere il colpo: la scala degli acquisti di bond ha permesso alla politiche monetaria di facilitare la politica fiscale, sul modello del Giappone”. Negli Usa, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha sottolineato la necessità di una espansione della politica fiscale. Anche se il nuovo piano di aiuti, negli Stati Uniti, arriverà solo dopo le elezioni per la Casa Bianca. Il team Investimenti di Fineco Asset Management conclude la sua analisi sottolineando come “la politica monetaria, per quanto espansiva, da sola non basta a sostenere l’economia”.
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