Emirati Arabi Uniti
La sonda Hope degli Emirati Arabi ha raggiunto l'orbita di Marte
La missione spaziale degli Emirati Arabi Uniti ha raggiunto con successo l’orbita del Pianeta Rosso, poi toccherà a cinesi e americani
9 Febbraio 2021 17:32
La corsa verso Marte vivrà giorni intensi con ben tre missioni pronte a conquistare il Pianeta Rosso. La prima sonda a tagliare il traguardo è stata Hope, lanciata dagli Emirati Arabi Uniti, che intorno alle 16 di oggi ha effettuato la manovra per entrare nell’orbita di Marte, dove resterà per due anni.
La missione Hope (Al Amal, 'speranza' in arabo), rappresenta il debutto interplanetario degli Emirati Arabi Uniti, che con questa prima assoluta intendono aprire i festeggiamenti per i 50 anni della loro fondazione. Dopo un viaggio durato 205 giorni e 494 milioni di chilometri, la sonda si è inserita perfettamente nell'orbita di Marte eseguendo una complessa manovra in modo automatico. Grazie a questo successo, seguito su Twitter con l'hashtag #ArabsToMars, gli Emirati sono diventati i quinti ad avere una sonda intorno a Marte dopo Usa, Unione Sovietica, Agenzia spaziale europea e India. Nei prossimi tre mesi Hope eseguirà ulteriori manovre per posizionarsi nell'orbita finale compresa tra 28.000 e 43.000 chilometri di altitudine, distanza perfetta per portare a termine la sua missione: studiare la meteorologia e il clima del pianeta. La missione Hope è costata circa 200 milioni di dollari ed è condotta in collaborazione con l'Università del Colorado a Boulder.
Nel giro di dieci giorni raggiungeranno il Pianeta Rosso altre 2 sonde, una per conto della Cina (Tianwen-1), mentre il 18 febbraio toccherà alla missione della Nasa Mars 2020 con il rover "Perseverance". Un vero e proprio “assembramento spaziale” dovuto al fatto che la scorsa estate le tre sonde sono state lanciate a pochi giorni di distanza per approfittare della finestra temporale in cui Marte si trovava in posizione favorevole rispetto alla Terra, evento che si verifica ogni due anni.
MISSIONE HOPE
La missione Hope (Al Amal, 'speranza' in arabo), rappresenta il debutto interplanetario degli Emirati Arabi Uniti, che con questa prima assoluta intendono aprire i festeggiamenti per i 50 anni della loro fondazione. Dopo un viaggio durato 205 giorni e 494 milioni di chilometri, la sonda si è inserita perfettamente nell'orbita di Marte eseguendo una complessa manovra in modo automatico. Grazie a questo successo, seguito su Twitter con l'hashtag #ArabsToMars, gli Emirati sono diventati i quinti ad avere una sonda intorno a Marte dopo Usa, Unione Sovietica, Agenzia spaziale europea e India. Nei prossimi tre mesi Hope eseguirà ulteriori manovre per posizionarsi nell'orbita finale compresa tra 28.000 e 43.000 chilometri di altitudine, distanza perfetta per portare a termine la sua missione: studiare la meteorologia e il clima del pianeta. La missione Hope è costata circa 200 milioni di dollari ed è condotta in collaborazione con l'Università del Colorado a Boulder.
LE ALTRE MISSIONI
Nel giro di dieci giorni raggiungeranno il Pianeta Rosso altre 2 sonde, una per conto della Cina (Tianwen-1), mentre il 18 febbraio toccherà alla missione della Nasa Mars 2020 con il rover "Perseverance". Un vero e proprio “assembramento spaziale” dovuto al fatto che la scorsa estate le tre sonde sono state lanciate a pochi giorni di distanza per approfittare della finestra temporale in cui Marte si trovava in posizione favorevole rispetto alla Terra, evento che si verifica ogni due anni.
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