Jim Caron
“Nel 2021 troppa liquidità e pochi strumenti in cui investirla”
Secondo Jim Caron (Morgan Stanley Investment Management) l’abbondanza di liquidità potrebbe generare un contesto favorevole alla riduzione degli spread e in generale positivo per tutti gli strumenti di investimento
10 Dicembre 2020 19:00
Il 2021 dovrebbe essere un anno di ripresa. Lo confermano i ricercatori di Morgan Stanley, che stimano una crescita del PIL statunitense superiore al 5% e del 6% per il PIL globale. Sulla base di queste premesse, il prossimo anno dovrebbe rivelarsi estremamente positivo, grazie anche ad un'ampia liquidità che continua a circolare nel mercato. Le banche centrali, infatti, manterranno un orientamento espansivo, evitando di ridurre la liquidità in circolazione. Inoltre arriveranno ingenti stimoli fiscali. “La risultante sarà una liquidità in circolazione nei mercati anche maggiore a quella attuale che potrebbe far affiorare un deficit di offerta: in altre parole potrebbero non esserci attivi sufficienti in cui investire tutta questa liquidità”, avverte Jim Caron, responsabile del team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management.
Quest'anno le emissioni obbligazionarie investment grade hanno infatti già superato i 1.700 miliardi di dollari, cioè quasi il doppio della cifra record di 950 miliardi toccata lo scorso anno. Nonostante l’entità rilevante, le emissioni in questione sono interamente state sottoscritte. “I volumi di emissioni societarie il prossimo anno potrebbero essere inferiori: dove sarà indirizzata la liquidità presente nel sistema?”, si domanda il gestore.
Per cercare una risposta, l’esperto parte dal saldo positivo dei flussi di sottoscrizione dei fondi globali di EPFR Global. Negli strumenti liquidi e monetari da inizio anno sono confluiti circa 1.500 miliardi di dollari, mentre le obbligazioni hanno registrato flussi positivi per circa mille miliardi. I prodotti azionari hanno invece registrato deflussi per circa 470 miliardi di dollari. Il divario è evidente: 2500 miliardi di dollari di investimenti contro 470 miliardi di disinvestimenti. “Ci aspettiamo una riallocazione, che inizierà con deflussi dagli strumenti liquidi perché è qui che gli operatori parcheggiano i capitali quando non hanno fiducia nel futuro. Ora che si inizia a parlare di vaccini gli investitori stanno cominciando a pensare a come reimpiegare questa liquidità, che finirà per affluire negli strumenti di investimento, comprese le obbligazioni, con ricadute positive sui loro prezzi”, argomenta Caron.
Il gestore, inoltre, tranquillizza chi si dice preoccupato che i livelli di crescita stimati per il 2021 possano far rialzare rapidamente i rendimenti dei Treasury statunitensi. “I tassi dei decennali governativi USA potrebbero salire fino all'1,2% circa il prossimo anno, ma non riteniamo che questo possa essere il principio di un forte rialzo tendenziale dei rendimenti perché la Fed proseguirà il suo programma di Quantitative Easing”, specifica Caron. La banca centrale americana, aggiunge, è consapevole del fatto che sia necessario fornire uno stimolo per colmare l’output gap (la distanza tra prodotto interno lordo effettivo e potenziale), dal momento che il 2020 è stato un anno molto deludente e la buona crescita attesa per l'anno prossimo non riuscirà a far recuperare l’arretramento accusato dall’economia nei 12 mesi precedenti.
“In questo contesto di stimolo prociclico, l’abbondante liquidità verrà impiegata, in buona parte, nei titoli obbligazionari. È pertanto possibile che gli spread sia dei prodotti investment grade che high yield scendano addirittura sui minimi di un anno fa o anche oltre”, riferisce Jim Caron. Certo, ammette il gestore, i mercati risentiranno di forti alti e bassi con la volatilità destinata a salire, ma la tendenza di lungo periodo dovrebbe essere delineata dall'eccesso di liquidità in circolazione e dagli insufficienti titoli in cui investirla al momento disponibili. “Ciò creerà condizioni molto favorevoli agli strumenti d'investimento, e sarà una situazione generalizzata, non circoscritta ad alcun segmento specifico”, conclude il team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management.
OBBLIGAZIONI INVESTMENT GRADE PER 1.700 MILIARDI DI DOLLARI
Quest'anno le emissioni obbligazionarie investment grade hanno infatti già superato i 1.700 miliardi di dollari, cioè quasi il doppio della cifra record di 950 miliardi toccata lo scorso anno. Nonostante l’entità rilevante, le emissioni in questione sono interamente state sottoscritte. “I volumi di emissioni societarie il prossimo anno potrebbero essere inferiori: dove sarà indirizzata la liquidità presente nel sistema?”, si domanda il gestore.
VERSO UNA RIALLOCAZIONE DEI FLUSSI DI INVESTIMENTO
Per cercare una risposta, l’esperto parte dal saldo positivo dei flussi di sottoscrizione dei fondi globali di EPFR Global. Negli strumenti liquidi e monetari da inizio anno sono confluiti circa 1.500 miliardi di dollari, mentre le obbligazioni hanno registrato flussi positivi per circa mille miliardi. I prodotti azionari hanno invece registrato deflussi per circa 470 miliardi di dollari. Il divario è evidente: 2500 miliardi di dollari di investimenti contro 470 miliardi di disinvestimenti. “Ci aspettiamo una riallocazione, che inizierà con deflussi dagli strumenti liquidi perché è qui che gli operatori parcheggiano i capitali quando non hanno fiducia nel futuro. Ora che si inizia a parlare di vaccini gli investitori stanno cominciando a pensare a come reimpiegare questa liquidità, che finirà per affluire negli strumenti di investimento, comprese le obbligazioni, con ricadute positive sui loro prezzi”, argomenta Caron.
NESSUN RISCHIO DI RIALZO RAPIDO DEI TASSI DEI TREASURY USA A 10 ANNI
Il gestore, inoltre, tranquillizza chi si dice preoccupato che i livelli di crescita stimati per il 2021 possano far rialzare rapidamente i rendimenti dei Treasury statunitensi. “I tassi dei decennali governativi USA potrebbero salire fino all'1,2% circa il prossimo anno, ma non riteniamo che questo possa essere il principio di un forte rialzo tendenziale dei rendimenti perché la Fed proseguirà il suo programma di Quantitative Easing”, specifica Caron. La banca centrale americana, aggiunge, è consapevole del fatto che sia necessario fornire uno stimolo per colmare l’output gap (la distanza tra prodotto interno lordo effettivo e potenziale), dal momento che il 2020 è stato un anno molto deludente e la buona crescita attesa per l'anno prossimo non riuscirà a far recuperare l’arretramento accusato dall’economia nei 12 mesi precedenti.
POSSIBILE UNA ULTERIORE RIDUZIONE DEGLI SPREAD OBBLIGAZIONARI
“In questo contesto di stimolo prociclico, l’abbondante liquidità verrà impiegata, in buona parte, nei titoli obbligazionari. È pertanto possibile che gli spread sia dei prodotti investment grade che high yield scendano addirittura sui minimi di un anno fa o anche oltre”, riferisce Jim Caron. Certo, ammette il gestore, i mercati risentiranno di forti alti e bassi con la volatilità destinata a salire, ma la tendenza di lungo periodo dovrebbe essere delineata dall'eccesso di liquidità in circolazione e dagli insufficienti titoli in cui investirla al momento disponibili. “Ciò creerà condizioni molto favorevoli agli strumenti d'investimento, e sarà una situazione generalizzata, non circoscritta ad alcun segmento specifico”, conclude il team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management.