ESG
Come riconoscere i veri green bond
Per Volker Schmidt (Ethenea Independent Investors) è necessaria un’analisi approfondita e critica della documentazione delle obbligazioni e una gestione attiva per evitare i troppi emittenti di obbligazioni ‘light green’
15 Aprile 2021 19:00
Il crescente interesse verso gli investimenti ESG (ambientali, sociali e di governance) ha propiziato negli ultimi anni un vero e proprio boom delle obbligazioni sostenibili. Un recente esempio è il successo riscontrato dal primo green Bund collocato sul mercato lo scorso settembre con richieste che hanno superato i 33 miliardi di euro a fronte di un importo emesso pari a 6,5 miliardi di euro.
“Nel frattempo prosegue la diffusione dei green bond societari il cui controvalore complessivo è salito dai 178 miliardi di euro del 2017 ai 440 miliardi dello scorso anno: quest’anno si stima che i volumi di emissione raggiungeranno per la prima volta i 500 miliardi”, fa sapere Volker Schmidt, senior portfolio manager di Ethenea Independent Investors.
Secondo il manager, tuttavia, è opportuno distinguere le tre tipologie di obbligazioni sostenibili disponibili sul mercato. “I green bond, in particolare, vengono utilizzati esclusivamente per finanziare progetti ecologici specifici. Per esempio preservare le risorse naturali, proteggere il clima, tutelare la biodiversità nonché eliminare e ridurre l’inquinamento ambientale”, spiega il manager.
Nel caso dei social bond, invece, i proventi sono rigorosamente vincolati al finanziamento di progetti sociali. Tra i quali figurano, quelli per il potenziamento delle infrastrutture nei paesi in via di sviluppo (ad es., acqua potabile, smaltimento delle acque reflue, canalizzazione, trasporti ed energia). Molto diffusi pure i social bond che si propongono di creare posti di lavoro, di incrementare l’offerta di alloggi economicamente accessibili, di tutelare maggiormente i diritti delle donne e di promuovere la parità di genere.
Nel caso infine delle obbligazioni legate alla sostenibilità (i cosiddetti SLB, sustainability-linked bond) c’è invece una differenza sostanziale rispetto ai green bond e ai social bond. “Non sono vincolati a un determinato progetto di sostenibilità e le risorse raccolte possono anche essere utilizzati per obiettivi aziendali di carattere generale. L’emittente, tuttavia, si impegna a soddisfare determinati indicatori essenziali di prestazione (Key Performance Indicator, KPI) relativi a criteri ESG”, riferisce Schmidt.
Gli indicatori ai quali si riferisce il manager possono riguardare per esempio la riconversione della produzione con almeno l’80% di materiali riciclabili oppure una riduzione del 2% annuo delle emissioni di CO2 in un arco di tempo prestabilito. In ogni caso, il mancato raggiungimento degli obiettivi impegna l’emittente a riconoscere pagamenti aggiuntivi sotto forma di cosiddette cedole maggiorate (step-up).La BCE, che nei propri programmi di acquisto sul mercato ha sempre investito in green bond e in social bond, negli ultimi tempi ha allargato l’universo di acquisto anche alle obbligazioni legate alla sostenibilità, a patto tuttavia che i relativi indicatori essenziali di prestazione siano in linea con gli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite.
Alla luce di tutte queste considerazioni, secondo Schmidt si rende sempre più necessaria un’analisi approfondita e critica della documentazione delle obbligazioni e una gestione attiva per evitare i troppi emittenti di obbligazioni “light green” che sfruttano la qualifica di sostenibilità per assicurarsi condizioni di finanziamento vantaggiose senza offrire alcun autentico contributo a tematiche quali progetti di utilità sociale o la protezione dell’ambiente.
Occorre appurare come l’emittente intenda finanziare i progetti e come controllare nel tempo il raggiungimento degli obiettivi nonché come sia possibile misurarli in ambito ambientale e sociale. Allo stesso tempo, assumono importanza anche una comunicazione trasparente e una rendicontazione continua. Ci proponiamo di offrire soluzioni d’investimento responsabili in grado di generare rendimenti competitivi e sostenibili, tramite un processo consolidato che integra criteri ESG nell’ambito di tutte le nostre decisioni d’investimento”, conclude il senior portfolio manager di Ethenea Independent Investors.
