Aberdeen Standard Investments
La crescita dei tecnologici non sarà soltanto made in USA
La crescita dei tecnologici proseguirà e vedrà molti gruppi dei paesi emergenti pronti a competere con le big tech USA. Opportunità in Asia e, in modo selettivo, tra i ciclici e le A-shares cinesi
21 Dicembre 2020 10:37
PROSEGUIRÀ LA CRESCITA DEI TITOLI TECNOLOGICI
Il 2021 sarà l’anno giusto per un nuovo regime degli investimenti basato su tre temi principali: nuovo equilibrio per i tassi nominali, riconfigurazione della globalizzazione e accelerazione nei trend strutturali. Ipotizzando un ritorno alla normalità economica nel prossimo anno, Bruno Rovelli, Chief Investment Strategist BlackRock Italia, riassume così nell’articolo “BlackRock: nel 2021 proseguirà la crescita dei titoli tecnologici” la view in termini di asset allocation: sì ad azioni e obbligazioni corporate con sovrappeso su tech e healthcare, atteggiamento positivo verso titoli pro-ciclici e quindi sulle small cap, sì a obbligazioni High Yield e debito emergente di Cina e Asia, sovrappeso su obbligazioni governative inflation linked e della periferia dell’Eurozona. Il tutto con uno spazio “trasversale” riservato agli asset sostenibili, sia nell’azionario che nell’obbligazionario. A fare da sfondo a queste tematiche sarò la crescita dei trend strutturali legati principalmente alla tecnologia e soprattutto alla sostenibilità, che secondo Rovelli permetterà di evitare la decrescita economica nei prossimi anni: “Le aziende ESG faranno meglio di quelle non sostenibili per molti anni ancora”, ha spiegato Rovelli.
ACCELERA LA CONCORRENZA HI TECH DEGLI EMERGENTI
È stato sottolineato più volte come la pandemia abbia accelerato il megatrend dell’innovazione tecnologica di cui hanno beneficiato le grandi aziende tecnologiche USA. Tuttavia, diversi osservatori fanno notare come nel prossimo decennio il focus potrebbe spostarsi verso la Cina e altri mercati emergenti. Tra coloro che sostengono questa tesi, Richard Carlyle, Investment Director di Capital Group, secondo il quale in Cina, India, Brasile e Russia si sono già formati colossi in grado di competere a livello globale. In Cina, per esempio, il riferimento dell’esperto non è soltanto ad Alibaba, definita come “l’Amazon cinese”, e a Baidu, considerata “il Google cinese”, ma ai tanti nuovi operatori di successo capaci di aumentare le loro economie di scala più rapidamente rispetto alle aziende più datate e molto prima di divenire note al di fuori dei mercati locali. Ma, come si legge nell’articolo “Tecnologia, i Paesi emergenti sono pronti a competere con gli Usa”, esistono realtà solide anche in India (il conglomerato Reliance Industries) , in Brasile (PagSeguro , Stone Co. e MercadoLibre) e in Russia (Yandex).
OPPORTUNITÀ LEGATE AL NEXT GENERATION UE
Sempre in tema innovazione, Schroders vede opportunità anche in aree come materiali, data processing, settore sanitario e ingegneristico: le aziende europee che operano in questi segmenti potrebbero non essere note, ma molte di esse sono leader nei loro specifici ambiti. L’Europa, sottolinea nell’articolo “Schroders positiva sui mercati europei nel 2021” Paul Griffin, gestore del fondo Schroders ISF European Alpha Focus, è già molto avanti in ambito di sostenibilità, sia a livello governativo che aziendale, e gli investimenti proposti dal Next Generation EU rappresentano un ulteriore vento favorevole. Martin Skanberg, gestore del fondo Schroder ISF EURO Equity, dal canto suo, ritiene che anche la minaccia di deflazione permanente potrebbe venire meno grazie all’effetto combinato di stimoli e ripresa, favorendo le aree del mercato più sottovalutate. Per questo Schroders ipotizza una rotazione verso queste aree da alcuni segmenti di più alta qualità che sono però diventati molto costosi. I mercati potrebbero anche vedere una certa volatilità, via via che il nuovo scenario prende forma, con il settore energetico destinato a restare sotto pressione.
