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Dollaro oggetto del prossimo short squeeze? Perché è impossibile
Le posizioni ribassiste sul dollaro sono in crescita e alcuni siti americani hanno azzardato l’ipotesi che il biglietto verde possa diventare un nuovo caso GameStop
8 Febbraio 2021 10:56
È stata appena archiviata la storia dello ‘short squeeze’ su GameStop, che ha tenuto banco sui media ma senza impatti veri sul mercato, e già su qualche sito finanziario americano fa capolino un altro short squeeze, questa volta nientemeno che sul dollaro americano.
Da quando Joe Biden si è aggiudicato la Casa Bianca ormai 3 mesi fa si sono moltiplicate analisi e previsioni di decadimento del dollaro, provocata dalla massiccia spesa in debito americana per sostenere i trilioni in arrivo dello stimolo, con la Fed pronta a contrastare qualsiasi tensione sui tassi, e anche da una certa presunta stanchezza di Wall Street e da dati macro più deboli. Per qualche settimana il biglietto verde ha effettivamente puntato a Sud, soprattutto nei confronti dell’euro, ma poi è risalito verso 1,20. Questo ha spinto i trader del Forex a posizionarsi al ribasso, con posizioni short sul mercato dei futures che Reuters stima in 34 miliardi, ai massimi da un decennio.
La combinazione di un’ottima tenuta di Wall Street, di dati robusti sull’economia e di rendimenti sui T-bond a 10 e 30 anni che non ne vogliono sapere di abbassare la testa, ha preso i ribassisti in contropiede, e se decidessero di gettare la spugna e coprirsi darebbero una spinta ulteriore al dollaro. Basta per parlare di short squeeze? Non scherziamo, il forex è il mercato più grande del mondo, ogni giorno passano di mano 6.600 mld e la divisa di gran lunga più scambiata è il dollaro, che non è un penny stock.
POSIZIONI RIBASSISTE SUL DOLLARO
Da quando Joe Biden si è aggiudicato la Casa Bianca ormai 3 mesi fa si sono moltiplicate analisi e previsioni di decadimento del dollaro, provocata dalla massiccia spesa in debito americana per sostenere i trilioni in arrivo dello stimolo, con la Fed pronta a contrastare qualsiasi tensione sui tassi, e anche da una certa presunta stanchezza di Wall Street e da dati macro più deboli. Per qualche settimana il biglietto verde ha effettivamente puntato a Sud, soprattutto nei confronti dell’euro, ma poi è risalito verso 1,20. Questo ha spinto i trader del Forex a posizionarsi al ribasso, con posizioni short sul mercato dei futures che Reuters stima in 34 miliardi, ai massimi da un decennio.
IL DOLLARO NON È UN PENNY STOCK
La combinazione di un’ottima tenuta di Wall Street, di dati robusti sull’economia e di rendimenti sui T-bond a 10 e 30 anni che non ne vogliono sapere di abbassare la testa, ha preso i ribassisti in contropiede, e se decidessero di gettare la spugna e coprirsi darebbero una spinta ulteriore al dollaro. Basta per parlare di short squeeze? Non scherziamo, il forex è il mercato più grande del mondo, ogni giorno passano di mano 6.600 mld e la divisa di gran lunga più scambiata è il dollaro, che non è un penny stock.
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