acquisizione
Vans pronta ad acquistare Supreme per oltre 2 miliardi di dollari
Il marchio di streetwear fondato a New York nel 1994 entrerà a far parte del gruppo VF Corporation, che possiede anche Timberland e The North Face
10 Novembre 2020 11:15
Supreme, uno dei marchi streetwear più popolari al mondo, entrerà a far parte della famiglia Vans. Il gruppo americano VF Corporation, proprietario anche di Timberland, Dickies, The North Face, Eastpak e dell'italiana Napapijri, è pronto infatti ad acquistare il brand per 2,1 miliardi di dollari, pari a 1,7 miliardi di euro. L’operazione dovrebbe andare in porto entro la fine del 2020.
Il brand Supreme verrà pagato una cifra circa quattro volte superiore al fatturato, che nel 2020 si dovrebbe attestare sui 500 milioni di dollari. La proprietà del marchio è attualmente divisa tra il fondatore James Jebbia, il fondo di investimento Good Partners, che ha fatto una piccola acquisizione nel 2014, e la società di asset management Carlyle, che nel 2017 ha acquistato il 50% per 500 milioni di dollari. VF Corporation si aspetta che con il passaggio di proprietà Supreme aumenti le sue entrate di almeno mezzo miliardo di dollari entro il 2022. Il fondatore Jebbia rimarrà a far parte dell’azienda.
VF e Supreme si conoscono da tempo, avendo già collaborato insieme per le linee di abbigliamento di North Face, Timberland e Vans. L’acquisizione farà felici tutti: Supreme potrà sfruttare la struttura e la rete di distribuzione globale del gruppo americano; VF in compenso implementerà la propria linea con uno dei marchi di streetwear più popolari al mondo. “La nostra azienda è l’amministratore ideale per Supreme perché può fornirgli le risorse per una crescita sostenibile a lungo termine”, ha dichiarato l’amministratore delegato del gruppo americano Steve Rendle. “Siamo entusiasti di dare il benvenuto a Supreme nella famiglia VF e di consolidare il nostro rapporto decennale mentre creiamo valore per tutti i nostri stakeholder”.
Il primo negozio Supreme risale al 1994. Aperto dal fondatore Jebbia a Manhattan, New York, divenne subito un punto di riferimento per gli skater e per gli amanti della cultura hip-hop, tanto che nel 1995 la rivista Vogue definì il marchio come lo “Chanel dello streetwear”. Il logo rosso con scritta bianca è ispirato alle opere di Barbara Kruger, artista statunitense famose per le sue posizioni anti-consumiste.
LA PROPRIETÀ
Il brand Supreme verrà pagato una cifra circa quattro volte superiore al fatturato, che nel 2020 si dovrebbe attestare sui 500 milioni di dollari. La proprietà del marchio è attualmente divisa tra il fondatore James Jebbia, il fondo di investimento Good Partners, che ha fatto una piccola acquisizione nel 2014, e la società di asset management Carlyle, che nel 2017 ha acquistato il 50% per 500 milioni di dollari. VF Corporation si aspetta che con il passaggio di proprietà Supreme aumenti le sue entrate di almeno mezzo miliardo di dollari entro il 2022. Il fondatore Jebbia rimarrà a far parte dell’azienda.
LA COLLABORAZIONE
VF e Supreme si conoscono da tempo, avendo già collaborato insieme per le linee di abbigliamento di North Face, Timberland e Vans. L’acquisizione farà felici tutti: Supreme potrà sfruttare la struttura e la rete di distribuzione globale del gruppo americano; VF in compenso implementerà la propria linea con uno dei marchi di streetwear più popolari al mondo. “La nostra azienda è l’amministratore ideale per Supreme perché può fornirgli le risorse per una crescita sostenibile a lungo termine”, ha dichiarato l’amministratore delegato del gruppo americano Steve Rendle. “Siamo entusiasti di dare il benvenuto a Supreme nella famiglia VF e di consolidare il nostro rapporto decennale mentre creiamo valore per tutti i nostri stakeholder”.
LA STORIA DEL MARCHIO
Il primo negozio Supreme risale al 1994. Aperto dal fondatore Jebbia a Manhattan, New York, divenne subito un punto di riferimento per gli skater e per gli amanti della cultura hip-hop, tanto che nel 1995 la rivista Vogue definì il marchio come lo “Chanel dello streetwear”. Il logo rosso con scritta bianca è ispirato alle opere di Barbara Kruger, artista statunitense famose per le sue posizioni anti-consumiste.
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