Occhio alle 'aziende zombie'
Pictet AM: 'Puntare sul credito distressed per mitigare il rischio'
Gli investitori istituzionali sono molto esposti sul debito corporate, soprattutto in Italia, e devono fronteggiare l’aumento del rischio causa pandemia. Ma una strategia sul debito distressed aiuta a ridurlo
di Stefano Caratelli 16 Novembre 2020 18:00
Lo stock globale di obbligazioni a tasso negativo è tornato vicino al record storico di circa 17.000 mld di dollari toccato ad 2019. Il portafoglio degli investitori istituzionali italiani è composto per il 37% da obbligazioni e dal 5 al 15% di debito corporate. La pandemia e l’attesa di un’esplosione di default rendono quest’ultimo ad alto rischio, oltretutto a fronte di rendimenti attesi piuttosto bassi. Secondo Pictet AM, questo rischio può essere mitigato o puntando sulle strategie distressed, vale a dire comprare debito di aziende in forte difficoltà che il mercato sottovaluta, ma che possono guadagnare da una ristrutturazione, o andando short su debito aziendale sopravvalutato rispetto ai fondamentali.
La strategia di puntare sul credito distressed per abbattere il rischio di portafoglio, e anche rilanciare l'economia, viene spiegata da Giambattista Chiarelli, Head of Institutional Business di Pictet AM, che sottolinea come negli ultimi 20 anni il debito distressed ha reso il 7,2% l’anno, più dell’high yield, e funziona meglio nelle fasi ribassiste del ciclo. Inoltre, aggiunge l’esperto di Pictet AM, è un’asset class decorrelata, che consente di diversificare il portafoglio in maniera efficiente, senza rinunciare alla liquidità.
Nel mondo a tassi zero, spiega Chiarelli, gli investitori istituzionali hanno imparato a investire in debito corporate per aumentare il rendimento, ma oggi la mole di obbligazioni accumulata rischia di essere indigesta. E allora, per mitigare il rischio salvaguardando il rendimento, Pictet AM consiglia di puntare sulle ‘special situation’, cioè acquistare il debito sottovalutato di aziende in crisi, ma con buoni fondamentali, o andare short sul debito sopravvalutato ma con elevata possibilità di default, anticipando il mercato e guadagnando su qualcosa che non è ancora nei prezzi.
Pictet AM stima che nei portafogli degli istituzionali sia presente fino al 15% di debito corporate ad alto rischio e con bassi rendimenti attesi. In Italia la percentuale di investimenti obbligazionari risulta molto elevata, con un asset allocation degli istituzionali al 37% contro il 25% in azionario. A fronteiment dei bassi rendi, gli investitori istituzionali hanno incrementato nei mesi passati la quota di debito corporate tanto che il peso delle obbligazioni societarie oscilla tra il 5% e il 15% a seconda della categoria di investitore - Fondi Pensione, Casse di Previdenza, Fondazioni Bancarie e Compagnie d’Assicurazione.
Oggi però, prosegue l’analisi dell’esperto di Pictet AM, complice anche la seconda ondata della pandemia, le obbligazioni societarie presentano bassi rendimenti attesi a fronte di potenziali perdite causata da downgrade o peggio da un aumento dei default, ora ancora ai minimi grazie alle garanzie pubbliche e alle moratorie sui prestiti a famiglie e imprese. I portafogli istituzionali hanno bisogno di ridurre il rischio di questa classe di attivi diventata ‘pesante’, senza però rinunciare a quel poco di rendimento aggiuntivo che riesce ancora a offrire rispetto ai titoli di Stato.
Pictet AM ritiene che una possibile soluzione per mitigare il rischio risieda nell’investire nel debito societario in fase di stress, cioè quando viene scambiato sotto il nominale e il rendimento sale a 10 punti percentuali sopra quello dei titoli di Stato di riferimento con le stesse scadenze. La diversificazione può avvenire sia con l’acquisto diretto di debito stressato, sia con la vendita allo scoperto di debito sopravalutato rispetto ai fondamentali. Nel primo caso, investitori qualificati possono guadagnare se prevedono che la società sarà ristrutturata con successo, nel secondo la vendita allo scoperto copre il rischio del capitale investito in aziende per le quali il mercato ha già espresso un voto negativo.
Il debito distressed ha reso il 7,2% all’anno negli ultimi venti anni, più dell’high yield globali che hanno reso il 6,8%. Gli asset distressed possono anche aggiungere stabilità a un portafoglio diversificato, in contrasto con le azioni e le obbligazioni ad alto rating che tendono a dare risultati negativi durante le fasi recessive. La decorrelazione è un tema rilevante e includere attività i cui rendimenti seguono un percorso diverso può ridurre i rischi, abbattendo la volatilità e preservando il capitale quando l'economia rallenta o si contrae.
Pictet AM stima che sia in arrivo una 'valanga di occasioni' dalle aziende zombie d’Europa, vale a dire quelle che non riescono a coprire i costi degli interessi, e man mano che i tassi si normalizzeranno avranno sempre più difficoltà a ripagare il debito, diventando oggetto di strategie distressed sia long sia short. Pictet AM sottolinea che solo con un approccio attivo e con una approfondita analisi fondamentale è possibile individuare le occasioni migliori. Una buona strategia distressed deve anche basarsi sui titoli più liquidi e sterilizzare il portafoglio con un mix di posizioni corte e lunghe. Quando il ciclo cala non solo le occasioni si moltiplicano, ma si generano interi nuovi mercati, merceologici o geografici. Nella crisi da pandemia ad esempio sono sempre di più le opportunità di investimento nel retail, nella cantieristica navale, nei servizi petroliferi.
