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Vaccino e ripresa economica, Usa in vantaggio sull'Europa
Una ricerca di Goldman Sachs prevede i primi effetti in Usa dal primo trimestre dell’anno prossimo con ampie quote di popolazione dei Paesi sviluppati vaccinate entro la fine del secondo
28 Novembre 2020 09:30
Con diversi vaccini anti-Covid che si stanno avvicinando alla fase di approvazione da parte delle autorità competenti, Goldman Sachs ha condotto una ricerca sulla possibile diffusione del vaccino e sull’impatto sulla ripartenza economica nei principali Paesi sviluppati, utilizzando sia dati sul lato dell’offerta forniti dai principali produttori, sia i risultati di indagini e sondaggi condotti tra la popolazione sul lato della domanda.
I risultati della ricercar Goldman, illustrati da un report a cura di Daan Struyven e Sid Bhushan, indicano che negli Stati Uniti l’attesa è che le prime dosi disponibili possano cominciare ad essere somministrati a gruppi di popolazione a rischio più elevato già da metà dicembre. In questa prospettiva, la previsione formulata è che si possano iniziare a verificare benefici significativi sulla salute pubblica a partire dal primo trimestre del prossimo anno, con la stima di vaccinazioni diffuse a partire dal mese di aprile.
Allargando lo sguardo a tutto l’universo dei Paesi sviluppati, la ricerca di Goldman Sachs prevede che ampie porzioni di popolazione possa essere vaccinata entro l’ultima parte del secondo trimestre del 2021. In particolare, la ricerca stima che in Gran Bretagna il 50% della popolazione possa essere stata vaccinata già a marzo, mentre USA e Canada seguirebbero subito dopo in aprile, mentre per Unione Europea, Giappone e Australia bisognerà aspettare fino a maggio.
Con abbondante produzione di vaccini attesa nel secondo trimestre del 2021, dovrebbe essere la domanda e non più l’offerta a guidare la diffusione dell’anti-Covid, sorpassando il 70% della popolazione durante l’autunno in tutta l’area dei Paesi sviluppati. La ricercar di Goldman Sachs esplora anche un possibile scenario negativo, che prevede che i vaccini messi a punto da AstraZeneca e Johnson & Johnson non abbiano successo e che la richiesta sia più debole del previsto.
In questo scenario, le vaccinazioni procederebbero più lentamente in Europa, che è più dipendente dalla fornitura delle due case, ma causerebbe anche in altre aree geografiche una domanda più debole e conseguentemente meno vaccinazioni, in particolare in USA e Giappone. Mentre l’esatto sviluppo temporale della diffusione su larga scala del vaccino resta ovviamente ancora incerto, la ricercar rafforza comunque la previsione di base di Goldman Sachs secondo cui il raggiungimento di un’immunizzazione diffusa indurrebbe un deciso rimbalzo della crescita economica globale a partire dal secondo trimestre del 2021.
SOMMINISTRAZIONI IN USA GIÀ A DICEMBRE
I risultati della ricercar Goldman, illustrati da un report a cura di Daan Struyven e Sid Bhushan, indicano che negli Stati Uniti l’attesa è che le prime dosi disponibili possano cominciare ad essere somministrati a gruppi di popolazione a rischio più elevato già da metà dicembre. In questa prospettiva, la previsione formulata è che si possano iniziare a verificare benefici significativi sulla salute pubblica a partire dal primo trimestre del prossimo anno, con la stima di vaccinazioni diffuse a partire dal mese di aprile.
VACCINAZIONI DIFFUSE ENTRO METÀ 2021
Allargando lo sguardo a tutto l’universo dei Paesi sviluppati, la ricerca di Goldman Sachs prevede che ampie porzioni di popolazione possa essere vaccinata entro l’ultima parte del secondo trimestre del 2021. In particolare, la ricerca stima che in Gran Bretagna il 50% della popolazione possa essere stata vaccinata già a marzo, mentre USA e Canada seguirebbero subito dopo in aprile, mentre per Unione Europea, Giappone e Australia bisognerà aspettare fino a maggio.
L’IPOTESI DI SCENARIO NEGATIVO
Con abbondante produzione di vaccini attesa nel secondo trimestre del 2021, dovrebbe essere la domanda e non più l’offerta a guidare la diffusione dell’anti-Covid, sorpassando il 70% della popolazione durante l’autunno in tutta l’area dei Paesi sviluppati. La ricercar di Goldman Sachs esplora anche un possibile scenario negativo, che prevede che i vaccini messi a punto da AstraZeneca e Johnson & Johnson non abbiano successo e che la richiesta sia più debole del previsto.
RAFFORZATA L’ATTESA DI RIMBALZO ECONOMICO
In questo scenario, le vaccinazioni procederebbero più lentamente in Europa, che è più dipendente dalla fornitura delle due case, ma causerebbe anche in altre aree geografiche una domanda più debole e conseguentemente meno vaccinazioni, in particolare in USA e Giappone. Mentre l’esatto sviluppo temporale della diffusione su larga scala del vaccino resta ovviamente ancora incerto, la ricercar rafforza comunque la previsione di base di Goldman Sachs secondo cui il raggiungimento di un’immunizzazione diffusa indurrebbe un deciso rimbalzo della crescita economica globale a partire dal secondo trimestre del 2021.
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