Euromobiliare
Obbligazioni societarie e green bond ingredienti essenziali del portafoglio
Ci potrebbe essere tanta liquidità e pochi strumenti dove parcheggiarla. Gli esperti suggeriscono strategie innovative e una combinazione di corporate bond e obbligazioni verdi
14 Dicembre 2020 10:42
VERSO UNA RIALLOCAZIONE DEI FLUSSI DI INVESTIMENTO
I volumi di emissioni obbligazionarie societarie il prossimo anno potrebbero essere inferiori: dove sarà indirizzata la liquidità presente nel sistema? Se lo domanda nell’articolo “Nel 2021 troppa liquidità e pochi strumenti in cui investirla” Jim Caron, responsabile del team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management. “Ci aspettiamo una riallocazione, che inizierà con deflussi dagli strumenti liquidi perché è qui che gli operatori parcheggiano i capitali quando non hanno fiducia nel futuro. Ora che si inizia a parlare di vaccini gli investitori stanno cominciando a pensare a come reimpiegare questa liquidità, che finirà per affluire negli strumenti di investimento, comprese le obbligazioni, con ricadute positive sui loro prezzi”, argomenta Caron. “In questo contesto di stimolo prociclico, l’abbondante liquidità verrà impiegata, in buona parte, nei titoli obbligazionari. È pertanto possibile che gli spread sia dei prodotti investment grade che high yield scendano addirittura sui minimi di un anno fa o anche oltre”, riferisce Jim Caron. Certo, ammette il gestore, i mercati risentiranno di forti alti e bassi con la volatilità destinata a salire, ma la tendenza di lungo periodo dovrebbe essere delineata dall’eccesso di liquidità in circolazione e dagli insufficienti titoli in cui investirla al momento disponibili. “Ciò creerà condizioni molto favorevoli agli strumenti d’investimento, e sarà una situazione generalizzata, non circoscritta ad alcun segmento specifico”, conclude il team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management.
LE STRATEGIE ENHANCED-CASH PER GESTIRE LA LIQUIDITÀ
Molti investitori che mantengono un certo livello di liquidità, perché previsto dalla normativa, perché richiesto dalle linee guida d’investimento o perché gestiscono una tesoreria aziendale o un pool di asset estremamente liquidi, hanno un problema non da poco. Nell’articolo “Liquidità ma senza rinunciare al rendimento", Brad Tank, Chief Investment Officer – Fixed Income di Neuberger Berman, spiega come non necessariamente ci si debba rassegnare a rendimenti reali sottozero sulla liquidità e sui fondi del mercato monetario. Rendimenti bassi e curve piatte dei tassi impongono flessibilità nei mercati del credito e, per generare rendimenti ragionevoli, gli investitori devono essere disposti a esporsi al rischio di credito, dar prova di sufficiente flessibilità e “assenza di vincoli” sulla base di rigorosi confronti di valore tra regioni, scadenze, settori di credito e rating e scovare mercati di nicchia che potrebbero vantare qualche vantaggio, come i municipal bonds, i corporate hybrids, il credito cartolarizzato o le valute. Una possibilità per ricavare rendimenti reali positivi è rappresentata da un portafoglio enhanced-cash, per il quale valgono comunque molte delle linee guida citate.
NAVIGARE NELLA NUOVA NORMALITÀ
Le emissioni corporate di oggi, a cavallo tra l’investment grade e l’high yield, si possono comprare alla pari con una cedola che può andare tra il 3,5% e anche il 4%. Nonostante i rating assegnati incorporino un rischio abbastanza elevato, in realtà, in una prospettiva di qualche anno, sono il nuovo "bene rifugio", a condizione di saper scegliere bene l’emittente. Lo ha sostenuto, nell’articolo “I corporate bond nuovo possibile bene rifugio per la liquidità posteggiata”, Mondher Bettaieb di Vontobel Asset Management, secondo cui le emissioni con rating BBB e BB stanno diventando il nuovo "safe asset" capace di combinare le caratteristiche di porto sicuro per la liquidità con rendimenti di tutto rispetto. Nella nuova normalità fatta di crescita moderata e tassi molto bassi e molto a lungo, i corporate bond potrebbero giocare nel portafoglio dei risparmiatori il ruolo che svolgevano una volta i vecchi Bot, il posto ideale dove parcheggiare la liquidità senza rinunciare al rendimento. Gli emittenti validi non mancano in diversi settori, dalle utility, agli industriali, magari puntando sui campioni nazionali, fino alle banche, mai state da anni così ben capitalizzate e mai così protette dall’ombrello della banca centrale. A differenza dei vecchi Bot, però, che bastava prenotarli allo sportello, nel caso delle obbligazioni societarie il fai da te non è consigliabile e anche per la gestione della liquidità è meglio affidarsi a mani esperte. L’alternativa è lasciarla parcheggiata sui depositi non solo rinunciando al ritorno, ma sostenendo un costo.
BIDEN È POSITIVO PER I CORPORATE BOND
Anche Goldman Sachs Asset Management reputa positivo l’avvento di una amministrazione Biden per il credito corporate nel 2021. Come di legge nell’articolo “Goldman Sachs Asset Management: perché Biden è positivo per le obbligazioni societarie”, la prima ragione riguarda la politica fiscale in materia di tasse societarie: con un governo diviso e un Senato ancora controllato dai repubblicani ci sono prospettive limitate di una contro-riforma delle tasse societarie e questo gioca a favore dei corporate bond investment grade più che degli high yield, dato che molte grandi e redditizie società che sarebbero state impattate da una maggior tassazione degli utili sono anche emittenti nel segmento investment grade del mercato. Poi Goldman Sachs AM cita l’agenda regolatoria, che dovrebbe essere meno stringente rispetto a quanto sarebbe stato in caso di onda blu elettorale. Anche se alcuni provvedimenti possono essere decisi semplicemente con ordini esecutivi presidenziali, non sarebbe una prospettiva necessariamente negativa per il mercato del credito, con l’eccezione del settore energia destinato ad essere penalizzato dal focus sulla transizione verso le fonti rinnovabili.
LA CARICA DEI GREEN BOND
L’elezione di Biden e l’obiettivo emissioni zero dell’Unione europea porteranno alla crescita degli investimenti sostenibili. L’investimento nell’economia verde non passa però soltanto attraverso il mercato azionario. Sul fronte obbligazionario anche nel 2020 si è registrata una ulteriore crescita del comparto dei green bond, obbligazioni che vengono emesse per finanziare specifici collegati all’economia verde. In tempi di crisi queste obbligazioni vengono viste da aziende non sostenibili quali quelle che operano nel settore energetico o automobilistico come un mezzo efficiente per finanziare la transizione verso la sostenibilità. Inoltre il 2020 ha visto paesi molto sensibili alle tematiche ambientali emettere green bond. Come argomentato nell’articolo “Cogliere le opportunità del Green Deal che accomuna Usa ed Europa” , Euromobiliare Asset Management è da tempo molto attenta alle tematiche di sostenibilità ambientale e, onde contribuire positivamente al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal, ha lanciato nel mese di febbraio 2020 Green 4 Planet, un fondo bilanciato la cui componente obbligazionaria è impiegata in green e sustainability bond emessi da governi, enti sovranazionali, agenzie statali o società con elevato standing creditizio.
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