AllianceBernstein
Costruire portafogli a prova di (moderata) inflazione
Non bisogna temere una fiammata dell’inflazione, è l’opinione di AllianceBernstein, ma qualche aggiustamento di portafoglio dettato dalla prudenza è necessario per affrontare un contesto moderatamente inflazionistico
30 Marzo 2021 15:27
Il pacchetto di stimoli fiscali appena varato da Biden e la prospettiva di un secondo e più consistente piano di aiuti sta alimentando i timori di un possibile surriscaldamento dell’economia Usa e di un rialzo dell’inflazione. Le opinioni al riguardo sono contrastanti, tra chi ritiene che l’inflazione non rappresenti un grave motivo di apprensione, c’è AllianceBernstein, le cui previsioni sono di un aumento dei prezzi nel breve periodo, dovrebbero attestarsi al 2,1% alla fine del 2021, e di un andamento laterale successivamente. Se non c’è da temere un’impennata dell’inflazione, viene sottolineato, è opportuno tuttavia che gli investitori si preparino ad affrontare un contesto moderatamente inflazionistico e a posizionare i portafogli per beneficiare della ripresa post pandemica.
Un’inflazione moderata, spiegano in AllianceBernstein, ha effetti positivi e positivi. Da un lato favorisce la crescita di un’impresa incrementando il suo cash flow e molte aziende, specialmente quelle legate alle materie prime, possono trasferire l’aumento dei costi sugli acquirenti, dall’altro erode i rendimenti reali degli investimenti. In termini pratici, alcuni degli investimenti che hanno prodotto ottimi risultati negli ultimi anni – le azioni growth, le obbligazioni a lunga scadenza - potrebbero rivelarsi deludenti nell’ipotesi di un ritorno dell’inflazione.
Di solito, di fronte alla prospettiva di un aumento dell’inflazione, il suggerimento è ridurre la duration del portafoglio e guardare alle obbligazioni indicizzate all’inflazione, come i Treasury inflation-protected securities (TIPS). Il punto, osservano gli esperti di AllianceBernstein, è che oggi i bassi rendimenti delle obbligazioni a breve non offrono una copertura contro gli effetti dell’inflazione e i titoli inflation-linked hanno già rendimenti reali negativi. Per avere un portafoglio più difensivo contro l’inflazione senza rinunciare al rendimento, il consiglio è di incrementare l’esposizione al credito, diversificando in settori con rendimenti relativi interessanti e basse correlazioni con i titoli di Stato, come, ad esempio, le Credit Risk Transfer securities (CRT) statunitensi, obbligazioni a tasso variabile garantite da immobili. Da valutare anche le obbligazioni del settore finanziario, dal momento che un aumento dei tassi d’interesse rafforzerebbe i margini bancari.
Da oltre 10 anni i bassi tassi hanno premiato, in misura sproporzionata, sottolineano in AllianceBernstein, le azioni growth rispetto ai titoli value; un rialzo dei tassi potrebbe rapidamente invertire questa tendenza, penalizzando soprattutto le imprese in forte crescita valutate alla luce di utili che non sono stati ancora realizzati. Il suggerimento è quindi di valutare la possibilità di costituire o incrementare l’esposizione al segmento value; tra i titoli growth in grado di affrontare meglio un rialzo dell’inflazione sono indicate le azioni di società con modelli di business sostenibili, redditività costantemente elevata e valutazioni relativamente appetibili. Meno sensibili all’inflazione potrebbero essere anche le azioni “bond proxy”, come i servizi di pubblica utilità e i beni di prima necessità; molte economie emergenti producono materie prime e un surriscaldamento dell’economia mondiale si estenderebbe anche ai prezzi delle commodity.
Asset class, come le materie prime, l’immobiliare, le valute estere e gli investimenti in azioni legate alle commodity registrano buone performance nelle fasi di inflazione; un paniere diversificato di asset reali, è la conclusione di AllianceBernstein, fornisce il migliore compromesso tra rischio e rendimento ed è la difesa più efficace dall’inflazione, ma è un paniere, viene puntualizzato, che deve aggiungersi, non sostituire le posizioni core, ricordando che non tutte le asset class sono adatte a tutti gli investitori.
GLI EFFETTI DELL’INFLAZIONE SULLE DIVERSE ASSET CLASS
Un’inflazione moderata, spiegano in AllianceBernstein, ha effetti positivi e positivi. Da un lato favorisce la crescita di un’impresa incrementando il suo cash flow e molte aziende, specialmente quelle legate alle materie prime, possono trasferire l’aumento dei costi sugli acquirenti, dall’altro erode i rendimenti reali degli investimenti. In termini pratici, alcuni degli investimenti che hanno prodotto ottimi risultati negli ultimi anni – le azioni growth, le obbligazioni a lunga scadenza - potrebbero rivelarsi deludenti nell’ipotesi di un ritorno dell’inflazione.
LE SCELTE PER UN PORTAFOGLIO OBBLIGAZIONARIO
Di solito, di fronte alla prospettiva di un aumento dell’inflazione, il suggerimento è ridurre la duration del portafoglio e guardare alle obbligazioni indicizzate all’inflazione, come i Treasury inflation-protected securities (TIPS). Il punto, osservano gli esperti di AllianceBernstein, è che oggi i bassi rendimenti delle obbligazioni a breve non offrono una copertura contro gli effetti dell’inflazione e i titoli inflation-linked hanno già rendimenti reali negativi. Per avere un portafoglio più difensivo contro l’inflazione senza rinunciare al rendimento, il consiglio è di incrementare l’esposizione al credito, diversificando in settori con rendimenti relativi interessanti e basse correlazioni con i titoli di Stato, come, ad esempio, le Credit Risk Transfer securities (CRT) statunitensi, obbligazioni a tasso variabile garantite da immobili. Da valutare anche le obbligazioni del settore finanziario, dal momento che un aumento dei tassi d’interesse rafforzerebbe i margini bancari.
AZIONI TRA VALUE E GROWTH
Da oltre 10 anni i bassi tassi hanno premiato, in misura sproporzionata, sottolineano in AllianceBernstein, le azioni growth rispetto ai titoli value; un rialzo dei tassi potrebbe rapidamente invertire questa tendenza, penalizzando soprattutto le imprese in forte crescita valutate alla luce di utili che non sono stati ancora realizzati. Il suggerimento è quindi di valutare la possibilità di costituire o incrementare l’esposizione al segmento value; tra i titoli growth in grado di affrontare meglio un rialzo dell’inflazione sono indicate le azioni di società con modelli di business sostenibili, redditività costantemente elevata e valutazioni relativamente appetibili. Meno sensibili all’inflazione potrebbero essere anche le azioni “bond proxy”, come i servizi di pubblica utilità e i beni di prima necessità; molte economie emergenti producono materie prime e un surriscaldamento dell’economia mondiale si estenderebbe anche ai prezzi delle commodity.
ASSET REALI E MATERIE PRIME
Asset class, come le materie prime, l’immobiliare, le valute estere e gli investimenti in azioni legate alle commodity registrano buone performance nelle fasi di inflazione; un paniere diversificato di asset reali, è la conclusione di AllianceBernstein, fornisce il migliore compromesso tra rischio e rendimento ed è la difesa più efficace dall’inflazione, ma è un paniere, viene puntualizzato, che deve aggiungersi, non sostituire le posizioni core, ricordando che non tutte le asset class sono adatte a tutti gli investitori.