PROSPETTIVE DI CRESCITA EUROPEE POSITIVE PER IL 2021
Restando in Europa, è vero, ammette Reto Cueni, Chief Economist di Vontobel Wealth Management, che l’attuale situazione di lockdown nei principali paesi europei indebolisce le prospettive di crescita per l’inizio del 2021. Tuttavia, come si legge nell’articolo “Vontobel vede forte rimbalzo nel 2021”, l’esperto mantiene l’attuale posizione di moderata propensione al rischio, in quanto vede una forte ripresa della crescita verso il secondo trimestre del 2021 che possa poi continuare nella seconda metà del prossimo anno. Le ultime notizie positive relative ai vaccini sostengono questa prospettiva di crescita positiva per il 2021. In termini numerici, alla contrazione del 7,5% del PIL di quest’anno, dovrebbe prendere forma un +5,1% nel 2021. Secondo Cueni più della Brexit sarà determinante appurare se arriverà un altro pacchetto di stimolo fiscale statunitense e verificare il proseguimento dell’attuale posizione politica ultra-espansionistica delle principali banche centrali.
PREFERENZA PER L’ASIA
Secondo Esty Dwek, Head of Global Macro Strategy di Natixis IM Solutions, molte delle recenti buone notizie sono state già prezzate, anche se non significa che le potenzialità di rialzo siano ridotte. La maggior parte dei mercati, soprattutto fuori dagli Stati Uniti, sono ancora ben sotto i livelli di febbraio, lasciando pensare che ci sia ancora ampio margine di rialzo. I livelli di cassa sono ancora su livelli molto alti e molti investitori hanno perso l’opportunità di partecipare al recente rally. Secondo Dwek, come illustrato nell’articolo “Natixis: molte buone notizie già prezzate, delusioni in agguato”, sono anche probabili pause prima che i vaccini arrivino su larga scala e che si torni alla normalità, il che suggerisce la possibilità di un ulteriore rialzo una volta che la situazione sarà più chiara, anche perché è raro che i mercati salgano in linea retta. Con una solida ripresa della crescita guidata dalla Cina e una migliore gestione sanitaria, l’Asia emergente dovrebbe continuare a registrare un alto livello di domanda. Ulteriori supporti potrebbero derivare dal miglioramento delle condizioni del commercio globale e da probabili riduzioni tariffarie da parte di Biden. Ampliando l’orizzonte a tutto l’universo degli emergenti, Dwek vede un grande potenziale di recupero, ma i rischi idiosincratici continuano ad esserci e conserva la preferenza per l’Asia.
MERCATO DELLE A-SHARES CINESI PIÙ ACCESSIBILE
In Asia il motore della crescita resta la Cina il cui rally di Borsa quest’anno è stato guidato da investitori nazionali e stranieri. Dal lancio di Stock Connect, nel 2014, le azioni A hanno attirato 170 miliardi di dollari di flussi netti da oltreoceano. L’indice MSCI Chine A Onshore Index è stato tra i più performanti al mondo quest’anno, e la sua capitalizzazione ha superato per la prima volta la barriera dei 10mila miliardi di dollari. “Crediamo che un reddito disponibile più elevato stimolerà la domanda di prodotti sanitari, servizi di gestione patrimoniale, assicurazioni e beni e servizi di lusso”, riferisce nell’articolo “Economia più autosufficiente e ripresa rapida: i motivi per investire in Cina” Nicholas Yeo, Responsabile azionario Cina, Aberdeen Standard Investments. “Rimangono intatti anche i driver di crescita strutturale, come l’utilizzo di energie rinnovabili, applicazioni cloud, 5G, e-commerce e intelligenza artificiale. L’energia rinnovabile non è mai stata così economica e la Cina domina la catena di fornitura globale di energia rinnovabile e batterie”.
AZIONI TITOLI CICLICI BEN POSIZIONATI
Infine, come sottolinea nell’articolo “Outlook 2021, Invesco: si vede la luce in fondo al tunnel” Paul Jakson, Global Head of Allocation Research di Invesco, il 2021 sarà l’anno degli asset ciclici, in particolare quelli che sono soliti sovraperformare all’inizio del ciclo di ripresa. L’asset allocation indicata dall’esperto per adattarsi al “caso base” vede azioni di tipo growth, servizi finanziari, REITs (società immobiliari quotate in Borsa), obbligazioni high yield, materie prime industriali, mentre a livello regionale la preferenza va a Mercati emergenti asiatici e Usa. Nello scenario “V per vaccino” la preferenza andrebbe, invece, verso l’Europa (UK inclusa) ed Emergenti non asiatici. Infine, in caso di scenario peggiore, l’asset allocation indicata da Jackson prevede oro, cash, titoli governativi e azionario difensivo come healthcare e tech.
Trending