Asia
Perché è il momento giusto per investire in Asia e in Cina
Luca Paolini, Chief Strategist di Pictet Asset Management, illustra i motivi che dovrebbero spingere l’investitore globale a posizionarsi con meno esitazioni su un’area che racchiude molto valore
5 Marzo 2021 07:50
I mercati finanziari di Cina e Asia in generale racchiudono un enorme potenziale, ma gli investitori globali continuano a mantenere una certa cautela, che non trova molte giustificazioni, né nei fondamentali economici e societari, né nelle previsioni per il futuro. L’Asia in generale e la Cina in particolare sono infatti destinate a beneficiare della forte crescita del commercio intraregionale e della spinta all’innovazione, in una regione fortemente dinamica. Al tutto si aggiunge una crescente attenzione di imprese e governi ai fattori ESG e un ruolo sempre più affidabile del renminbi. Il tema è stato affrontato in un webinar di Pictet Asset Management durante il quale Luca Paolini, Chief Strategist di Pictet Asset Management, ha illustrato la view della casa su mercati asiatici e Cina in particolare.
Le ragioni per cui gli investitori dovrebbero guardare con maggiore fiducia all’Asia e alla Cina in particolare sono molte. Paolini ha citato in particolare le caratteristiche superiori di crescita a lungo termine degli asset core supportate da una crescita del PIL asiatico che nel 2045 rappresenterà oltre la metà di quello dell’intero pianeta. Ciononostante la regione è ancora sotto rappresentata negli indici benchmarks e nei portafogli dei fondi di investimento, sia globali sia dedicati al mondo emergente, a dispetto di un track record di forte redditività negli ultimi due decenni.
Paolini ha poi citato una serie di trend positivi in atto, da modelli di crescita più bilanciati, a tassi di risparmio in caduta che favoriscono i consumi, con la Cina sempre meno sostenuta dal debito e sempre più dalla domanda interna, mentre gli scambi commerciali continuano a essere un potente motore di crescita. A questo si aggiunge l’innovazione tecnologica che vede l’Asia diretta a colmare il divario con gli USA e a diventare leader nella transizione all’energia pulita. Per l’investitore, l’emergere di una classe media asiatica continua a rappresentare un’opportunità unica, mentre il renminbi si accredita sempre più come moneta di riserva globale. Anche la produttività asiatica si sta avvicinando ai livelli dei paesi avanzati.
L’esperto di Pictet AM ha spiegato anche perché è il momento giusto per investire in Asia, indicando la capacità mostrata di affrontare e gestire la pandemia meglio di altre regioni tornando prima alla normalizzazione, con la Cina uscita addirittura rafforzata dalla crisi. Inoltre, le valutazioni azionarie sembrano ragionevoli pur offrendo migliori prospettive di redditività: nonostante un mix settoriale simile, le aziende asiatiche quotate scambiano a uno sconto significativo. Sul fronte del reddito fisso, inoltre, specialmente I titoli del debito sovrano cinese offrono rendimenti attraenti e la possibilità di diversificare in un mondo dominato da tassi d’interesse bassissimi.
Ad aiutare le economie emergenti asiatiche contribuisce anche un dollaro strutturalmente più debole. In conclusione, Paolini ha sottolineato che gli asset cinesi sono destinati a trovare supporto grazie all’inclusione crescente all’interno degli indici benchmark e alle allocazioni di portafoglio da parte di investitori istituzionali. Al tutto si aggiunge una crescente attenzione e sensibilità a livello politico e aziendale ai fattori ESG, che rappresentano un forte vento in poppa.
Guardando oltre la Cina e l’Asia emergente, Pictet AM mantiene anche un sovrappeso sull’azionario giapponese, che dovrebbe beneficiare della ripresa degli scambi globali. La casa ginevrina prevede che gli utili delle aziende giapponesi crescano quest’anno di un robusto 33%, più dell’universo emergente e anche della media globale. Pictet AM sottolinea anche le prospettive positive per i bond cinesi denominati in renminbi, che restano molto a buon mercato e sono particolarmente attraenti anche per le prospettive di rivalutazione della moneta cinese, soprattutto su dollaro.
