inflazione

Schroders: inflazione bassa anche nel 2021

Keith Wade, Chief Economist and Strategist di Schroders, illustra i tre scenari più critici per l’aumento dei prezzi, ma giunge alla conclusione che i tassi rimarranno bassi ancora per un lungo periodo

8 Gennaio 2021 07:50

financialounge -  inflazione Keith Wade Morning News Scenari Schroders Tassi d'interesse
Le attuali valutazioni di mercato si basano sulla tesi che i tassi di interesse resteranno bassi o vicini allo zero per un tempo indefinito. Un concetto che, a sua volta, parte dall’ipotesi che l’inflazione aumenterà lentamente per raggiungere il 2% solo verso la fine del 2023. “Tuttavia, se si registrasse un’accelerazione dei prezzi al consumo, bisognerebbe rivedere le politiche sui tassi per i prossimi tre anni. Le banche centrali ridurrebbero la liquidità, i rendimenti delle obbligazioni inizierebbero a incorporare tassi più alti mentre gli investitori sarebbero costretti a riconsiderare le valutazioni azionarie: un contesto che creerebbe volatilità finanziaria e ribassi, sia per le azioni che per i bond”, tiene a specificare Keith Wade, Chief Economist and Strategist, Schroders.

L’INFLAZIONE È SOTTOSTIMATA


L’esperto, a questo proposito, ha individuato tre principali aspetti che potrebbero portare a un aumento dell’inflazione. “Il primo riguarda il modo in cui l’inflazione viene misurata. I ‘pesi’ utilizzati negli indici che determinano il carovita (CPI), sono basati sulle abitudini di spesa in tempi normali e pertanto non sono allineati alla realtà economica creata dal Covid-19. Si pensi , ad esempio, ai consumatori che hanno ridotto viaggi, trasferte e uscite, mentre hanno aumentato le spese in alimenti consumati a casa”, sottolinea Wade. Secondo le stime dell’FMI e i calcoli di Schroders, l’errore di misurazione negli USA vale circa lo 0,3-0,4% ma dovrebbe rientrare a mano a mano che le abitudini di spesa torneranno alla normalità nel 2021.

SPESE IN ECCESSO DA PARTE DELLE FAMIGLIE


La seconda fonte di preoccupazione è che l’aumento della disponibilità di liquidità possa generare un boom di spesa non appena si tornerà alla normalità: l’aumento della domanda spingerebbe i prezzi al rialzo. E’ importante notare che, mentre le fasce a reddito più basso hanno dovuto attingere alle proprie riserve per far fronte a perdita di lavoro e maggiori spese, l’aumento dei risparmi si è concentrato soprattutto tra i lavoratori più facoltosi e i pensionati. Queste due tipologie di consumatori sono anche quelle che tendono a spendere di meno e a conservare più a lungo i propri risparmi. Questo, secondo il manager di Schroders, vedrà calare gradualmente la liquidità in circolazione, senza mettere sotto pressione la capacità dell’economia e i prezzi al consumo.

UNO SHOCK SUL LATO DELL’OFFERTA


Il terzo aspetto analizzato da Wade riguarda invece il possibile impatto strutturale del Covid-19 sull’economia nel lungo periodo. L’ipotesi è che, in presenza di cambiamenti permanenti alle abitudini di spesa, si renderà necessaria una riallocazione delle risorse, con i lavoratori che dovranno spostarsi verso i settori più favoriti dalle nuove abitudini di spesa. La disoccupazione potrebbe mantenersi elevata per un certo tempo mentre la minaccia inflazionistica potrebbe concretizzarsi in un secondo momento.

L’ERRORE CHE BANCHE CENTRALI E GOVERNI NON DEVONO COMMETTERE


“Questo potrebbe verificarsi nel momento in cui le banche centrali e i governi considerassero la disoccupazione di natura ciclica invece che strutturale. Un eccesso di stimoli potrebbe generare inflazione, con la capacità di offerta dell’economia che non sarebbe così estesa come i dati sulla disoccupazione potrebbero suggerire”, spiega lo strategist di Schroders. Ciascuno di questi tre scenari esaminati ha una certa validità, tuttavia, secondo il Chief Economist and Strategist di Schroders, sebbene i mercati terranno nel dovuto conto i timori sull’inflazione, l’ipotesi della permanenza dei tassi bassi per un lungo periodo dovrebbe restare valida nel 2021 e, potenzialmente, anche dopo.

Trending