Green Deal
La grande chance dell’Italia per tornare protagonista all’interno dell’Europa
Massimiliano Comità (Kairos) illustra le ricadute positive degli investimenti previsti dal Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza italiano che si inserisce nell’ambito del più ampio Green Deal europeo
8 Aprile 2021 20:30
Investimenti per 1.800 miliardi di euro. A tanto ammonta l’insieme del piano Next Generation EU e del bilancio europeo per finanziare digitalizzazione, trasformazione energetica, educazione e ricerca, infrastrutture sostenibili, inclusione e coesione, sanità. “Sebbene siano molti meno dei due piani varati dagli Stai Uniti per un totale di 4.900 miliardi di dollari, riteniamo che la questione sulla tassonomia, sull’SFDR, sugli RTS e i PAI potranno indirizzare più capitali verso gli investimenti verdi di quanto la Fed stia stampando. Con un effetto non circoscritto all’Europa”, fa sapere di Massimiliano Comità, Portfolio Manager di Kairos.
L’Europa ha stabilito due linee guida principali riguardo ai PNRR (Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza) che verranno presentati: agli obiettivi climatici dovrà essere destinato almeno il 37% degli investimenti mentre alla digitalizzazione la quota non potrà risultare inferiore al 20%. “Entro la fine di questo mese dovranno essere presentati i PNRR per essere poi completati entro il 2026. Previsti due aggiornamenti l’anno, durante i quali l’Europa verificherà lo stato avanzamento lavori e il raggiungimento degli obiettivi, condizioni necessarie per ricevere le risorse: il primo stanziamento, se tutto procede come previsto, sarà all’inizio del secondo semestre e pari al 13% dell’ammontare richiesto”, spiega il manager di Kairos.
I temi più importanti sono noti e riguardano in primis la transizione energetica, dove primeggiano energia rinnovabile, riqualificazione degli edifici, elettrificazione della mobilità, economia circolare e idrogeno. Nell’ambito della digitalizzazione, invece, le priorità saranno le reti di telecomunicazione (5G e fibra) ed energetiche, il cloud computing e l’ammodernamento delle pubbliche amministrazioni. “Nel sociale, invece, spazio all’educazione e, in particolare, ai corsi di aggiornamento e riqualificazione delle abilità lavorative della forza lavoro”, riferisce Comità.
L’Italia, insieme alla Spagna, riceverà 70 miliardi di euro come contributo a fondo perduto e potrà integrare l’importo con prestiti a tassi vantaggiosi che permetteranno di arrivare a circa 209 miliardi di investimenti complessivi. Tra le priorità che possono rilanciare questo Paese, la Ricerca e Sviluppo: l’Italia ha visto migrare molti dei suoi laureati all’estero e ha dovuto introdurre agevolazioni fiscali per il rientro dei cervelli. “Non basterà certo il Recovery Plan a colmare il gap con i paesi più votati alla ricerca (Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud), ma si potrà fare un importante passo in avanti se l’Italia riuscirà a superare la media europea, che vuole dire portare dall’1,3% al 2,1% del PIL le spese per la ricerca”, riferisce Comità.
Un altro importante capitolo è quello relativo alla riqualificazione dei palazzi che in Italia ha visto l’introduzione del Superbonus 110%. Una riforma che potrebbe essere estesa fino al 2025, dal momento che risulta autoalimentata dalla generazione di tasse derivante dall’esecuzione dei lavori stessi. “La crescita crea altra crescita, grazie al circolo virtuoso in cui maggiori opere portano a maggiori entrate erariali e, a cascata, a maggiori fondi per stimolare nuove opere. Mentre l’Europa col suo Green Deal si propone di ritrovare quel ruolo da protagonista globale finora oscurato dalle potenze americana e cinese, l’Italia, attraverso la ricerca, la crescita e il proprio bagaglio artistico e culturale, ha la sua chance per tornare protagonista all’interno di un’Europa che da troppo tempo l’ha messa ai margini”, conclude il Portfolio Manager di Kairos.
LE DUE PRINCIPALI LINEE GUIDA DELL’EUROPA
L’Europa ha stabilito due linee guida principali riguardo ai PNRR (Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza) che verranno presentati: agli obiettivi climatici dovrà essere destinato almeno il 37% degli investimenti mentre alla digitalizzazione la quota non potrà risultare inferiore al 20%. “Entro la fine di questo mese dovranno essere presentati i PNRR per essere poi completati entro il 2026. Previsti due aggiornamenti l’anno, durante i quali l’Europa verificherà lo stato avanzamento lavori e il raggiungimento degli obiettivi, condizioni necessarie per ricevere le risorse: il primo stanziamento, se tutto procede come previsto, sarà all’inizio del secondo semestre e pari al 13% dell’ammontare richiesto”, spiega il manager di Kairos.
TRANSIZIONE ENERGETICA E DIGITALIZZAZIONE
I temi più importanti sono noti e riguardano in primis la transizione energetica, dove primeggiano energia rinnovabile, riqualificazione degli edifici, elettrificazione della mobilità, economia circolare e idrogeno. Nell’ambito della digitalizzazione, invece, le priorità saranno le reti di telecomunicazione (5G e fibra) ed energetiche, il cloud computing e l’ammodernamento delle pubbliche amministrazioni. “Nel sociale, invece, spazio all’educazione e, in particolare, ai corsi di aggiornamento e riqualificazione delle abilità lavorative della forza lavoro”, riferisce Comità.
OBIETTIVO: PORTARE AL 2,1% DEL PIL GLI INVESTIMENTI IN RICERCA
L’Italia, insieme alla Spagna, riceverà 70 miliardi di euro come contributo a fondo perduto e potrà integrare l’importo con prestiti a tassi vantaggiosi che permetteranno di arrivare a circa 209 miliardi di investimenti complessivi. Tra le priorità che possono rilanciare questo Paese, la Ricerca e Sviluppo: l’Italia ha visto migrare molti dei suoi laureati all’estero e ha dovuto introdurre agevolazioni fiscali per il rientro dei cervelli. “Non basterà certo il Recovery Plan a colmare il gap con i paesi più votati alla ricerca (Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud), ma si potrà fare un importante passo in avanti se l’Italia riuscirà a superare la media europea, che vuole dire portare dall’1,3% al 2,1% del PIL le spese per la ricerca”, riferisce Comità.
LA CRESCITA CREA ALTRA CRASCITA
Un altro importante capitolo è quello relativo alla riqualificazione dei palazzi che in Italia ha visto l’introduzione del Superbonus 110%. Una riforma che potrebbe essere estesa fino al 2025, dal momento che risulta autoalimentata dalla generazione di tasse derivante dall’esecuzione dei lavori stessi. “La crescita crea altra crescita, grazie al circolo virtuoso in cui maggiori opere portano a maggiori entrate erariali e, a cascata, a maggiori fondi per stimolare nuove opere. Mentre l’Europa col suo Green Deal si propone di ritrovare quel ruolo da protagonista globale finora oscurato dalle potenze americana e cinese, l’Italia, attraverso la ricerca, la crescita e il proprio bagaglio artistico e culturale, ha la sua chance per tornare protagonista all’interno di un’Europa che da troppo tempo l’ha messa ai margini”, conclude il Portfolio Manager di Kairos.
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