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Via libera ai vaccini nelle aziende, ecco come funzionerà

Si parte a maggio. Adesione volontaria per aziende e lavoratori, la somministrazione prescinde dalle fasce d’età. Il ministro Orlando: “Accordo perfettibile”

7 Aprile 2021 08:50

financialounge -  aziende campagna vaccinale lavoro vaccini
Protocollo firmato, con i vaccini in azienda si parte a maggio. L’intesa tra governo, imprese e sindacati sull’aggiornamento del Protocollo per la sicurezza ed il contrasto al Covid-19 è arrivata dopo un confronto durato più di sette ore. Presenti il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, il ministro della Salute, Roberto Speranza, i leader delle associazioni datoriali e i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

SI INIZIA A MAGGIO SU BASE VOLONTARIA


Sarà un canale parallelo ma non sostitutivo di quello sanitario territoriale. La vaccinazione dei lavoratori in azienda costituirà, si legge nel protocollo, “un’attività di sanità pubblica nell’ambito del Piano strategico nazionale per la vaccinazione anti Covid-19 predisposto dal commissario straordinario”. Nessun obbligo per i lavoratori, “tutte le aziende potranno candidarsi liberamente; non è previsto nessun requisito minimo di carattere dimensionale così come la vaccinazione sarà offerta a tutti i lavoratori, a prescindere dalla tipologia contrattuale”.

OLTRE 7MILA AZIENDE


Nelle scorse settimane, sono state contate oltre 7mila imprese che hanno dato la disponibilità dei propri spazi, oltre 10mila locali offerti anche per periodi superiori a tre mesi. Si tratta, nello specifico, di aziende situate per il 75 per cento al Nord, 13 per cento al Centro e solo il 12 per cento al Sud.

VACCINAZIONE IN ORARIO DI LAVORO


Se la vaccinazione verrà eseguita in orario di lavoro, riporta il protocollo, il tempo necessario “sarà equiparato a tutti gli effetti all’orario di lavoro”. Esclusa la responsabilità penale degli operatori sanitari che somministreranno il vaccino, come previsto anche per il piano nazionale, per eventi avversi nelle ipotesi di uso conforme del vaccino mentre i costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali, inclusi quelli per la somministrazione, “sono interamente a carico del datore di lavoro”.

VACCINI A CARICO DELLO STATO


Spetterà allo Stato garantire la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione e la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione delle vaccinazioni eseguite. L’accordo prevede la vaccinazione anche a quei lavoratori le cui aziende non sono tenute alla nomina del medico competente, oppure non possano fare ricorso a strutture sanitarie private: possono avvalersi “delle strutture sanitarie dell’Inail” e, in questo caso, gli oneri restano a carico dell’ente.

SUPERAMENTO CRITERIO FASCE D'ETÀ


La campagna di vaccinazione nelle aziende inizierà a maggio e garantisce il superamento del criterio per fasce d’età, nel momento in cui gli over 70, nelle previsioni del governo, dovrebbero già essere stati tutti immunizzati. Sarà predisposta adeguata formazione su piattaforma Inail per i medici coinvolti nelle vaccinazioni.

IMPRESE PIÙ PICCOLE CON LE PIÙ GRANDI


Il testo si aggiunge al protocollo per la sicurezza nei luoghi di lavoro che si aggiorna, rispetto alle versioni del 14 marzo e del 24 aprile 2020, consentendo di dare un’accelerata alla campagna vaccinale. Le imprese più piccole potranno accordarsi con quelle più grandi oppure utilizzare le strutture dell’Inail. Nel testo di legge: “I lavoratori positivi oltre il 21esimo giorno saranno riammessi al lavoro solo dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico effettuato in struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario”. Entra nell’aggiornamento del protocollo anche il lavoro agile per i datori di lavoro privati “per quelle attività che possono essere svolte dal proprio domicilio o in modalità a distanza”.

“ACCORDO PERFETTIBILE MA PUNTO FERMO”


Per il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, “l’accordo è perfettibile” ma rappresenta “un punto fermo e una buona notizia per il Paese”. L’importante era procedere spediti per evitare “la sindrome che spesso caratterizza la politica: quella dell’anno zero. Mi auguro - ha aggiunto il ministro - che questo spirito possa caratterizzare anche i prossimi impegnativi appuntamenti che abbiamo di fronte: la riforma degli ammortizzatori sociali e le crisi industriali oltre alla gestione nel concreto delle riaperture e della ripartenza”.

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