ESG
Il futuro sostenibile tracciato da Vontobel
Il rientro degli Stati Uniti nell’Accordo di Parigi e l’innovazione di molte aziende virtuose sono i due fattori indicati da Vontobel Asset Manager per un futuro sostenibile
5 Gennaio 2021 19:00
Sono passati più di cinque anni dalla ratifica dell’Accordo di Parigi, con cui i Paesi firmatari si sono impegnati a mantenere l’aumento della temperatura media globale di 2 gradi al di sopra dei livelli preindustriali. In questo periodo sono venute a galla ampie prove di come molti Stati non siano all’altezza delle promesse fatte. Nonostante ciò, secondo Pascal Dudle, Portfolio Manager di Vontobel Asset Management, ci sono molteplici motivi per cui rimanere ottimisti.
Il primo è che, dopo il 20 gennaio, giorno dell’insediamento di Joe Biden come 46esimo presidente degli Stati Uniti, la seconda nazione con le maggiori emissioni di CO2 dovrebbe ufficialmente rientrare nell’Accordo di Parigi, dopo la fuoriuscita voluta da Donald Trump. Un fattore che va combinato con gli impegni presi da Unione Europea, Cina, Giappone e Corea del Sud, con le tre potenze asiatiche che prevedono di diventare neutrali in termini di emissioni di carbonio entro pochi decenni.
Il secondo motivo per cui rimanere ottimisti sulla lotta al cambiamento climatico, per il manager di Vontobel, è la presenza di molte aziende innovative pronte a combatterlo. Gli esempi non mancano: dalla svizzera Climateworks, che estrae carbonio dall’aria per seppellirlo in profondità nel terreno, alla californiana Equinix, società leader mondiale nella fornitura di capacità di data center, che punta a ricavare tutta la sua energia da fonti rinnovabili.
In questo contesto, Dudle sottolinea come, secondo una ricerca di Credit Suisse, il piano per l’energia di Joe Biden potrebbe qualificarsi come una “marea rinnovabile” capace di sollevare tutti i settori correlati, dall’applicazione solare residenziale, ai contatori intelligenti, passando per le celle a combustibile a idrogeno e le utility che generano energia rinnovabile. In conclusione, per il manager di Vontobel non basterà investire in azioni “sostenibili” per salvare il mondo, ma i governi e le aziende di tutto il mondo sembrano ora più propensi a combinare gli sforzi e combattere insieme il cambiamento climatico.
LE POLITICHE DI BIDEN
Il primo è che, dopo il 20 gennaio, giorno dell’insediamento di Joe Biden come 46esimo presidente degli Stati Uniti, la seconda nazione con le maggiori emissioni di CO2 dovrebbe ufficialmente rientrare nell’Accordo di Parigi, dopo la fuoriuscita voluta da Donald Trump. Un fattore che va combinato con gli impegni presi da Unione Europea, Cina, Giappone e Corea del Sud, con le tre potenze asiatiche che prevedono di diventare neutrali in termini di emissioni di carbonio entro pochi decenni.
LE AZIENDE INNOVATIVE
Il secondo motivo per cui rimanere ottimisti sulla lotta al cambiamento climatico, per il manager di Vontobel, è la presenza di molte aziende innovative pronte a combatterlo. Gli esempi non mancano: dalla svizzera Climateworks, che estrae carbonio dall’aria per seppellirlo in profondità nel terreno, alla californiana Equinix, società leader mondiale nella fornitura di capacità di data center, che punta a ricavare tutta la sua energia da fonti rinnovabili.
LA “MAREA RINNOVABILE”
In questo contesto, Dudle sottolinea come, secondo una ricerca di Credit Suisse, il piano per l’energia di Joe Biden potrebbe qualificarsi come una “marea rinnovabile” capace di sollevare tutti i settori correlati, dall’applicazione solare residenziale, ai contatori intelligenti, passando per le celle a combustibile a idrogeno e le utility che generano energia rinnovabile. In conclusione, per il manager di Vontobel non basterà investire in azioni “sostenibili” per salvare il mondo, ma i governi e le aziende di tutto il mondo sembrano ora più propensi a combinare gli sforzi e combattere insieme il cambiamento climatico.