Alberto Cordara

Bank of America: con Draghi premier comprare i titoli delle banche italiane

BofA Securities vede un impatto positivo del calo dello spread che ha accompagnato l’arrivo del nuovo governo soprattutto sulle azioni bancarie, che beneficeranno anche del ritorno alla cedola

15 Febbraio 2021 12:17

financialounge -  Alberto Cordara banche italiane Bank of America daily news Mario Draghi Scenari
I titoli bancari italiani sono da comprare. Lo sostiene in una research BofA Securities secondo cui la caduta dello spread tra BTP e Bund che ha accompagnato l’arrivo del governo di Mario Draghi avrà l’effetto di ridurre il COE, vale a dire il Cost of Equity, beneficiando in particolare i titoli azionari del comparto finanziario che dovrebbero essere premiati con valutazioni più elevate. In quanto detentrici di grandi importi di BTP in portafoglio, le banche dovrebbero infatti registrare una riduzione del beta, vale a dire l’esposizione alle oscillazioni del mercato, con un effetto positivo sulle quotazioni destinato ad essere amplificato una volta che saranno eliminate le restrizioni ai dividendi, secondo BofA entro fine anno.

UN RAGGIO DI SPERANZA


BofA aveva già espresso il suo favore per la formazione di un governo Draghi, sostenendo che avrebbe costretto le forze politiche a un atteggiamento più costruttivo soprattutto nel dialogo con l’Europa, abbattendo ogni rischio residuale di “Italexit”. Secondo la grande istituzione americana, la caduta dello spread dovrebbe continuare, anche se in modo più graduale rispetto alla velocità del movimento iniziale misurato in quasi 40 punti base. Per BofA l’arrivo di Draghi vuol anche dire un ‘raggio di speranza’ per l’economia italiana nel suo complesso.

PERCHÉ DRAGHI FA BENE ALL’ITALIA


Questo, nell’analisi di BofA firmata da Alberto Cordara (Research Analyst), Chiara Angeloni (Europe Economist) e Erjon Satko (Rates Strategist), è dovuto principalmente a quattro motivi. Il primo è che Draghi sblocca un capitale politico non interamente dispiegato per fronteggiare e contrastare la crisi da Covid. In secondo luogo perché l’arrivo a Palazzo Chigi dell’ex capo della BCE aumenta la probabilità di un impiego tempestivo e efficiente delle risorse messe a disposizione dal Recovery Fund europeo, pari a circa il 10% del PIL su un arco di sei anni. Quindi perché rafforzerà la credibilità italiana negli sforzi per le riforme. Infine la statura dello stesso Draghi, che avrà un impatto anche al di fuori dei confini italiani, nel dibattito sulle regole fiscali che verranno adottate in futuro dall’Europa.

IL SUPPORTO DELLA BCE


La nuova stabilità politica, insieme all’implementazione degli investimenti del “New Generation EU” con il sostegno aggiuntivo di un robusto e prolungato quantitative easing della BCE, supportano la visione positiva di BofA. Il principale rischio di cui tenere conto è rappresentato da un’improvvisa impennata dell’inflazione, che farebbe salire violentemente il premio a breve termine su scala globale.

TUTTO GIOCA A FAVORE DELLE BANCHE


Tornando alle banche, BofA sottolinea che la combinazione di tutti i fattori positivi si tradurrà in una capitalizzazione più robusta, il che consentirà agli istituti di credito italiani di ricorrere con maggior facilità all’emissione di strumenti subordinati rendendo più agevole l’allineamento con i requisiti patrimoniali, e di praticare condizioni più favorevoli per il credito alla clientela corporate, contribuendo così ad abbassare i livelli di insolvenza. In questo modo sarà anche aiutata la dismissione di esposizioni non performanti di cui le banche volessero liberarsi.

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