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I criteri ESG rafforzano l’appeal delle obbligazioni high yield

L’high yield resta interessante grazie ai rendimenti e alla ripresa dell’economia e, con l’integrazione dei criteri ESG, diventa anche meno rischioso. Attraenti anche i bond cinesi e il debito municipale USA

12 Aprile 2021 11:22

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COME SI RAFFORZA L’HIGH YIELD CON L’INTEGRAZIONE DEI CRITERI ESG


Per BlueBay non si tratta solo di determinare la linea di condotta per gli investimenti ESG nei portafogli high yield globali ma anche di impegnarsi con i singoli emittenti affinché siano eliminate le criticità. Ma quali sono le differenze tra l’approccio del fondo Bluebay Gloabl High Yield Bond e quello del fondo BlueBay Global High Yield ESG bond? “Una differenza riguarda la storia della strategia, che abbiamo lanciato in collaborazione con un consulente e un investitore nella regione nordica europea. I nostri investitori desideravano un livello più elevato di criteri ESG nel processo di investimento. Al fine di garantire il rispetto di questo dettame volevano introdurre, all’interno del processo di investimento, una serie avanzata di filtri negativi. Inoltre, e ancora più importante, abbiamo la nostra copertura (overlay) proprietaria incrementale che rimuove dalla strategia qualsiasi azienda che riteniamo abbia rischi ESG molto elevati” fanno sapere nell’articolo Così l’high yield di BlueBay si rafforza con l’integrazione dei criteri ESG gli esperti di BlueBay che poi aggiungono: “L’area di gran lunga più ampia che differenzia la strategia ESG high yield globale e la nostra strategia globale ad alto rendimento convenzionale è una significativa minore esposizione ai settori dell’energia e a quella mineraria. Inoltre, considerazioni ESG possono rendere una società specifica inappropriata per la strategia ESG. Tuttavia le eventuali decisioni su singoli emittenti, sebbene importanti, non hanno di solito un’enorme influenza sulla forma e sulla natura del portafoglio”.

L’IMPORTANZA DELLA SCELTA DEL DATABASE ESG


Secondo Chris Bowie, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management (gruppo Vontobel), la scelta del database ESG utilizzato e/o della metodologia impiegata, assume un’importanza fondamentale, allo stesso modo del grado di profondità che questi database raggiungono nell’universo del credito. “La nostra esperienza ci insegna che la loro profondità non è adeguata. In base ai nostri studi, la maggior parte dei database ESG di terzi difficilmente arriva a coprire la metà dei mercati del credito pubblico, in parte perché molte obbligazioni sono emesse da società veicolo, imprese mutualistiche (no profit) o small cap”, spiega nell’articolo I segreti dei gestori obbligazionari per investire in modo responsabile Bowie . Le conseguenti grosse lacune riscontrabili nella copertura devono essere considerate e valutate dai gestori stessi, con un enorme dispendio in termini di tempo, personale e risorse. Per questo, secondo il manager, dovrebbero essere i gestori di portafogli di credito a dover fare questo lavoro.

IL PRIMO ETF SUI GREEN BOND È TARGATO BLACKROCK


Intanto BlackRock ha annunciato il lancio del suo primo ETF sui green bond, l’iShares € Green Bond UCITS ETF (GRON), e del primo fondo a livello di industria che offre un’esposizione a obbligazioni governative investment grade di tutto il mondo con particolare attenzione agli aspetti climatici, l’iShares Global Govt Bond Climate UCITS ETF (CGGD). I due nuovi fondi iShares sono registrati e disponibili solo per clienti professionali e investitori qualificati italiani. Come si legge nell’articolo BlackRock amplia le soluzioni per investire nelle obbligazioni sostenibili l’iShares € Green Bond UCITS ETF replica l’indice Bloomberg Barclays MSCI Euro Green Bond SRI, incluso il Nuclear Power index, offrendo un’esposizione a oltre 300 green bond investment grade denominati in euro di 160 emittenti tra quattro settori del mercato del reddito fisso. Lo scopo principale di un green bond è quello di raccogliere capitali e investimenti per progetti con benefici ambientali, come gli impianti di energia rinnovabile, gli edifici verdi, la gestione delle acque reflue, l’efficienza energetica e il trasporto pubblico.

BOND CINESI RENDIMENTI SODDISFACENTI MA ANCHE QUALITÀ


Secondo Pictet Asset Management, investire nel debito cinese in valuta locale risponde all’esigenza di una classe di attivi che offra rendimento e resilienza, anche come diversificazione difensiva per portafogli globali, con il potenziale di aumentarne il ritorno grazie a un rendimento elevato e di alta qualità rispetto alle obbligazioni dei mercati sviluppati, alla bassa volatilità e alla bassa correlazione con le altre principali classi di attivi. Qian Zhang, Senior Client Portfolio Manager di Pictet Asset Management, nell’articolo Rendimento e qualità nelle obbligazioni cinesi, sottolinea che oggi è forse l’unico tra i grossi segmenti dell’universo dei titoli di Stato a offrire ancora rendimenti soddisfacenti e una qualità discreta, con un rating medio A, pur fornendo attualmente un rendimento del 3,5%, con un differenziale rispetto ai Treasury USA ai massimi degli ultimi anni.

ESPOSIZIONE AL DEBITO MUNICIPALE USA


Per puntare sulle obbligazioni municipali statunitensi, emesse dai governi locali degli Stati Uniti come debito tassabile o esentasse a seconda di ciò che finanziano con la loro emissione, è ora disponibile un ETF. “L’Invesco US Municipal Bond UCITS ETF è il primo ETF del suo genere in Europa e arrichisce la nostra innovativa gamma obbligazionaria – commenta nell’articolo Cina, innovazione, energia pulita e debito locale Usa: Invesco lancia 4 nuovi ETF Franco Rossetti, Senior Relationship Manager ETF Specialist di Invesco – aprendo le porte a un’asset class che fino ad oggi è stata di difficile accesso per gli investitori. Le obbligazioni municipali, o “munis” in breve, possono offrire rendimenti più elevati, migliori rating creditizi medi e tassi di insolvenza molto più bassi rispetto al credito investment grade statunitense. In particolare, potrebbe attirare l’attenzione di quegli investitori alla ricerca di un’alternativa al credito societario, anche se con una duration più lunga. Allo stesso modo, si rivolge a quegli investitori più cauti, che cercano di aumentare i rendimenti senza dover assumere un rischio di credito eccessivo. L’ETF è gestito in America da un team esperto nella struttura unica del mercato obbligazionario municipale statunitense.

STERLINA AL TEST DELLA TENUTA NEL LUNGO TERMINE


Infine, nell’articolo Sterlina tonica nel post Brexit, ma destino incerto sul lungo termine, Volker Schmidt, Senior Portfolio manager di Ethenea Independent Investors fa il punto sulla sterlina, ancora lontana dai livelli pre-Brexit nonostante il notevole recupero sull’euro da inizio anno. Secondo l’esperto di Ethenea questo è certamente dovuto in parte al successo della campagna vaccinale nel Regno Unito, oltre che al venir meno dell’incertezza che circondava la Brexit. Ma la ripresa della sterlina è partita da livelli storicamente estremamente bassi e i livelli pre-Brexit di oltre 1,40 euro restano lontani. Nel breve termine, la forza della sterlina potrebbe acquisire ulteriore slancio, ma nel lungo termine, conclude Ethenea, resta da vedere se Londra può trarre un vantaggio economico sostenibile dalla sovranità apparentemente riconquistata e dal vantaggio sui vaccini.

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