Brexit
Sterlina sempre più sotto pressione a causa della Brexit
Ethenea sottolinea il peggior crollo del Pil britannico degli ultimi tre secoli e definisce il ‘peggior scenario possibile’ un nuovo slittamento della data del 31 dicembre per la fine dei negoziati di Brexit con la UE
17 Dicembre 2020 16:50
Crescita inferiore alla media, massiccio deficit pubblico, rapporto ancora non chiaro con la UE e una politica monetaria ancora più espansiva sono tutti elementi che lasciano presagire a Volker Schmidt, Senior Portfolio Manager di Ethenea, un ulteriore deprezzamento della sterlina britannica rispetto all'euro. Sebbene Bank of England abbia finora respinto l'idea di introdurre tassi negativi, l’esperto di Ethenea ritiene inoltre che finirà per infrangere questo tabù e seguire le orme della Bce, il che metterebbe ancora più pressione sulla valuta britannica, causandone l'ulteriore deprezzamento.
Schmidt sottolinea il doppio choc della Brexit e della pandemia che ha colpito in modo particolarmente duro l'economia britannica, causando aumento della disoccupazione, dei fatturati e una caduta del prodotto interno lordo più forte che in qualsiasi altro paese industrializzato: il -11,3% stimato per il 2020 è infatti il dato peggiore degli ultimi tre secoli. Inoltre, il Regno Unito dipende dalle relazioni commerciali con l'UE molto più di quanto l'UE non dipenda dal Regno Unito, e anche l’accordo più favorevole possibile sulla Brexit imporrebbe a Londra investimenti significativi nella riconversione della produzione e della catena di approvvigionamento, l'adeguamento ai nuovi controlli alle frontiere e ai nuovi requisiti in materia di documentazione.
Il tutto, secondo l’analisi di Schmidt, risulterà in una situazione “che graverà ulteriormente sull'economia britannica e che eserciterà ulteriori pressioni al ribasso sulla sterlina, mentre i titoli di Stato britannici dovrebbero continuare a essere considerati un porto sicuro”. Quest'anno Bank of England ha già abbassato due volte i tassi portandoli dallo 0,75% allo 0,1% e di recente ha incrementato di altri 150 mld di sterline gli acquisti di titoli di Stato, saliti ormai a quota 875 mld di sterline. Secondo Schmidt questo dovrebbe stabilizzare il mercato obbligazionario mantenendo bassi i tassi e agevolando così il finanziamento pubblico. Inoltre gli investitori possono essere praticamente certi che, in caso di necessità, potranno rivendere alla Banca centrale i titoli di Stato acquistati.
Ma la sterlina rimarrà sotto pressione, sottolinea l’esperto di Ethenea, visto che non è ancora stato trovato un accordo accettabile sulle future relazioni commerciali tra UE e Regno Unito. La Banca centrale farà di tutto per attenuare le ripercussioni negative sia della Brexit che della pandemia. Finora si è rifiutata di adottare tassi negativi, ma presto potrebbe cambiare idea. E se la scadenza del 31 dicembre 2020 sarà posticipata ancora una volta “si scivolerebbe in un incubo senza fine, probabilmente il peggiore tra tutti gli scenari possibili”, che abbinato al coronavirus, metterebbe ancora più in difficoltà l'economia britannica.
IL DATO PEGGIORE IN TRE SECOLI
Schmidt sottolinea il doppio choc della Brexit e della pandemia che ha colpito in modo particolarmente duro l'economia britannica, causando aumento della disoccupazione, dei fatturati e una caduta del prodotto interno lordo più forte che in qualsiasi altro paese industrializzato: il -11,3% stimato per il 2020 è infatti il dato peggiore degli ultimi tre secoli. Inoltre, il Regno Unito dipende dalle relazioni commerciali con l'UE molto più di quanto l'UE non dipenda dal Regno Unito, e anche l’accordo più favorevole possibile sulla Brexit imporrebbe a Londra investimenti significativi nella riconversione della produzione e della catena di approvvigionamento, l'adeguamento ai nuovi controlli alle frontiere e ai nuovi requisiti in materia di documentazione.
PRESSIONI AL RIBASSO SULLA STERLINA
Il tutto, secondo l’analisi di Schmidt, risulterà in una situazione “che graverà ulteriormente sull'economia britannica e che eserciterà ulteriori pressioni al ribasso sulla sterlina, mentre i titoli di Stato britannici dovrebbero continuare a essere considerati un porto sicuro”. Quest'anno Bank of England ha già abbassato due volte i tassi portandoli dallo 0,75% allo 0,1% e di recente ha incrementato di altri 150 mld di sterline gli acquisti di titoli di Stato, saliti ormai a quota 875 mld di sterline. Secondo Schmidt questo dovrebbe stabilizzare il mercato obbligazionario mantenendo bassi i tassi e agevolando così il finanziamento pubblico. Inoltre gli investitori possono essere praticamente certi che, in caso di necessità, potranno rivendere alla Banca centrale i titoli di Stato acquistati.
INCUBO SENZA FINE
Ma la sterlina rimarrà sotto pressione, sottolinea l’esperto di Ethenea, visto che non è ancora stato trovato un accordo accettabile sulle future relazioni commerciali tra UE e Regno Unito. La Banca centrale farà di tutto per attenuare le ripercussioni negative sia della Brexit che della pandemia. Finora si è rifiutata di adottare tassi negativi, ma presto potrebbe cambiare idea. E se la scadenza del 31 dicembre 2020 sarà posticipata ancora una volta “si scivolerebbe in un incubo senza fine, probabilmente il peggiore tra tutti gli scenari possibili”, che abbinato al coronavirus, metterebbe ancora più in difficoltà l'economia britannica.