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Credito, qualche tensione in arrivo: bene i bond sovrani periferici europei

Il Bond Bulletin di J.P. Morgan AM vede dinamiche conflittuali per i titoli di Stato ‘core’ ma si aspetta che i periferici dell’Eurozona beneficino ancora del supporto della Bce e della prospettiva del Recovery Fund

29 Ottobre 2020 21:00

financialounge -  banche centrali Covid-19 JP Morgan AM Scenari titoli di stato
I mercati del credito continuano a focalizzarsi su ulteriori stimoli negli Stati Uniti e sui progressi sul vaccino anti-Covid, con gli investitori che si chiedono se si stia arrivando alla fine della fase rialzista dei mercati obbligazionari. La forte risposta allo shock da pandemia delle politiche monetarie è ormai sostanzialmente alle spalle, ma le Banche Centrali restano espansive e persino propense a un maggior allentamento. La Reserve Bank of Australia ad esempio ha di recente confermato le aspettative di un taglio dei tassi a novembre e la possibilità di ulteriori misure.

DINAMICHE NON CHIARE DI ALLENTAMENTO


Lo sottolinea il Bond Bullettin Settimanale del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan AM, che si aspetta anche che a inizio 2021 la Reserve Bank of New Zealand porti i tassi in territorio negativo e la Banca d’Inghilterra continui sulla stessa strada. Negli Stati Uniti, dopo la svolta della Fed sull’inflazione, le dinamiche di allentamento sono meno chiare e sembra in forse la prosecuzione degli acquisti corporate bond nel 2021, anche se quasi sicuramente la Fed tornerà a intervenire se necessario. Ma gran parte di questi interventi potenziali sono stati ampiamente anticipati dagli investitori, per cui la direzione di marcia resta favorevole al reddito fisso.

RALLY IMPORTANTE FINORA NEL 2020


Il Bond Bullettin di J. P. Morgan AM ricorda che quest’anno il rally delle obbligazioni core è stato notevole, con il rendimento dei Treasury decennali calato dall’1,92% di inizio anno allo 0,82%, mentre i rendimenti dei Bund tedeschi sono ulteriormente avanzati in territorio negativo. Il progressivo consolidamento dei fattori alla base del rally potrebbe far risalire il rendimento di riferimento statunitense verso l’1%, ma secondo il team di J. P. Morgan AM il sostegno incondizionato delle Banche Centrali dovrebbe contenere la portata di un rialzo, soprattutto nel segmento a breve delle curve.

LA UE DIVENTA UN GRANDE EMITTENTE


Malgrado recenti deflussi di $55 mld, quest’anno il patrimonio dei fondi del mercato monetario è aumentato di oltre $750 mld, creando liquidità in cerca di collocazione, e vista la continua limatura dei rendimenti, la ricerca di reddito prosegue. E’ stato particolarmente evidente con la domanda record che ha accolto l’emissione della UE del 20 ottobre, una performance straordinaria che ha indotto i mercati a chiedersi se col tempo la UE non possa soppiantare la Germania come emittente benchmark dell’Eurozona.

DINAMICHE CONFLITTUALI


Per gli investitori obbligazionari questo significa dover fare i conti con dinamiche conflittuali legate all’aumento della spesa pubblica americana e alle evoluzioni sul fronte del Covid, che richiede di adottare un approccio più articolato sui tassi. Ad esempio, rileva il team di J. P. Morgan AM, la probabilità di un ulteriore allentamento di alcune Banche Centrali lascia intravedere opportunità nel segmento a breve di quei mercati, mentre il segmento a lungo della curva statunitense potrebbe subire ulteriori pressioni con l’evolversi del dibattito sullo stimolo fiscale. Ma altre aree, come i Paesi periferici europei, secondo il Bond Bullettin offrono interessanti opportunità di carry e dovrebbero trarre beneficio dal sostegno fornito sia dalla Bce che dal Recovery Fund.

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