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È il momento giusto per investire in Asia e nei ciclici fuori dagli Usa

Il prezzo del petrolio aiuta i mercati emergenti all’interno dei quali la Cina evidenzia una marcia in più. Focus sui dividendi, se sostenibili, e sui settori chimico, materie prime e semiconduttori

8 Marzo 2021 11:07

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UN AIUTO ALLA RUSSIA DAL PREZZO DEL PETROLIO


Il FMI recentemente ha alzato in modo significativo le previsioni del PIL per la Russia al 3% per il 2021 e al 3,9% per il 2022. Sebbene ci sia il rischio di tensioni politiche legate alle recenti proteste sulla scia dell’arresto dell’esponente di opposizione Navalny e per la crescente insoddisfazione generale di molti cittadini per la situazione economica e politica,
un aiuto può arrivare dal prezzo del petrolio. Il team CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management, nell’articolo Mercati emergenti: non solo Cina, buone prospettive anche per la Russia, ritiene che l’economia russa potrebbe essere aiutata in questa fase dal recente forte aumento del prezzo del petrolio. Anche se una parte del recupero delle quotazioni potrebbe essere dovuta alle condizioni meteorologiche ed essere quindi temporanea, nel complesso le prospettive per le esportazioni di petrolio e gas della Russia sono chiaramente migliorate. Questo trend positivo potrebbe aiutare anche il rublo, dando anche una mano alla banca centrale nella sua lotta all’inflazione e magari supportando le quotazioni delle azioni russe. Il team CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management osserva al proposito che il mercato azionario di Mosca a gennaio ha ceduto leggermente, ma a febbraio è già di nuovo salito ai massimi storici.

PERCHÉ È IL MOMENTO GIUSTO DI INVESTIRE IN ASIA


Restando nell’ambito dei mercati emergenti, nell’articolo Perché è il momento giusto per investire in Asia e in Cina, Luca Paolini, Chief Strategist di Pictet Asset Management ha spiegato perché l’Asia rappresenta adesso la prima scelta d’investimento. Ha indicato, innanzitutto, la capacità mostrata di affrontare e gestire la pandemia meglio di altre regioni tornando prima alla normalizzazione, con la Cina uscita addirittura rafforzata dalla crisi. Inoltre, le valutazioni azionarie sembrano ragionevoli pur offrendo migliori prospettive di redditività: nonostante un mix settoriale simile, le aziende asiatiche quotate scambiano a uno sconto significativo. Sul fronte del reddito fisso, invece, i titoli del debito sovrano cinese offrono rendimenti attraenti e la possibilità di diversificare in un mondo dominato da tassi d’interesse bassissimi.

AZIONI CINA SOTTORAPRESENTATE NEGLI INDICI GLOBALI


Per Julian Howard, Lead Investment Director, Multi Asset Portfolios di GAM Investments, l’attrazione delle azioni cinesi è data anche dalla loro sottorappresentazione negli indici mondiali rispetto alla dimensione dell’economia. A fine 2020, la Cina pesava per poco più del 5% nell’indice MSCI AC World nonostante l’economia rappresentasse il 17% del totale globale. Questo è probabilmente, come si legge nell’articolo Azioni cinesi attraenti, bisogna posizionarsi per tempo, uno dei motivi più convincenti per detenere azioni cinesi nel tempo, visto che ad esempio gli Stati Uniti hanno un peso vicino al 60% nell’indice MSCI AC World nonostante costituiscano poco meno di un quarto dell’economia mondiale.
Diversi fattori suggeriscono volatilità e possibili sorprese per gli investitori, ma se il motivo intrinseco per investire in azioni cinesi si basa sulla crescita dell’economia e sulla sottorappresentazione dei mercati dei capitali, gli investitori potrebbero semplicemente detenere più azioni cinesi dell’MSCI AC World per battere l’indice e mantenere la struttura di quel sovrappeso. Oppure optare per l’esposizione all’indice MSCI China, rappresentata da azioni A share onshore, H share quotate a Hong Kong, e American Depositary Receipts quotati negli Stati Uniti. Ma la concentrazione di azioni in quell’indice è alta, con i primi 10 titoli che rappresentano il 50% grazie a grandi nomi come Alibaba e Tencent.

OPPORTUNITÀ CICLICHE FUORI DAGLI USA


Allargando l’orizzonte, Schroders indica quattro motivi per cui potremmo essere vicini alla fine dell’eccezionalismo del mercato azionario americano e ritiene che gli investitori dovrebbero diversificare favorendo le piazze emergenti. Nell’articolo Azioni: non solo Wall Street, per Schroders è ora di cominciare a diversificare Sean Markowicz, CFA, Strategist, Research and Analytics di Schroders cita quattro motivi a supporto di questa tesi: il fattore ciclico, le valutazioni, la presidenza Biden e la concentrazione del mercato americano. Le opportunità cicliche sono fuori dai mercati statunitensi, poiché l’azionario non-USA ha un’esposizione molto maggiore a settori come energia, industria e materiali, che tendono a performare bene in una fase di ripresa come quella che sta iniziando. Il mercato azionario degli Stati Uniti è costituito solo per il 37% da settori ciclici, mentre il resto del mondo vanta un 55%, e la minore esposizione implica che le azioni statunitensi difficilmente rimbalzeranno tanto quanto i peer globali.

FOCUS SU MATERIE PRIME, CHIMICA E SEMICONDUTTORI


Secondo il team Fundamental Equities di BlackRock ci sono valutazioni interessanti nei settori industriali, delle materie prime, il chimico e dei semiconduttori, caratterizzati da un offerta bassa a causa della domanda dei veicoli elettrici: in questi settori BlackRock vede una sottovalutazione che non considera ancora la spinta della crescita globale nei prossimi due o tre anni. Questo, aggiunge Nigel Bolton, Co-Chief Investment Officer, Fundamental Equities BlackRock, nell’articolo BlackRock vede un boom dei consumi nel 2022: ecco su quali settori puntare, potrebbe tradursi in un incremento degli utili in Europa e nei mercati emergenti superiore a quello degli Stati Uniti. Dal momento che, come fa notare il manager di BlackRock, non siamo in presenza di una classica recessione, i trend strutturali dell’ultimo decennio dovrebbero continuare a beneficiare dell’accelerazione imposta dalla pandemia e a rimanere centrali nel mercato: premiate saranno le società di e-commerce, le aziende attive nei processi di digitalizzazione e alcune compagnie di gaming in Asia.

DIVIDENDI, DUE LEZIONI PER IL FUTURO


Infine, nell’articolo Tornano i dividendi, attenzione che siano sostenibili Jonathan Crown, gestore azionario globale di Columbia Threadneedle Investments, sottolinea che non tutte le aziende torneranno alle cedole ma soprattutto che l’investitore dovrà verificare che siano sostenibili nel tempo. Columbia Threadneedle Investments trae due lezioni importanti della pandemia sul tema dividendi. La prima è che la sostenibilità dei rendimenti è cruciale, ancor di più in tempi di crisi. Le società che operano in settori interessati da sfide strutturali o ciclici, con bilanci fortemente indebitati, sono le più esposte, e questo rafforza la preferenza per società che offrono redditi e crescita sostenibili. La seconda è che la pandemia potrebbe modificare la composizione dei rendimenti del capitale nei prossimi anni. Molti hanno colto l’occasione per ricalibrare i dividendi e in generale la remunerazione del capitale, e questo potrebbe essere un lascito duraturo della pandemia.

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