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Le banche centrali continueranno a fare acquisti per sostenere i mercati

Candriam sottolinea il ruolo della politica monetaria per garantire la stabilità finanziaria, ma avverte che l’indipendenza resta cruciale. Politiche fiscali e monetarie possono allearsi a favore dell’ambiente

5 Dicembre 2020 16:00

financialounge -  banche centrali BCE Candriam FED Scenari
Anche nella crisi del 2020 le Banche Centrali hanno fatto molto più che anticipare il mercato adottando misure straordinarie con i tassi più bassi della storia e acquisti di asset hanno fatto impennare i bilanci, dispiegando azioni efficaci per la stabilità finanziaria ed economica. Ma questo ha fatto sì che le Banche Centrali non siano più completamente indipendenti, i bassi tassi hanno creato una forma di imposta sui risparmiatori a vantaggio dei soggetti più indebitati, prima di tutti i governi. Se le Banche Centrali si muovono insieme alla politica fiscale per gestire il rischio climatico, è una buona cosa, ma se un domani un governo populista le volesse utilizzare per una politica diversa, probabilmente creerebbe instabilità e inflazione. Per questo l'indipendenza a lungo termine delle Banche Centrali è la chiave per la credibilità e la stabilità finanziaria.

ANCORA MUNIZIONI DISPONIBILI PER IL 2021


Lo argomenta Nicolas Forest, Global Head of Fixed Income e membro del comitato esecutivo di Candriam, secondo cui, per il 2021, le Banche Centrali hanno ancora munizioni per continuare il loro operato. Forest infatti non prevede né aumenti né tagli dei tassi, mentre si aspetta un'estensione di tutte le misure avviate nel cuore della crisi da Covid-19: la Fed dovrebbe estendere gli acquisti di asset per 80 miliardi di dollari al mese, a dicembre la BCE prevedibilmente estenderà il PEPP per circa 500 miliardi nel 2021, con i bilanci che dovrebbero continuare a crescere. Anche le Banche Centrali dei Paesi emergenti sono state estremamente attive nel 2020, riuscendo a raggiungere un delicato equilibrio con il taglio dei tassi e il quantitative easing, come hanno fatto in Indonesia, Polonia e Filippine.

LA SVOLTA DELLE BANCHE CENTRALI EMERGENTI


Forest nota che questo segna un cambiamento, perché le Banche Centrali dei Paesi emergenti hanno sempre detenuto un ammontare di debito sovrano molto ridotto e temevano che questi acquisti rischiassero di far perdere credibilità, con conseguente fuga di capitali. Nel lungo periodo, l’esperto di Candriam si aspetta che le Banche Centrali Emergenti perseguano l'acquisto di asset, mentre nel breve prevede che possano continuare ad acquistare titoli di Stato per mantenere bassi i tassi, anche se su quest’ultimo fronte ci si aspetta un movimento non particolarmente forte, piuttosto stabile in Asia e America Latina.

RICONOSCIMENTO DEL RISCHIO AMBIENTALE


Ma, prosegue l’analisi di Forest, le banche centrali stanno così modificando i loro mandati. La Fed lo ha chiaramente mostrato includendo nuovi parametri nei suoi obiettivi, inserendo indicatori legati alla disuguaglianza e all'inclusione sociale, mentre nel 2021 la BCE continuerà a definire un nuovo quadro di riferimento. Le Banche Centrali inoltre hanno riconosciuto che devono essere considerati nuovi rischi che vanno oltre l'inflazione e la stabilità finanziaria e oggi c'è un reale riconoscimento da parte loro nel considerare il clima un rischio significativo che deve essere affrontato.

TRE STRADE POSSIBILI PER POLITICHE MONETARIE GREEN


Secondo Forest ci sono almeno tre soluzioni che le banche centrali stanno studiando per rispondere a questo problema: Stress Test che integrino anche il rischio climatico, come farà già nel 2021 BoE e probabilmente la BCE, erogazioni diversificate a seconda che si offra un collaterale green o brown e infine acquisto di asset. Nel 2021 e negli anni seguenti, le banche centrali potrebbero adottare criteri per la selezione di alcuni emittenti, aprendo un dibattitto ancor più complesso su come determinare cosa è verde e cosa non lo è. La BCE, secondo l’esperto di Candriam, potrebbe contribuire a definire una tassonomia.

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