Per approfondimenti su investimenti e strategie a cura di Pictet Asset Management è possibile visitare il sito corporate e il blog di cultura finanziaria Pictet per Te.
RENDIMENTO SUPERIORE AGLI HIGH YIELD
La strategia di puntare sul credito distressed per abbattere il rischio di portafoglio, e anche rilanciare l'economia, viene spiegata da Giambattista Chiarelli, Head of Institutional Business di Pictet AM, che sottolinea come negli ultimi 20 anni il debito distressed ha reso il 7,2% l’anno, più dell’high yield, e funziona meglio nelle fasi ribassiste del ciclo. Inoltre, aggiunge l’esperto di Pictet AM, è un’asset class decorrelata, che consente di diversificare il portafoglio in maniera efficiente, senza rinunciare alla liquidità.
MOLE INDIGESTA DI OBBLIGAZIONI
Nel mondo a tassi zero, spiega Chiarelli, gli investitori istituzionali hanno imparato a investire in debito corporate per aumentare il rendimento, ma oggi la mole di obbligazioni accumulata rischia di essere indigesta. E allora, per mitigare il rischio salvaguardando il rendimento, Pictet AM consiglia di puntare sulle ‘special situation’, cioè acquistare il debito sottovalutato di aziende in crisi, ma con buoni fondamentali, o andare short sul debito sopravvalutato ma con elevata possibilità di default, anticipando il mercato e guadagnando su qualcosa che non è ancora nei prezzi.
PORTAFOGLI ISTITUZIONALI ESPOSTI
Pictet AM stima che nei portafogli degli istituzionali sia presente fino al 15% di debito corporate ad alto rischio e con bassi rendimenti attesi. In Italia la percentuale di investimenti obbligazionari risulta molto elevata, con un asset allocation degli istituzionali al 37% contro il 25% in azionario. A fronteiment dei bassi rendi, gli investitori istituzionali hanno incrementato nei mesi passati la quota di debito corporate tanto che il peso delle obbligazioni societarie oscilla tra il 5% e il 15% a seconda della categoria di investitore - Fondi Pensione, Casse di Previdenza, Fondazioni Bancarie e Compagnie d’Assicurazione.
RISCHIO DOWNGRADE O DEFAULT
Oggi però, prosegue l’analisi dell’esperto di Pictet AM, complice anche la seconda ondata della pandemia, le obbligazioni societarie presentano bassi rendimenti attesi a fronte di potenziali perdite causata da downgrade o peggio da un aumento dei default, ora ancora ai minimi grazie alle garanzie pubbliche e alle moratorie sui prestiti a famiglie e imprese. I portafogli istituzionali hanno bisogno di ridurre il rischio di questa classe di attivi diventata ‘pesante’, senza però rinunciare a quel poco di rendimento aggiuntivo che riesce ancora a offrire rispetto ai titoli di Stato.
DIVERSIFICARE CON IL DEBITO DISTRESSED
Pictet AM ritiene che una possibile soluzione per mitigare il rischio risieda nell’investire nel debito societario in fase di stress, cioè quando viene scambiato sotto il nominale e il rendimento sale a 10 punti percentuali sopra quello dei titoli di Stato di riferimento con le stesse scadenze. La diversificazione può avvenire sia con l’acquisto diretto di debito stressato, sia con la vendita allo scoperto di debito sopravalutato rispetto ai fondamentali. Nel primo caso, investitori qualificati possono guadagnare se prevedono che la società sarà ristrutturata con successo, nel secondo la vendita allo scoperto copre il rischio del capitale investito in aziende per le quali il mercato ha già espresso un voto negativo.
AGGIUNGERE STABILITÀ AI PORTAFOGLI
Il debito distressed ha reso il 7,2% all’anno negli ultimi venti anni, più dell’high yield globali che hanno reso il 6,8%. Gli asset distressed possono anche aggiungere stabilità a un portafoglio diversificato, in contrasto con le azioni e le obbligazioni ad alto rating che tendono a dare risultati negativi durante le fasi recessive. La decorrelazione è un tema rilevante e includere attività i cui rendimenti seguono un percorso diverso può ridurre i rischi, abbattendo la volatilità e preservando il capitale quando l'economia rallenta o si contrae.
COME INDIVIDUARE LE OCCASIONI MIGLIORI
Pictet AM stima che sia in arrivo una 'valanga di occasioni' dalle aziende zombie d’Europa, vale a dire quelle che non riescono a coprire i costi degli interessi, e man mano che i tassi si normalizzeranno avranno sempre più difficoltà a ripagare il debito, diventando oggetto di strategie distressed sia long sia short. Pictet AM sottolinea che solo con un approccio attivo e con una approfondita analisi fondamentale è possibile individuare le occasioni migliori. Una buona strategia distressed deve anche basarsi sui titoli più liquidi e sterilizzare il portafoglio con un mix di posizioni corte e lunghe. Quando il ciclo cala non solo le occasioni si moltiplicano, ma si generano interi nuovi mercati, merceologici o geografici. Nella crisi da pandemia ad esempio sono sempre di più le opportunità di investimento nel retail, nella cantieristica navale, nei servizi petroliferi.
Per approfondimenti su investimenti e strategie a cura di Pictet Asset Management è possibile visitare il sito corporate e il blog di cultura finanziaria Pictet per Te.