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Nessuna inflazione incontrollata: tassi reali in rialzo, ma sempre negativi

Il focus adesso è sull’inflazione e sul rialzo dei rendimenti obbligazionari. Nel frattempo emergono interessanti occasioni nel credito distressed mentre l’apertura dei mercati cinesi dischiude opportunità nei bond locali

1 Marzo 2021 10:49

financialounge -  GAM Hedge Invest Sgr Natixis IM Pictet Am Schroders

FOCUS SULL’INFLAZIONE


L’area europea è stata piuttosto contrastata nei primi due mesi del 2021 ed ha sofferto l’impatto negativo del rischio Covid su due fronti: da un lato il rischio mutazioni e relativi dubbi riguardo all’efficacia dei vaccino sino ad ora approvati, dall’altro l’andamento di una campagna vaccinale sino ad ora fallimentare. Nell’ultima settimana di febbraio, l’attenzione degli investitori si è focalizzata sull’inflazione. Come si legge nell’articolo Pictet: “La ripresa sarà trainata da Usa e Cina”, per Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset di Pictet Asset Management e Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management “le aspettative di inflazione sono rientrate su livelli pre-crisi ed eventuali rimbalzi pronunciati dell’inflazione realizzata (oltre agli attesi effetti base) potrebbero mettere in discussione il paradigma dei tassi bassi a lungo”. Per questo, le banche centrali, a partire dalla Fed, potrebbero essere indotte ad agire sui tassi reali, mettendo pressione sugli attivi azionari.

NESSUNA INFLAZIONE INCONTROLLATA


Come fa notare Ben Popatlal, Multi-Asset Strategist di Schroders, nell’articolo Schroders: azionario favorito nonostante l’inflazione, bisogna in primo luogo considerare che una reflazione è positiva per gli asset rischiosi e negativa per i bond, via via che l’inflazione si muove verso il target della Fed del 2%. Di conseguenza, secondo l’esperto di Schroders, la composizione di portafoglio ottimale dipenderà dal tipo di scenario inflazionistico che si svilupperà. Al momento Popatlal non teme particolarmente un’inflazione incontrollata, quindi è per un portafoglio basato su uno scenario di reflazione, cioè un contesto di inflazione moderata con crescita economica. Questo portafoglio dovrebbe sovrappesare l’azionario, in particolare la componente value rispetto al growth e le small-cap USA rispetto alle large-cap, con un sottopeso sull’obbligazionario, favorendo i bond inflation-linked rispetto alle obbligazioni nominali, e una posizione lunga sulle commodity.

TASSI REALI IN RIALZO MA SEMPRE NEGATIVI


La linea di difesa dei “tassi reali” mantiene comunque un significato simbolico e di sostanza, perché la Fed tollera un aumento graduale dei tassi nominali, se accompagnato da crescita e inflazione, ma non gradisce movimenti dei tassi reali, che peggiorano le condizioni monetarie del sistema e la sostenibilità del debito a lungo termine. Per questo, sottolinea nell’articolo Tassi Usa e azioni, sbagliato inseguire la volatilità Antonio Anniballe, gestore del team Multi Asset Italia di GAM SGR, il passaggio del tasso reale decennale dai minimi storici di -1,1% a -0,8% in pochi giorni ha comprensibilmente provocato qualche fibrillazione, accelerando “reflationary trade” e rotazioni settoriali. Improvvisamente le valutazioni dei titoli tecnologici sono state messe in discussione, mentre altrettanto improvvisamente alcuni fra i titoli legati a turismo e viaggi hanno guadagnato il 20% circa in quattro sedute. Secondo l’esperto di GAM SGR forse è il momento di fare un po’ di ordine, ricordando che il movimento delle curve dei tassi non è destinato ad avvenire linearmente, ma vivrà fasi di consolidamento, in funzione dei dati. Ad esempio, mentre il recupero dell’economia statunitense procede a vele spiegate, il mercato del lavoro e la fiducia dei consumatori invece mostrano valori poco rassicuranti, che potranno ritardare anche di molto l’alleggerimento degli stimoli monetari da parte della Fed. Inoltre, segnala in conclusione Anniballe, il rialzo delle curve non è un processo caotico, controllato solo dalle forze di mercato, ma è gestito in qualche misura proprio dalla Banca Centrale, attore importante nelle dinamiche di domanda e offerta.

AL MOMENTO OPPORTUNITÀ ECCEZIONALI SUL CREDITO DISTRESSED


Nell’articolo Come sfruttare la ripresa investendo in obbligazioni Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit Fund di Hedge Invest Sgr, rivela che ha un posizionamento tattico su alcune opportunità di tipo ‘special situation’ nell’ambito delle materie prime, in particolare acciaio, fibre di carbonio e metalli di silicone. E’ inoltre al rialzo sui crediti ‘stressed’ colpiti dal Covid-19 che crede possano recuperare e ottenere buoni risultati in un’economia semi-aperta. E’ invece ribassista sulle aziende per le quali le tempistiche delle riaperture saranno critiche dal punto di vista della liquidità. Il gestore del fondo HI Numen Credit Fund di Hedge Invest Sgr, rivela infine una view estremamente positiva e costruttiva sull’area del credito stressed-distressed, dove vede, al momento, opportunità eccezionali mentre è molto cauto sul credito investment grade e mantiene posizioni al ribasso su diversi titoli, in particolare nel comparto oil&gas.

L’AMMINISTRAZIONE BIDEN E LA CONTRAPPOSIZIONE CON LA CINA


Anche Esty Dwek, Head of Global Macro Strategy di Natixis Investment Managers, mette in guardia dai rischi di inflazione, causata dai forti stimoli fiscali in corso. La manager teme anche che la Federal Reserve cominci a richiamare il concetto di tapering prima del previsto. Ciò causerebbe una reazione eccessiva da parte dei mercati obbligazionari, con i rendimenti che si alzerebbero, ma non abbastanza per impedire la sofferenza dei listini, che fanno affidamento su miglioramenti della crescita e degli utili. Dwek, nell’articolo Ecco i dieci rischi da non sottovalutare nel 2021 secondo Natixis si concentra inoltre sulla situazione politica negli Stati Uniti, con le lotte intestine tra democratici moderati e progressisti e i timori riguardo al mandato di Biden che potrebbero portare a tensioni interne, agitando i mercati. Il manager di Natixis ricorda poi che, con la nuova amministrazione, la guerra commerciale con la Cina potrebbe migliorare, ma certamente non finire. Attenzione anche alle relazioni internazionali: le tensioni in Medio Oriente e la prossima tornata elettorale in Europa potrebbero innescare volatilità.

APERTURA DEI MERCATI CINESI ALLA FINANZA GLOBALE


Resta il fatto, come fanno notare nell’articolo Cina condannata a crescere anche come potenza finanziaria gli esperti di GAM, che la Cina si sta impegnando nell’apertura dei mercati finanziari, come mostra la decisione della belga Euroclear e della Shanghai Clearing House di unire le forze per creare il programma di obbligazioni Yulan, una partnership che rafforza l’impegno dell’Europa per sviluppare ulteriormente i mercati finanziari in Asia e farli avanzare nella catena del valore. È significativo che l’iniziativa sia nata fuori dagli Stati Uniti, perché offre agli investitori europei un’esposizione al mercato cinese del reddito fisso in rapida crescita, mentre per le aziende di Pechino si aprono canali di finanziamento aggiuntivi e diversificati.

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