azionario
Schroders: azionario favorito nonostante l’inflazione
È il posizionamento proposto dalla multinazionale, che preferisce il segmento value rispetto a growth e le small cap USA rispetto alle large cap. In generale il contesto reflazionistico è favorevole agli asset a rischio
25 Febbraio 2021 07:50
Il termine inflazione torna alla ribalta e provoca qualche timore tra gli investitori che si chiedono quale è il miglior posizionamento nella prospettiva di un rialzo dei prezzi al consumo che sembra anticipata, soprattutto negli Stati Uniti, dalla dinamica al rialzo dei rendimenti del debito federale sulle scadenze più lunghe. Ben Popatlal, Multi-Asset Strategist di Schroders, sottolinea che bisogna in primo luogo considerare che una reflazione è positiva per gli asset rischiosi e negativa per i bond, via via che l’inflazione si muove verso il target della Fed del 2%.
Di conseguenza, secondo l’esperto di Schroders, la composizione di portafoglio ottimale dipenderà dal tipo di scenario inflazionistico che si svilupperà. Al momento Popatlal non teme particolarmente un’inflazione incontrollata, quindi è per un portafoglio basato su uno scenario di reflazione, cioè un contesto di inflazione moderata con crescita economica. Questo portafoglio dovrebbe sovrappesare l’azionario, in particolare la componente value rispetto al growth e le small-cap USA rispetto alle large-cap, con un sottopeso sull’obbligazionario, favorendo i bond inflation-linked rispetto alle obbligazioni nominali, e una posizione lunga sulle commodity.
Sean Markowicz, CFA, Strategist, Research and Analytics di Schroders osserva più in generale che le restrizioni agli spostamenti e le ampie spese pubbliche hanno fatto sì che i consumatori siano riusciti a risparmiare più del previsto, con una domanda repressa che potrebbe portare a un boom di consumi. Al tempo stesso però, prosegue Markowicz, i lockdown hanno imposto la chiusura di diversi business, messo alla prova la capacità in alcuni settori e distrutto alcune parti delle catene di approvvigionamento, per cui se la domanda crescerà più rapidamente della ripresa dell’offerta, potremmo vedere un rimbalzo nei prezzi.
I mercati stanno lentamente prendendo consapevolezza di questa possibilità. Secondo l’esperto di Schroders, le aspettative sull’inflazione, misurate secondo la differenza di rendimento tra i Treasury USA nominali e quelli protetti dall’inflazione, "sono rimbalzate bruscamente rispetto ai minimi toccati durante la pandemia e si trovano ora su livelli superiori rispetto alla media del 2% degli ultimi dieci anni.”
NESSUNA INFLAZIONE INCONTROLLATA
Di conseguenza, secondo l’esperto di Schroders, la composizione di portafoglio ottimale dipenderà dal tipo di scenario inflazionistico che si svilupperà. Al momento Popatlal non teme particolarmente un’inflazione incontrollata, quindi è per un portafoglio basato su uno scenario di reflazione, cioè un contesto di inflazione moderata con crescita economica. Questo portafoglio dovrebbe sovrappesare l’azionario, in particolare la componente value rispetto al growth e le small-cap USA rispetto alle large-cap, con un sottopeso sull’obbligazionario, favorendo i bond inflation-linked rispetto alle obbligazioni nominali, e una posizione lunga sulle commodity.
POSSIBILE BOOM DEI CONSUMI
Sean Markowicz, CFA, Strategist, Research and Analytics di Schroders osserva più in generale che le restrizioni agli spostamenti e le ampie spese pubbliche hanno fatto sì che i consumatori siano riusciti a risparmiare più del previsto, con una domanda repressa che potrebbe portare a un boom di consumi. Al tempo stesso però, prosegue Markowicz, i lockdown hanno imposto la chiusura di diversi business, messo alla prova la capacità in alcuni settori e distrutto alcune parti delle catene di approvvigionamento, per cui se la domanda crescerà più rapidamente della ripresa dell’offerta, potremmo vedere un rimbalzo nei prezzi.
APETTATIVE RIMBALZATE
I mercati stanno lentamente prendendo consapevolezza di questa possibilità. Secondo l’esperto di Schroders, le aspettative sull’inflazione, misurate secondo la differenza di rendimento tra i Treasury USA nominali e quelli protetti dall’inflazione, "sono rimbalzate bruscamente rispetto ai minimi toccati durante la pandemia e si trovano ora su livelli superiori rispetto alla media del 2% degli ultimi dieci anni.”