BCE
Pimco: la Bce deve fare chiarezza sul rialzo dei rendimenti
Konstantin Veit, Senior Portfolio Manager European Rates di Pimco, ritiene che una comunicazione più chiara sulla curva dei tassi aumenterebbe l’efficacia della politica. Inflazione ancora lontana dal target
10 Marzo 2021 18:00
Dalla riunione della Bce di domani non ci si devono aspettare cambiamenti di politica, perché ha inserito il pilota automatico e ritiene che l'approccio attuale sia sufficientemente di supporto e flessibile. I commenti di Christine Lagarde si concentreranno probabilmente sulla reazione all'aumento dei rendimenti delle obbligazioni e sul loro impatto sull'economia reale. Lagarde dovrebbe sottolineare l'impegno a mantenere condizioni di finanziamento "favorevoli" utilizzando gli acquisti di asset nell'ambito del PEPP, in linea con il framework di controllo della curva dei rendimenti, per sostenere le parole con i fatti. Le nuove proiezioni macro trimestrali dovrebbero inoltre indicare un certo miglioramento delle prospettive a breve.
Sono le indicazioni di un commento di Konstantin Veit, Senior Portfolio Manager European Rates di PIMCO, che alle valutazioni attuali vede anche meno spazio per una notevole compressione degli spread, con i rischi per le prospettive macro che rimangono elevati in un regime di forte dominio fiscale sfuggente. Veit nota che la Bce ha spesso indicato che vuol preservare condizioni di credito "favorevoli" per un lungo periodo, per abilitare la politica fiscale e garantire condizioni di finanziamento accomodanti per il settore privato e pubblico. Il PEPP è lo strumento per il controllo della curva dei rendimenti, e le recenti oscillazioni dei rendimenti globali indotte dallo stimolo fiscale statunitense hanno messo in evidenza, secondo Veit, la mancanza di chiarezza della Bce, che non ha aumentato gli acquisti.
L’esperto di PIMCO sottolinea che la Bce si limita ad affermare che assicurare condizioni di finanziamento favorevoli richiede un approccio olistico e sfaccettato, e gli investitori sono lasciati con poca visibilità sulla sua funzione di reazione. Più chiaramente la Bce sceglie di comunicare la funzione di reazione per il controllo della curva dei rendimenti attraverso parole o azioni, meno asset dovrà alla fine acquistare, secondo Veit. E se i rendimenti dovessero salire a livelli poco confortevoli, si aspetta che intensifichi gli interventi verbali e aumenti gli acquisti.
Dalle nuove proiezioni macro è improbabile che emerga un quadro dell'inflazione a medio termine radicalmente migliorato. I numeri più importanti da tenere d'occhio saranno, secondo PIMCO, le previsioni sull'inflazione headline e core al 2023, vale a dire in che misura la Bce prevede di mancare l’obiettivo per altri tre anni. Nel complesso, è prevedibile che le nuove proiezioni indicheranno alcuni progressi, ma l'inflazione dovrebbe essere ancora molto al di sotto dell'obiettivo e anche al di sotto del percorso previsto prima della crisi Covid-19.
Nel medio termine, la Bce probabilmente spera che la prima metà dell'anno non richieda grandi decisioni di politica, per concentrarsi sulla revisione della strategia, una volta che gli effetti della pandemia sul percorso dell'inflazione saranno sufficientemente neutralizzati da PEPP e TLTRO aggressivi. Strumenti più regolari torneranno alla ribalta mentre i tagli dei tassi rimarranno in secondo piano. PIMCO si aspetta anche indicazioni sul futuro del PEPP dopo la data preliminare di fine marzo 2022. La Bce dovrà rimanere comunque altamente accomodante per gli anni a venire e le conclusioni della revisione propenderanno probabilmente per un accomodamento più lungo e per lo sdoganamento di strumenti di politica monetaria non convenzionali.
MENO SPAZIO DI RIENTRO DEGLI SPREAD
Sono le indicazioni di un commento di Konstantin Veit, Senior Portfolio Manager European Rates di PIMCO, che alle valutazioni attuali vede anche meno spazio per una notevole compressione degli spread, con i rischi per le prospettive macro che rimangono elevati in un regime di forte dominio fiscale sfuggente. Veit nota che la Bce ha spesso indicato che vuol preservare condizioni di credito "favorevoli" per un lungo periodo, per abilitare la politica fiscale e garantire condizioni di finanziamento accomodanti per il settore privato e pubblico. Il PEPP è lo strumento per il controllo della curva dei rendimenti, e le recenti oscillazioni dei rendimenti globali indotte dallo stimolo fiscale statunitense hanno messo in evidenza, secondo Veit, la mancanza di chiarezza della Bce, che non ha aumentato gli acquisti.
POCA VISIBILITÀ PER GLI INVESTITORI
L’esperto di PIMCO sottolinea che la Bce si limita ad affermare che assicurare condizioni di finanziamento favorevoli richiede un approccio olistico e sfaccettato, e gli investitori sono lasciati con poca visibilità sulla sua funzione di reazione. Più chiaramente la Bce sceglie di comunicare la funzione di reazione per il controllo della curva dei rendimenti attraverso parole o azioni, meno asset dovrà alla fine acquistare, secondo Veit. E se i rendimenti dovessero salire a livelli poco confortevoli, si aspetta che intensifichi gli interventi verbali e aumenti gli acquisti.
PROGRESSI NON SOSTANZIALI SULL’INFLAZIONE
Dalle nuove proiezioni macro è improbabile che emerga un quadro dell'inflazione a medio termine radicalmente migliorato. I numeri più importanti da tenere d'occhio saranno, secondo PIMCO, le previsioni sull'inflazione headline e core al 2023, vale a dire in che misura la Bce prevede di mancare l’obiettivo per altri tre anni. Nel complesso, è prevedibile che le nuove proiezioni indicheranno alcuni progressi, ma l'inflazione dovrebbe essere ancora molto al di sotto dell'obiettivo e anche al di sotto del percorso previsto prima della crisi Covid-19.
VERSO LA REVISIONE DI STRATEGIA
Nel medio termine, la Bce probabilmente spera che la prima metà dell'anno non richieda grandi decisioni di politica, per concentrarsi sulla revisione della strategia, una volta che gli effetti della pandemia sul percorso dell'inflazione saranno sufficientemente neutralizzati da PEPP e TLTRO aggressivi. Strumenti più regolari torneranno alla ribalta mentre i tagli dei tassi rimarranno in secondo piano. PIMCO si aspetta anche indicazioni sul futuro del PEPP dopo la data preliminare di fine marzo 2022. La Bce dovrà rimanere comunque altamente accomodante per gli anni a venire e le conclusioni della revisione propenderanno probabilmente per un accomodamento più lungo e per lo sdoganamento di strumenti di politica monetaria non convenzionali.
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