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Sette big mondiali accelerano sull’idrogeno

Entro il 2026, l’alleanza spingerà per stimolare lo sviluppo di 25 gigawatt di capacità produttiva, dimezzando così gli attuali costi. Investimenti per 110 miliardi di dollari

8 Dicembre 2020 11:36

financialounge -  energia ESG Iberdrola idrogeno snam
Idrogeno verde per proseguire spediti sulla via della decarbonizzazione. Sette aziende energetiche leader mondiali annunciano un’alleanza con l’obiettivo di accelerare la scala e la produzione di idrogeno verde di circa 50 volte nei prossimi sei anni. Tra loro anche Snam e Iberdrola.

OBIETTIVO DECARBONIZZARE


L’intento è quello di contribuire a decarbonizzare alcuni settori a più elevate emissioni di CO2, quali la generazione elettrica, l’industria chimica, la produzione di acciaio e la navigazione. La nuova iniziativa, che si chiama “Green Hydrogen Catapult”, coinvolge alcuni tra i leader più importanti nell’idrogeno verde, come ACWA Power, CWP Renewables, Envision, Iberdrola, Orsted, Snam e Yara.

SVILUPPARE 25 GIGAWATT


Entro il 2026, l’alleanza spingerà per stimolare lo sviluppo di 25 gigawatt di capacità produttiva di idrogeno verde, dimezzando così gli attuali costi, per portarli sotto i 2 dollari al kilogrammo. “Accrescere la produzione e la penetrazione dell’idrogeno verde, anche utilizzando le infrastrutture esistenti, sarà decisivo per raggiungere gli obiettivi climatici globali”, spiega l’ad di Snam, Marco Alverà.

IL 25% DELLA DOMANDA ENERGETICA ENTRO IL 2050


L’idrogeno verde è prodotto utilizzando fonti rinnovabili. Si calcola che possa arrivare a coprire fino al 25% della domanda energetica mondiale entro il 2050 e diventare così un mercato da grandi numeri, in grado di raggiungere i 10 trilioni di dollari. Aumentano, intanto, i Paesi che hanno annunciato di voler investire sull’idrogeno, come Australia, Nuova Zelanda, Portogallo, Spagna e Corea del Sud.

INVESTIMENTI PER 110 MILIARDI DI DOLLARI


Per raggiungere l’obiettivo dei 25 gigawatt, i promotori hanno stimato investimenti per 110 miliardi di dollari, con la possibilità di creare 120mila nuovi posti lavoro. Una prospettiva che potrebbe giovare non solo all’ambiente ma anche al mercato del lavoro, depresso dalla crisi sanitaria e in attesa di rilancio.

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