banche centrali

High Yield e debito emergente favoriti nonostante i tassi in rialzo

Il Bond Bulletin del team Global Fixed Income, Currency and Commodities di J.P. Morgan Asset Management sottolinea che le banche centrali terranno a freno i rendimenti favorendo i settori a spread come High Yield

10 Marzo 2021 21:00

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La tendenza al rialzo dei tassi ha accelerato a fine febbraio, cogliendo di sorpresa il mercato che si chiede quanto le Banche Centrali siano disposte a tollerare prima di agire. Per gli investitori obbligazionari vuol dire che possono attendersi un rialzo dei rendimenti, dati i progressi sul fronte delle vaccinazioni, i continui segnali di ripresa economica e le attese di maggiore inflazione. Questo comporta anche irripidimenti della curva o posizionamenti al ribasso sui tassi. Ma per il momento le Banche Centrali terranno a freno i tassi, e per questo la preferenza continua a andare ai settori a spread, meno sensibili ai tassi d’interesse, e il contesto attuale giocherà a favore del segmento High Yield e di alcuni Mercati Emergenti.

LE BANCHE CENTRALI POTREBBERO INTERVENIRE


Sono le conclusioni dell’analisi del Bond Bulletin settimanale del team Global Fixed Income, Currency and Commodities di J.P. Morgan Asset Management, ricordando che nell’ultima settimana di febbraio le Banche Centrali hanno gettato benzina sul fuoco riconducendo il rialzo dei tassi al miglioramento della crescita e astenendosi dall’intervenire. A questo punto, secondo il Bond Bullettin, sono tre gli scenari che potrebbero indurre le Banche Centrali a intervenire: inasprimento delle condizioni finanziarie, ‘contagio’ del rialzo anche sulle le curve a breve, e condizioni di mercato di instabilità.

FEBBRAIO PESANTE PER I TITOLI DI STATO


Poiché gli ultimi due scenari si sono già verificati in misura variabile a fine febbraio, andrà monitorata con grande attenzione la reazione delle Banche Centrali nelle prossime settimane. Febbraio è stato il mese peggiore della storia recente dei titoli di Stato, che hanno avuto un ritorno negativo di -2,13%, con movimenti particolarmente estremi su alcuni mercati, come Australia, Regno Unito e Canada. Il tutto ha inciso negativamente sul rendimento dei mercati più sensibili alla duration, come l’Investment Grade, che ha perso più dell’1% in un solo mese.

TREND ACCENTUATO DALLA BASSA LIQUIDITÀ


Ma gli spread obbligazionari sono rimasti relativamente ancorati e i differenziali tra High Yield e Investment Grade sono di fatto calati a febbraio, mentre quelli del debito governativo emergente in valuta forte si sono ampliati di molto poco. Per questo il team di J.P. Morgan Asset Management ritiene che le valutazioni riflettano adeguatamente la solidità delle prospettive fondamentali. Per quanto riguarda i fattori tecnici, la bassa liquidità ha accentuato il rialzo dei rendimenti governativi e l’espansione dell’intermediazione obbligazionaria non è riuscita a tenere il passo con la crescita del mercato.

RISCHIO DI ONDATE DI VOLATILITÀ


Secondo il team di J.P. Morgan Asset Management è un fenomeno importante che va monitorato, in quanto la scarsa liquidità fa aumentare il rischio di future ondate di volatilità. Il posizionamento di consenso è un altro elemento da tenere sotto osservazione, perché gli investitori tendono a mantenere una predilezione per i tassi a breve. Ma nonostante questo, l’orientamento accomodante di politica monetaria e la conseguente caccia ai rendimenti continuano ad essere i fattori chiave a supporto dei mercati obbligazionari e ad avviso del team di J.P. Morgan Asset Management sono destinati a perdurare.

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