ATTESE PER QUEST’ANNO EMISSIONI PER 500 MILIARDI DI EURO
“Nel frattempo prosegue la diffusione dei green bond societari il cui controvalore complessivo è salito dai 178 miliardi di euro del 2017 ai 440 miliardi dello scorso anno: quest’anno si stima che i volumi di emissione raggiungeranno per la prima volta i 500 miliardi”, fa sapere Volker Schmidt, senior portfolio manager di Ethenea Independent Investors.
I GREEN BOND
Secondo il manager, tuttavia, è opportuno distinguere le tre tipologie di obbligazioni sostenibili disponibili sul mercato. “I green bond, in particolare, vengono utilizzati esclusivamente per finanziare progetti ecologici specifici. Per esempio preservare le risorse naturali, proteggere il clima, tutelare la biodiversità nonché eliminare e ridurre l’inquinamento ambientale”, spiega il manager.
I SOCIAL BOND
Nel caso dei social bond, invece, i proventi sono rigorosamente vincolati al finanziamento di progetti sociali. Tra i quali figurano, quelli per il potenziamento delle infrastrutture nei paesi in via di sviluppo (ad es., acqua potabile, smaltimento delle acque reflue, canalizzazione, trasporti ed energia). Molto diffusi pure i social bond che si propongono di creare posti di lavoro, di incrementare l’offerta di alloggi economicamente accessibili, di tutelare maggiormente i diritti delle donne e di promuovere la parità di genere.
LE OBBLIGAZIONI LEGATE ALLA SOSTENIBILITÀ
Nel caso infine delle obbligazioni legate alla sostenibilità (i cosiddetti SLB, sustainability-linked bond) c’è invece una differenza sostanziale rispetto ai green bond e ai social bond. “Non sono vincolati a un determinato progetto di sostenibilità e le risorse raccolte possono anche essere utilizzati per obiettivi aziendali di carattere generale. L’emittente, tuttavia, si impegna a soddisfare determinati indicatori essenziali di prestazione (Key Performance Indicator, KPI) relativi a criteri ESG”, riferisce Schmidt.
GLI ACQUISTI DELLA BCE
Gli indicatori ai quali si riferisce il manager possono riguardare per esempio la riconversione della produzione con almeno l’80% di materiali riciclabili oppure una riduzione del 2% annuo delle emissioni di CO2 in un arco di tempo prestabilito. In ogni caso, il mancato raggiungimento degli obiettivi impegna l’emittente a riconoscere pagamenti aggiuntivi sotto forma di cosiddette cedole maggiorate (step-up).La BCE, che nei propri programmi di acquisto sul mercato ha sempre investito in green bond e in social bond, negli ultimi tempi ha allargato l’universo di acquisto anche alle obbligazioni legate alla sostenibilità, a patto tuttavia che i relativi indicatori essenziali di prestazione siano in linea con gli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite.
IL RISCHIO ‘LIGT GREEN’
Alla luce di tutte queste considerazioni, secondo Schmidt si rende sempre più necessaria un’analisi approfondita e critica della documentazione delle obbligazioni e una gestione attiva per evitare i troppi emittenti di obbligazioni “light green” che sfruttano la qualifica di sostenibilità per assicurarsi condizioni di finanziamento vantaggiose senza offrire alcun autentico contributo a tematiche quali progetti di utilità sociale o la protezione dell’ambiente.
UN PROCESSO D’INVESTIMENTO CONSOLIDATO CHE INTEGRA I CRITERI ESG
Occorre appurare come l’emittente intenda finanziare i progetti e come controllare nel tempo il raggiungimento degli obiettivi nonché come sia possibile misurarli in ambito ambientale e sociale. Allo stesso tempo, assumono importanza anche una comunicazione trasparente e una rendicontazione continua. Ci proponiamo di offrire soluzioni d’investimento responsabili in grado di generare rendimenti competitivi e sostenibili, tramite un processo consolidato che integra criteri ESG nell’ambito di tutte le nostre decisioni d’investimento”, conclude il senior portfolio manager di Ethenea Independent Investors.