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Amundi: la Bce protegge l’Italia, la crisi può essere un’opportunità per gli investitori
Secondo Matteo Germano (Amundi) la Bce contribuirà a mantenere la volatilità sui governativi a livelli contenuti: l'aumento temporaneo dei rendimenti può servire ad incrementare l'esposizione
16 Gennaio 2021 08:30
Dopo che Italia Viva, partner minore della coalizione di governo italiana guidato dall'ex primo ministro Matteo Renzi si è tirato fuori, il ricorso a elezioni anticipate resta comunque improbabile, mentre il primo ministro Conte potrebbe trovare comunque i numeri per dar vita a un nuovo governo sempre guidato da lui, anche nella prospettiva di traghettare il Paese fino alle prossime elezioni. Lo rileva Matteo Germano, Head of Multi Asset CIO Italy di Amundi, secondo cui i mercati finanziari sembrano comunque reggere, con l'azione della BCE che contribuisce a mantenere la volatilità a livelli storicamente contenuti.
L’esperto di Amundi ricorda che la BCE ha ampliato il programma di acquisti per l’emergenza pandemica di altri 500 mld portandolo a un totale di 1.850 mld, estendendo anche la politica di reinvestimento. Secondo Germano, i fattori tecnici rimarranno solidi nel 2021, grazie agli acquisti della BCE e alle minori emissioni nette attese. Le valutazioni attuali sono ‘tirate’ e offrono margini limitati per un ulteriore restringimento dello spread BTP-Bund, ma in termini relativi i rendimenti italiani sono più interessanti di altri Paesi periferici.
Per questo Amundi rimane costruttiva sul debito sovrano italiano, e prevede che con la progressiva riduzione del premio al rischio, la curva dovrebbe appiattirsi e gli investitori dovrebbero posizionarsi su scadenze molte lunghe. Durante la durata della crisi, Germano prevede uno spread BTP-Bund nell'intervallo di 100-125 punti base, e ritiene che gli investitori sul mercato dei titoli di Stato italiani dovrebbero considerare eventuali ritracciamenti del mercato come un'opportunità per aumentare la propria esposizione.
Il tutto si colloca in uno scenario macro di bassa crescita potenziale e mancanza cronica di investimenti, che rappresenta è il tallone d'Achille dell'economia italiana. Il debito dell'Italia è detenuto per circa il 70% da investitori nazionali con solo il restante 30% in mani estere, mentre la quota detenuta dal Sistema europeo delle banche centrali è aumentata dal lancio del programma di allentamento quantitativo nel 2015 e si è attestata al 24% del debito negoziabile a settembre 2020. Amundi prevede che salirà a circa il 28 % entro fine 2021, a seguito degli acquisti della BCE, mentre si aspetta che il deficit pubblico raggiunga l'11,4% del PIL nel 2020, per poi scendere all'8,2% nel 2021.
Inoltre Germano sottolinea che la “Next Generation EU” rappresenta una svolta per la politica fiscale dell'UE e che possa stimolare la crescita dell'Italia in modo significativo nel medio/lungo termine. La pandemia accentuerà il divario sociale nel Paese mentre il tasso di risparmio ha raggiunto il 20% nel secondo trimestre del 2020, aumentando le disponibilità sui conti correnti. Secondo Amundi una parte di questo elevato risparmio sarà disponibile per essere investita nell'economia reale.
FATTORI TECNICI SOLIDI
L’esperto di Amundi ricorda che la BCE ha ampliato il programma di acquisti per l’emergenza pandemica di altri 500 mld portandolo a un totale di 1.850 mld, estendendo anche la politica di reinvestimento. Secondo Germano, i fattori tecnici rimarranno solidi nel 2021, grazie agli acquisti della BCE e alle minori emissioni nette attese. Le valutazioni attuali sono ‘tirate’ e offrono margini limitati per un ulteriore restringimento dello spread BTP-Bund, ma in termini relativi i rendimenti italiani sono più interessanti di altri Paesi periferici.
OPPORTUNITÀ DI AUMENTARE L’ESPOSIZIONE
Per questo Amundi rimane costruttiva sul debito sovrano italiano, e prevede che con la progressiva riduzione del premio al rischio, la curva dovrebbe appiattirsi e gli investitori dovrebbero posizionarsi su scadenze molte lunghe. Durante la durata della crisi, Germano prevede uno spread BTP-Bund nell'intervallo di 100-125 punti base, e ritiene che gli investitori sul mercato dei titoli di Stato italiani dovrebbero considerare eventuali ritracciamenti del mercato come un'opportunità per aumentare la propria esposizione.
DEBITO IN MANI DOMESTICHE
Il tutto si colloca in uno scenario macro di bassa crescita potenziale e mancanza cronica di investimenti, che rappresenta è il tallone d'Achille dell'economia italiana. Il debito dell'Italia è detenuto per circa il 70% da investitori nazionali con solo il restante 30% in mani estere, mentre la quota detenuta dal Sistema europeo delle banche centrali è aumentata dal lancio del programma di allentamento quantitativo nel 2015 e si è attestata al 24% del debito negoziabile a settembre 2020. Amundi prevede che salirà a circa il 28 % entro fine 2021, a seguito degli acquisti della BCE, mentre si aspetta che il deficit pubblico raggiunga l'11,4% del PIL nel 2020, per poi scendere all'8,2% nel 2021.
RISPARMIO DA DESTINARE ALL’ECONOMIA REALE
Inoltre Germano sottolinea che la “Next Generation EU” rappresenta una svolta per la politica fiscale dell'UE e che possa stimolare la crescita dell'Italia in modo significativo nel medio/lungo termine. La pandemia accentuerà il divario sociale nel Paese mentre il tasso di risparmio ha raggiunto il 20% nel secondo trimestre del 2020, aumentando le disponibilità sui conti correnti. Secondo Amundi una parte di questo elevato risparmio sarà disponibile per essere investita nell'economia reale.