Per approfondimenti su investimenti e strategie a cura di Pictet Asset Management è possibile visitare il sito corporate e il blog di cultura finanziaria Pictet per Te.
OLTRE LA METÀ DEL PIL DEL PIANETA
Le ragioni per cui gli investitori dovrebbero guardare con maggiore fiducia all’Asia e alla Cina in particolare sono molte. Paolini ha citato in particolare le caratteristiche superiori di crescita a lungo termine degli asset core supportate da una crescita del PIL asiatico che nel 2045 rappresenterà oltre la metà di quello dell’intero pianeta. Ciononostante la regione è ancora sotto rappresentata negli indici benchmarks e nei portafogli dei fondi di investimento, sia globali sia dedicati al mondo emergente, a dispetto di un track record di forte redditività negli ultimi due decenni.
TREND POSITIVI IN ATTO
Paolini ha poi citato una serie di trend positivi in atto, da modelli di crescita più bilanciati, a tassi di risparmio in caduta che favoriscono i consumi, con la Cina sempre meno sostenuta dal debito e sempre più dalla domanda interna, mentre gli scambi commerciali continuano a essere un potente motore di crescita. A questo si aggiunge l’innovazione tecnologica che vede l’Asia diretta a colmare il divario con gli USA e a diventare leader nella transizione all’energia pulita. Per l’investitore, l’emergere di una classe media asiatica continua a rappresentare un’opportunità unica, mentre il renminbi si accredita sempre più come moneta di riserva globale. Anche la produttività asiatica si sta avvicinando ai livelli dei paesi avanzati.
PERCHÉ È IL MOMENTO GIUSTO
L’esperto di Pictet AM ha spiegato anche perché è il momento giusto per investire in Asia, indicando la capacità mostrata di affrontare e gestire la pandemia meglio di altre regioni tornando prima alla normalizzazione, con la Cina uscita addirittura rafforzata dalla crisi. Inoltre, le valutazioni azionarie sembrano ragionevoli pur offrendo migliori prospettive di redditività: nonostante un mix settoriale simile, le aziende asiatiche quotate scambiano a uno sconto significativo. Sul fronte del reddito fisso, inoltre, specialmente I titoli del debito sovrano cinese offrono rendimenti attraenti e la possibilità di diversificare in un mondo dominato da tassi d’interesse bassissimi.
DOLLARO DEBOLE E FATTORI ESG
Ad aiutare le economie emergenti asiatiche contribuisce anche un dollaro strutturalmente più debole. In conclusione, Paolini ha sottolineato che gli asset cinesi sono destinati a trovare supporto grazie all’inclusione crescente all’interno degli indici benchmark e alle allocazioni di portafoglio da parte di investitori istituzionali. Al tutto si aggiunge una crescente attenzione e sensibilità a livello politico e aziendale ai fattori ESG, che rappresentano un forte vento in poppa.
SOVRAPPESO ANCHE SUL GIAPPONE
Guardando oltre la Cina e l’Asia emergente, Pictet AM mantiene anche un sovrappeso sull’azionario giapponese, che dovrebbe beneficiare della ripresa degli scambi globali. La casa ginevrina prevede che gli utili delle aziende giapponesi crescano quest’anno di un robusto 33%, più dell’universo emergente e anche della media globale. Pictet AM sottolinea anche le prospettive positive per i bond cinesi denominati in renminbi, che restano molto a buon mercato e sono particolarmente attraenti anche per le prospettive di rivalutazione della moneta cinese, soprattutto su dollaro.
Per approfondimenti su investimenti e strategie a cura di Pictet Asset Management è possibile visitare il sito corporate e il blog di cultura finanziaria Pictet per Te.