bond cinesi
Ripresa economica, azioni e bond: prospettive positive su tutti i fronti in Cina
Dopo una crescita stimata al +2,1% su base annuale nel 2020, Schroders si aspetta che l’economia cinese crescerà del 9% nel 2021. Con impatti positivi su azioni, obbligazioni e valuta
22 Dicembre 2020 21:00
La Cina è stato il primo paese ad entrare nella crisi sanitaria ma anche il primo ad uscirne. Una dinamica che, in base alle stime di Schroders, dovrebbe permettere a Pechino di chiudere quest’anno con un rialzo del PIL del 2,1% su base annuale e di registrare un tasso di crescita economica del 9% il prossimo anno. “E’ probabile che la solidità della ripresa possa garantire un aumento graduale dell’inflazione core nel corso dell’anno. Tuttavia, nel breve periodo il timore della deflazione, in un momento in cui il debito è molto elevato, potrebbe preoccupare autorità e mercati e ritardare la normalizzazione delle politiche monetarie” spiega di David Rees, Senior Emerging Markets Economist di Schroders.
Resta il fatto che, grazie anche alla crescita dell’economia, si delinea un quadro positivo per l’azionario cinese mentre le abitudini dei consumatori continueranno a evolversi, sulla scia dell’incremento dei loro redditi, alimentando ulteriormente l’incremento dei consumi nel Paese. “Riteniamo che i segmenti più esposti ai temi di crescita di lungo periodo continueranno a sovraperformare. Ci piacciono soprattutto i comparti veicoli e componenti elettrici, quelli legati all’automazione industriale, e quelli con catene di approvvigionamento localizzate. Se prendesse corpo una ripresa globale ampia grazie ai vaccini ne beneficerebbero soprattutto i settori ciclici, dove le valutazioni sono ancora contenute rispetto ai settori growth” specificano Louisa Lo, Head of Greater China Equities, e Jack Lee, Fund Manager di Schroders.
Per quanto riguarda invece gli investimenti in beni materiali, immobili, impianti e attrezzature (Fixed Asset Investment), dopo un 2020 all’insegna di flussi orientati su infrastrutture e property, nel prossimo futuro dovrebbero concentrarsi soprattutto sulle “nuove infrastrutture” (5G, data centre, Internet of Things). Secondo i due esperti di Schroders, a livello geopolitico, l’imminente cambiamento alla leadership a Washington potrebbe comportare un impatto sulla strategia anti-Cina addirittura ancora più ampio rispetto a Trump, dal momento che è bipartisan l’opinione che la Cina sia un rivale strategico per gli USA e che lo stile amministrativo di Biden potrebbe essere più coordinato e strutturato rispetto a quello del suo predecessore.
In ambito obbligazionario, risultano molto interessanti i bond cinesi sia per le valutazioni attraenti e sia per i solidi fondamentali del Paese: due fattori che, secondo Julia Ho, Head of Asian Macro di Schroders, dovrebbero sostenere sia la domanda che i rendimenti nel 2021. “I rendimenti dei bond cinesi onshore sono appetibili rispetto ai titoli di Stato dei mercati sviluppati: basti pensare che il governativo cinese a 10 anni offriva a fine novembre un rendimento del 3,3% circa rispetto allo 0,8% dell’omologo statunitense” puntualizza la manager.
Secondo il quale, il fatto che Cina possa essere stata l’unica tra le principali economie mondiali a registrare una crescita economica positiva nel 2020 in un contesto di inflazione contenuta, ha permesso alla banca centrale cinese una maggiore flessibilità nella sua politica monetaria, consentendole di supportare in modo più efficiente le piccole aziende. “A favorire l’investimento in bond cinesi è anche la valuta che potrebbe approfittare di un dollaro debole nel lungo periodo a causa degli ampi ‘deficit gemelli’ (fiscale e delle partite correnti) negli USA e dei programmi illimitati di QE” conclude l’Head of Asian Macro di Schroders.
UN QUADRO POSITIVO PER L’AZIONARIO CINESE
Resta il fatto che, grazie anche alla crescita dell’economia, si delinea un quadro positivo per l’azionario cinese mentre le abitudini dei consumatori continueranno a evolversi, sulla scia dell’incremento dei loro redditi, alimentando ulteriormente l’incremento dei consumi nel Paese. “Riteniamo che i segmenti più esposti ai temi di crescita di lungo periodo continueranno a sovraperformare. Ci piacciono soprattutto i comparti veicoli e componenti elettrici, quelli legati all’automazione industriale, e quelli con catene di approvvigionamento localizzate. Se prendesse corpo una ripresa globale ampia grazie ai vaccini ne beneficerebbero soprattutto i settori ciclici, dove le valutazioni sono ancora contenute rispetto ai settori growth” specificano Louisa Lo, Head of Greater China Equities, e Jack Lee, Fund Manager di Schroders.
FLUSSI VERSO LE NUOVE INFRASTRUTTURE 5G E DATA CENTRE
Per quanto riguarda invece gli investimenti in beni materiali, immobili, impianti e attrezzature (Fixed Asset Investment), dopo un 2020 all’insegna di flussi orientati su infrastrutture e property, nel prossimo futuro dovrebbero concentrarsi soprattutto sulle “nuove infrastrutture” (5G, data centre, Internet of Things). Secondo i due esperti di Schroders, a livello geopolitico, l’imminente cambiamento alla leadership a Washington potrebbe comportare un impatto sulla strategia anti-Cina addirittura ancora più ampio rispetto a Trump, dal momento che è bipartisan l’opinione che la Cina sia un rivale strategico per gli USA e che lo stile amministrativo di Biden potrebbe essere più coordinato e strutturato rispetto a quello del suo predecessore.
I RENDIMENTI DEI BOND CINESI ONSHORE SONO APPETIBILI
In ambito obbligazionario, risultano molto interessanti i bond cinesi sia per le valutazioni attraenti e sia per i solidi fondamentali del Paese: due fattori che, secondo Julia Ho, Head of Asian Macro di Schroders, dovrebbero sostenere sia la domanda che i rendimenti nel 2021. “I rendimenti dei bond cinesi onshore sono appetibili rispetto ai titoli di Stato dei mercati sviluppati: basti pensare che il governativo cinese a 10 anni offriva a fine novembre un rendimento del 3,3% circa rispetto allo 0,8% dell’omologo statunitense” puntualizza la manager.
APPROFITTARE DI UN DOLLARO DEBOLE NEL LUNGO PERIODO
Secondo il quale, il fatto che Cina possa essere stata l’unica tra le principali economie mondiali a registrare una crescita economica positiva nel 2020 in un contesto di inflazione contenuta, ha permesso alla banca centrale cinese una maggiore flessibilità nella sua politica monetaria, consentendole di supportare in modo più efficiente le piccole aziende. “A favorire l’investimento in bond cinesi è anche la valuta che potrebbe approfittare di un dollaro debole nel lungo periodo a causa degli ampi ‘deficit gemelli’ (fiscale e delle partite correnti) negli USA e dei programmi illimitati di QE” conclude l’Head of Asian Macro di Schroders.