Aberdeen Standard Investments
Azioni cinesi di Classe A, perché sono un’occasione da non mancare
Nicholas Yeo, Responsabile azionario Cina di Aberdeen Standard Investments, sottolinea che gli investitori che non hanno ancora esposizione su questo mercato rischiano di perdere un ottimo potenziale di crescita
25 Febbraio 2021 19:00
Le A-share cinesi rappresentano il secondo più grande mercato azionario al mondo, super liquido, caratterizzato da anomalie di prezzo e molto poco detenuto a livello di investitori globali. Chi non ha un'esposizione rischia però di perdere l'occasione per trarre vantaggio dal suo ottimo potenziale di crescita. I mercati cinesi dei capitali hanno continuato a funzionare estremamente bene nonostante un 2020 difficile, e l’'aumento della partecipazione estera, incentivata da opportunità di crescita strutturale, corrobora la preferenza per le A-share cinesi.
Lo sottolinea Nicholas Yeo, Responsabile azionario Cina, Aberdeen Standard Investments, ricordando che la Cina è anche il secondo mercato azionario più grande del mondo, con una capitalizzazione superiore a 10.000 miliardi di dollari, di cui però le A-share rappresentano appena lo 0,6% dell'indice MSCI All Countries World. Fino a poco tempo fa, il mercato onshore cinese era difficilmente accessibile dagli investitori globali, ma negli ultimi anni ha beneficiato di una considerevole apertura e liberalizzazione, e ora i fornitori di indici stanno gradualmente introducendo le A-share cinesi nei propri benchmark globali.
Perché investire in Cina? Per Yeo la risposta è semplicemente “la crescita”. L'economia cinese è sempre più autosufficiente, trainata da fattori endogeni come i consumi interni, mentre i mercati dei capitali hanno continuato a funzionare relativamente bene lo scorso anno, nonostante la pandemia e le tensioni geopolitiche. Il turismo ha registrato un rimbalzo, i consumi interni di fascia più alta stanno recuperando terreno e la ripartenza economica offre agli investitori maggiore chiarezza sulle prospettive di utile delle aziende cinesi.
Resta l'incognita sulle tensioni con gli Stati Uniti e con la presidenza Biden, ma Yeo osserva che l'assertività di Pechino nel gestire i rapporti con gli USA trova ragion d'essere anche nei cambiamenti del suo modello economico, sempre più autosufficiente, trainato principalmente dal fiorente mercato nazionale dei consumi. Incentivare la domanda interna è un pilastro del processo per riorientare l'economia del paese verso i consumi e i servizi, anche se il mercato resta aperto alla partecipazione internazionale. Gli economisti del Research Institute di Aberdeen Standard Investments stimano che il PIL cinese supererà quello statunitense entro il 2035.
Quali sono i fattori trainanti delle A-share cinesi? Yeo ritiene che l'aumento del reddito farà crescere la domanda di prodotti sanitari, servizi di gestione patrimoniale, polizze assicurative, prodotti e servizi di lusso. Inoltre, fattori di crescita strutturale come l'adozione di energie rinnovabili, le applicazioni cloud, il 5G, l'e-commerce e l'intelligenza artificiale mantengono intatta la loro forza. Le rinnovabili in particolare non sono mai state così convenienti e la Cina ha un ruolo dominante nelle catene di fornitura globali per energia verde e batterie per auto elettriche.
Inoltre, osserva in conclusione della sua analisi l’esperto di Aberdeen Standard Investments, gli scambi sul mercato delle A-share continuano a essere trainati dagli investitori retail cinesi, più propensi ad essere influenzati dai titoli di giornale che non dai fondamentali societari. Ne consegue un contesto favorevole per chi invece seleziona i titoli in modo attivo, poiché è in condizione di sfruttare le eventuali anomalie di prezzo, che sono un fatto abbastanza comune.
ANCORA POCO PESATE NEGLI INDICI GLOBALI
Lo sottolinea Nicholas Yeo, Responsabile azionario Cina, Aberdeen Standard Investments, ricordando che la Cina è anche il secondo mercato azionario più grande del mondo, con una capitalizzazione superiore a 10.000 miliardi di dollari, di cui però le A-share rappresentano appena lo 0,6% dell'indice MSCI All Countries World. Fino a poco tempo fa, il mercato onshore cinese era difficilmente accessibile dagli investitori globali, ma negli ultimi anni ha beneficiato di una considerevole apertura e liberalizzazione, e ora i fornitori di indici stanno gradualmente introducendo le A-share cinesi nei propri benchmark globali.
LA CRESCITA PRIMO MOTIVO PER INVESTIRE
Perché investire in Cina? Per Yeo la risposta è semplicemente “la crescita”. L'economia cinese è sempre più autosufficiente, trainata da fattori endogeni come i consumi interni, mentre i mercati dei capitali hanno continuato a funzionare relativamente bene lo scorso anno, nonostante la pandemia e le tensioni geopolitiche. Il turismo ha registrato un rimbalzo, i consumi interni di fascia più alta stanno recuperando terreno e la ripartenza economica offre agli investitori maggiore chiarezza sulle prospettive di utile delle aziende cinesi.
L’INCOGNITA DEI RAPPORTI CON GLI USA
Resta l'incognita sulle tensioni con gli Stati Uniti e con la presidenza Biden, ma Yeo osserva che l'assertività di Pechino nel gestire i rapporti con gli USA trova ragion d'essere anche nei cambiamenti del suo modello economico, sempre più autosufficiente, trainato principalmente dal fiorente mercato nazionale dei consumi. Incentivare la domanda interna è un pilastro del processo per riorientare l'economia del paese verso i consumi e i servizi, anche se il mercato resta aperto alla partecipazione internazionale. Gli economisti del Research Institute di Aberdeen Standard Investments stimano che il PIL cinese supererà quello statunitense entro il 2035.
CINA DOMINANTE NELLE RINNOVABILI
Quali sono i fattori trainanti delle A-share cinesi? Yeo ritiene che l'aumento del reddito farà crescere la domanda di prodotti sanitari, servizi di gestione patrimoniale, polizze assicurative, prodotti e servizi di lusso. Inoltre, fattori di crescita strutturale come l'adozione di energie rinnovabili, le applicazioni cloud, il 5G, l'e-commerce e l'intelligenza artificiale mantengono intatta la loro forza. Le rinnovabili in particolare non sono mai state così convenienti e la Cina ha un ruolo dominante nelle catene di fornitura globali per energia verde e batterie per auto elettriche.
SFRUTTARE LE ANOMALIE DI PREZZO
Inoltre, osserva in conclusione della sua analisi l’esperto di Aberdeen Standard Investments, gli scambi sul mercato delle A-share continuano a essere trainati dagli investitori retail cinesi, più propensi ad essere influenzati dai titoli di giornale che non dai fondamentali societari. Ne consegue un contesto favorevole per chi invece seleziona i titoli in modo attivo, poiché è in condizione di sfruttare le eventuali anomalie di prezzo, che sono un fatto abbastanza comune.