Attese e mercati

Attese e mercati: economia globale in crescita, Europa ancora in ritardo

Il mercato spera negli "effetti speciali" della Bce di Lagarde. America in navigazione verso l’era Biden. Economia globale in recupero, ma l’Europa continua a faticare

7 Dicembre 2020 10:46

financialounge -  Attese e mercati BCE Christine Lagarde economia globale joe biden

PER L’EUROZONA ENNESIMA SETTIMANA STORICA


Per le istituzioni europee si apre l’ennesima settimana cruciale. Si comincia con la Bce che giovedì 10 presenterà la sua revisione strategica della politica monetaria, la seconda della sua storia e la prima dal lontano 2003, anno del passaggio delle consegne dall’olandese Wim Duisenberg al francese Jean-Claude Trichet, quando venne stabilito che l’obiettivo di stabilità dei prezzi consisteva in un’inflazione ‘vicina ma inferiore’ al 2%. Interpretandolo alla lettera, il predecessore di Draghi alzò due volte i tassi nel 2010 proprio mentre stava per esplodere la crisi del debito. Sette anni dopo tocca a Christine Lagarde ridefinire gli obiettivi di politica monetaria, è probabile che includa fattori di sostenibilità ESG nella definizione di stabilità monetaria ed è possibile che cerchi per questa via di ‘stiracchiare’ il mandato della Bce anche ai temi occupazione e crescita, che a differenza della Fed americana oggi non rientrano nei suoi compiti. Il mercato si aspetta ovviamente altro, vale a dire ‘effetti speciali’ su allungamento temporale e estensione dimensionale dei vari programmi di sostegno, a cominciare dal PEPP, qualche argine al rafforzamento dell’euro, e magari anche un via libera alle banche per tornare ai dividendi. La ‘storica’ settimana europea prosegue venerdì 11, quando inizia una due giorni di summit UE per cercare di sbloccare il veto di Polonia e Ungheria al bilancio comunitario di 1.800 miliardi, senza i quali il Recovery Fund non va da nessuna parte.

AMERICA SENZA TROPPI SCOSSONI VERSO L’ERA BIDEN


Mentre Wall Street continua a archiviare settimane con il segno più, nonostante i dati non buonissimi che arrivano dall’economia, l’America si prepara all’era Biden con il punto interrogativo su chi comanderà al Senato, appeso ai ballottaggi in Georgia del 5 gennaio. Dal presidente eletto Biden nei prossimi giorni il mercato si aspetta indicazioni sui nuovi stimoli all’economia, mentre da Trump vorrebbe una parola definitiva sulla transizione dei poteri. Il pezzo forte della nuova amministrazione, per gli investitori, e Janet Yellen al Tesoro, che farà coppia con il suo successore alla Fed Jay Powell, che proprio martedì 15 e mercoledì 16 dicembre presiederà l’ultima riunione del FOMC dell’anno della pandemia. Powell potrebbe approfittarne per sottolineare la continuità della politica della banca centrale nella gestione delle ultime due grandi crisi, nel segno di un allentamento senza precedenti e crescente. Dalla Fed si aspetta anche il punto nave sull’economia, dopo che il Beige Book appena rilasciato parla di quattro dei 13 distretti USA che registrano crescita debole o nulla, altri cinque attività economica ancora sotto i livelli pre-pandemia e quattro che denunciano rallentamento dopo l’impennata dei contagi di novembre.

ECONOMIA GLOBALE SUL SENTIERO DELLA CRESCITA


A novembre l’indice J.P. Morgan Global Composite Output, realizzato in collaborazione con IHS Markit, ISM e IFPSM, ha segnato 53,1 punti, decisamente in territorio espansione anche se appena sotto il massimo di 26 mesi messo a segno a ottobre a 53,3. La manifattura ha continuato ad accelerare a 53,7 da 53, mentre i servizi pur in espansione sono arretrati a 52,2 da 52,9, risentendo evidentemente dell’aumento dei contagi. Nonostante l’impennata, l’America continua a fare molto meglio dell’Europa, dove l’indice composito che tiene conto sia di manifattura che di servizi sempre a novembre ha ceduto a 45,3 da 50,0 a ottobre, a causa di misure restrittive più severe di quelle americane. La crescita cinese resta la più resiliente, l’attività di manifattura e servizi è risultata sotto i livelli americani a novembre, con l’indice a 52,1 da 51,4, ma a differenza del resto del mondo si tratta del nono mese consecutivo in espansione. L’attività manifatturiera poi ha sfiorato i 55 punti il mese scorso, con l’accelerazione produttiva più marcata da 10 anni.

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